Zucchero italiano
Autore: Roberto Faben
Numero di pagine: 224
Nel 1806 Napoleone decise di imporre il blocco continentale alle navi inglesi nei territori di dominio francese, dando così avvio alla produzione dello zucchero di barbabietola in Europa, che divenne antagonista a quello di canna. Anche l’Italia fu coinvolta e, sul finire del XIX secolo, nacque e si sviluppò un fiorente settore industriale che, incentivato poi dalla politica autarchica del regime fascista, giunse a contare nel 1957 ben ottantadue zuccherifici in attività. Cosa ne è oggi di questo importante settore? Qual è il futuro produttivo di quel bene prezioso che Alessandro Magno definiva «un miele che non ha bisogno di api»? L’Unione europea si colloca senz’altro tra i principali protagonisti del mercato, nonostante si sia assistito, con la riforma del 2006, a un ridimensionamento della capacità produttiva dagli oltre ventidue milioni di tonnellate del 2001 a poco meno di quindici milioni nel 2009-2010. Di conseguenza, dopo varie vicende spesso complesse della storia imprenditoriale e politica del nostro paese, come quella di Raul Gardini e della Montedison, le industrie zuccheriere si sono ridotte a poche unità, anche a causa del cambiamento d’indirizzo...