
Illustrato: Tavole a colori 15, b/ 283 Risultato di un lungo e arduo lavoro di ricerca, il volume è l’indagine sull’espressione pittorica quale si è venuta svolgendo in una regione (Lucania-Basilicata) durante un arco di tempo che, muovendo dal IV secolo a. C., s’inoltra nei non agili sentieri dell’arte contemporanea. Ma nell’opera gli ambiti regionali non costituiscono sterili chiusure verso l’esterno; sono anzi lo stimolo a individuare e definire punti di contato, influssi, divergenze dell’arte lucana rispetto ai movimenti pittorici e alle grandi individualità del’arte italiana ed europea. Pure il pregio e l’originalità dell’opera risiedono nel’indagare dell’autore su realizzazioni artistiche di tipo popolare (gli ex voto, ad esempio) e nella scoperta e valorzzazione di artisti minori, spesso anonimi (i “madonnari”) cui è precluso diritto di cittadinanza mell’alveo della grande storia.
Contains some relevant cases from the Corte di Cassazione and a section: note e dibattiti.
In un mondo caposotto (sottosopra od alla rovescia) gli ultimi diventano i primi ed i primi sono gli ultimi. L’Italia è un Paese caposotto. Io, in questo mondo alla rovescia, sono l’ultimo e non subisco tacendo, per questo sono ignorato o perseguitato. I nostri destini in mano ai primi di un mondo sottosopra. Che cazzo di vita è? A proposito degli avvocati, si può dissertare o credere sulla irregolarità degli esami forensi, ma tutti gli avvocati sanno, ed omertosamente tacciono, in che modo, loro, si sono abilitati e ciò nonostante pongono barricate agli aspiranti della professione. Compiti uguali, con contenuto dettato dai commissari d’esame o passato tra i candidati. Compiti mai o mal corretti. Qual è la misura del merito e la differenza tra idonei e non idonei? Tra iella e buona sorte? Noi siamo animali. Siamo diversi dalle altre specie solo perché siamo viziosi e ciò ci aguzza l’ingegno.
E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra. Quando si parla di veri scrittori ci si ricordi di Dante Alighieri e della fine che fece il primo saggista mondiale. Le vittime, vere o presunte, di soprusi, parlano solo di loro, inascoltati, pretendendo aiuto. Io da vittima non racconto di me e delle mie traversie. Ascoltato e seguito, parlo degli altri, vittime o carnefici, che l’aiuto cercato non lo concederanno mai. “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia,...
E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra. Quando si parla di veri scrittori ci si ricordi di Dante Alighieri e della fine che fece il primo saggista mondiale. Le vittime, vere o presunte, di soprusi, parlano solo di loro, inascoltati, pretendendo aiuto. Io da vittima non racconto di me e delle mie traversie. Ascoltato e seguito, parlo degli altri, vittime o carnefici, che l’aiuto cercato non lo concederanno mai. “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia,...
Luigi Manconi, grande sociologo e uomo politico, in questo libro racconta mezzo secolo di musica leggera italiana, a partire dai primi anni sessanta. Sempre facendo altro, ha partecipato a concerti e incisioni, ascoltato in anteprima successi e insuccessi, stretto amicizie con tanti musicisti (da Gino Paoli a Fabrizio De Andrè a Francesco de Gregori, da Eugenio Finardi a Fiorella Mannoia e alla PFM, fino a Elio e le Storie Tese). Decine e decine di personaggi, di suoni e di vicende che parlano di come, in mezzo secolo, i mutamenti conosciuti dalla musica leggera abbiano accompagnato le grandi trasformazioni del nostro paese.
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