
«Vale la pena di apprezzare la tenacia letteraria dimostrata da [...] narratori cristiani i quali, anche quando la società letteraria li snobbava, si sentivano in pace con loro stessi nel voler scrivere bene e nel raccontare degli umili e degli sconfitti o di grandi figure esemplari della Chiesa. I grandi passaggi civili e religiosi dell’Italia repubblicana in cui vissero – dal fascismo alla democrazia, dalla ricostruzione al consumismo, dal papato ieratico di Pio XII alla collegialità del Concilio Vaticano II – non furono fatti banali tanto è vero che continuano ad emanare, come brace sotto la cenere, un calore che scalda ancora la nostra storia. Leggere di scrittori italiani non dogmatici, ma nemmeno eretici, che insieme ai classici della letteratura praticavano i Vangeli, la patristica e gli autori francesi, le riunioni di partito e le redazioni o le chiese, vuol dire rivivere un’esperienza collettiva che oggi, nel settantesimo della Repubblica, appare ancora autentica. E questo libro di Nigro può essere letto come la mappa di una geografia letteraria che non risponde ai canoni di una scienza astratta ma a quelli della vita». Dalla Premessa di Giuseppe Tognon
La lessicografia del piemontese presenta caratteristiche e dimensioni insolite nella lessicografia delle varietà linguistiche non italiane d'Italia. La presente monografia, cercando di porne in risalto tale individualità ravvisandone le ragioni, traccia un profilo di questa tradizione, concentrandosi sulla sua consistenza ottocentesca.
Nel corso del XVI secolo le dottrine scaturite dalla protesta di Lutero si diffusero largamente anche in Italia, assumendo connotazioni peculiari e intrecciandosi con altri movimenti religiosi e specifiche eredità culturali. Massimo Firpo ne ricostruisce le origini e la storia mettendo in luce il ruolo decisivo esercitato dall'esule spagnolo Juan de Valdés negli anni che fecero da sfondo al concilio di Trento. Irriducibile alla Riforma protestante, il suo magistero spiritualistico seppe infatti orientare inquietudini e istanze di rinnovamento diffuse tanto a livello popolare quanto ai vertici delle gerarchie sociali, tra letterati e aristocratici, vescovi e cardinali.
Il 10 maggio 1901 Giovanni Laterza diffondeva una circolare nella quale annunciava l'esordio della casa editrice Laterza con i volumi della "Piccola biblioteca di cultura moderna" e il cantiere della "Biblioteca di Cultura Moderna". Ai primi, incerti, passi di un'iniziativa con forte matrice locale seguì l'incontro con Croce e il decollo di una sigla che da allora ha acquisito un solido posto nell'editoria italiana ed europea. Nel 2001 è stata realizzata la prima edizione di questo Catalogo storico, per celebrare il centenario della casa editrice ma anche per onorare la memoria di chi l'ha guidata, trasformata, rilanciata, dal secondo dopoguerra alle soglie del Duemila: Vito Laterza, scomparso nel maggio di quell'anno. Questa edizione del Catalogo, aggiornata al 31 dicembre 2020, viene pubblicata vent'anni dopo per testimoniare come l'impegno di Vito Laterza, al pari di quello del fondatore Giovanni Laterza, è stato portato avanti. Con problemi, soluzioni e iniziative nuovi, ma sempre con l'obiettivo di selezionare, dare forma, diffondere contenuti culturali di qualità. Nel Catalogo storico sono contenuti tutti i titoli pubblicati in centoventi anni dalle Edizioni Laterza....
Una esplorazione nel mondo dantesco con spirito divulgativo. Un viaggio tra citazioni critiche e bibliografiche, percorrendo passi della Commedia e la sua influenza sul mondo dell’arte. Dante è protagonista centrale nel panorama letterario e culturale europeo e internazionale. In questo saggio su Dante si vuole fare una panoramica in chiave contemporanea del pensiero e dell'opera di Dante Alighieri. Una esplorazione nel mondo dantesco con spirito divulgativo: i rapporti con Firenze, la poesia, la politica; Beatrice; i legami che l'esule Dante crea nel suo lungo pellegrinaggio, lasciando preziose testimonianze. E ancora si attua un raffronto tra Dante, Petrarca e Boccaccio, e la influenza che la Divina Commedia ha esercitato, e continua a esercitare, sulle Arti: il ruolo dei personaggi danteschi nell'immaginario collettivo del cinema, del teatro, delle arti visive e delle espressioni artistiche di poeti e scrittori come Pound e Borges. Un viaggio complesso e affascinante, arricchito dalla vita di Dante, da una panoramica della Commedia e da una esauriente bibliografia. L’Autore: Paolo Montanari è nato a Pesaro, dove vive e lavora. Giornalista pubblicista, è membro di varie...
Il sentiero degli aghi di pino. Franz è un soldato tedesco coinvolto dalla Resistenza italiana in una operazione segreta. A guerra finita, come altri sbandati della Weermacht, si trova in Italia. Rimasto privo di memoria a seguito di un incidente stradale, viene attirato sulla collina di Monte Orlando, a Gaeta, dove ha combattuto, dal richiamo di un ricordo che non riesce a definire. Accolto da una famiglia di contadini del luogo, muore in strane circostanze, pronunciando parole misteriose. Dopo la sua morte, i suoi benefattori, in maniera rocambolesca e inaspettata, riceveranno la ricompensa per la loro generosità. La bambola insanguinata è uno spaccato delle violenze subite dalle popolazioni Aurunche durante la ritirata tedesca dalla Linea Gustav nella Seconda Guerra Mondiale. Il racconto, incentrato sul dramma di una famiglia di Spigno Saturnia, in provincia di Latina, ipotizza anche una sorta di nemesi storica che coinvolge i due principali responsabili della drammatica vicenda.
Che concezione ha Dante dell’amore? Qual è la differenza rispetto ai colleghi che lo hanno preceduto, in primis Guinizzelli e Cavalcanti? Che cosa sono per lui la giustizia, la libertà, il bello, l’arte? Su quali basi fonda la sua fede, e in che modalità essa traspare nella sua opera? Questo volume intende rispondere partendo da una rigorosa indagine testuale.
Tra la fine del xiv e l’inizio del xvi secolo in diversi centri dell’Italia meridionale si sviluppò una vita letteraria e artistica di grande rilievo. Oltre alla corte regia della capitale, ineludibile modello di riferimento e centro di attrazione, ne esistevano numerose altre, che costituivano altrettanti poli culturali, disseminati anche nelle province più remote. Poli rappresentati non solo da luoghi fisici di residenza, ovvero da palazzi o castelli, ma anche da fitte e straordinariamente ampie reti di relazioni, committenze, movimenti di persone e oggetti. Un particolare rilievo viene qui riservato ai Caetani, che fissarono la sede del loro potere tra Fondi e Sermoneta; ma trovano spazio per analisi approfondite anche altre corti, che ebbero radicamento cittadino, regionale o sovraregionale.
All’inizio del Novecento, processi di lungo periodo nello stabilire regole di comportamento, di rispettabilità, di socialità della cosiddetta “civiltà borghese” sembravano al culmine. Allo stesso tempo, si trattava di una società in cui la professione militare, l’orgoglio nazionale e la retorica della guerra occupavano un posto fondamentale – di una società che stava correndo verso il baratro della Prima guerra mondiale, con i gas, le trincee e lo shock di una disumanizzazione di massa come non se ne erano mai viste. Lorenzo Benadusi indaga questo apparente paradosso tra “civilizzazione” (seguendo Norbert Elias) e “brutalizzazione” (seguendo George Mosse) nell’Italia monarchica, coloniale e poi impegnata nella Grande guerra, puntando l’attenzione dello storico sull’educazione morale e civile del maschio borghese. Dalle avventure coloniali ai massacri del Carso, dalla missione civilizzatrice delle armi e delle armate italiane al contraccolpo della smobilitazione e della “vittoria mutilata”, tutta una costellazione di pratiche, miti, retoriche della mascolinità, della rispettabilità e del valore veniva a formarsi attraverso la lente del militarismo ...
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