
Confesso
Autore: Enrico Montesano ,
Numero di pagine: 266"Ebbene sì, confesso. Mi metto a nudo! Nudo integrale? Pardon, confessione integrale? Beh, diciamo una confessione... in mutande." Enrico Montesano
"Ebbene sì, confesso. Mi metto a nudo! Nudo integrale? Pardon, confessione integrale? Beh, diciamo una confessione... in mutande." Enrico Montesano
Un thriller dal ritmo teso e con personaggi indimenticabili che riconferma il profondo interesse di John Grisham per i grandi temi sociali e di attualità; un'amara riflessione sul sistema giudiziario americano e soprattutto sulla pena di morte.
Per il Predicatore, chi non confessa a Dio le proprie colpe è un peccatore e come tale deve morire. Nel corpo, una croce d'argento; sul web, i filmati dei suoi crimini. Un nuovo caso per Smoky Barrett.
Poesia è termine d’origine latina, promanazione del greco, e significa, semplicemente e causticamente: fare. Fare il verso, ossia versus, participio passato del verbo latino vertere: girare, rigirare, tornare indietro. In quest’ottica Fortuna Della Porta inserisce nel suo lavoro il vortice visivo, fruibile con lo sguardo sul mondo contemplato nel nostro rutilare intorno ad esso dall’altezza di una giostra, la vita, che avrà la sua interruzione, il suo “Amen”. Di pagina in pagina, d’accento-accenno a denuncia, a frenesia, a burla, a brivido, a sempre accennata cronaca di disumanità, giungiamo a quest’ultima prece, a quell’eterno dilemma dell’essere noi corpi senzienti, peccati innocenti e, forse, anche inconscia eternità; illusi di dover rinnegare, con e per essa, l’amore.
Un negozio nel cuore della vecchia Barcellona, pieno di oggetti antichi e manoscritti rari. È qui che, alla metà del '900, Adriá Ardèvol cresce sotto lo sguardo del padre antiquario, uomo dal cuore freddo e dai molti segreti. È intelligente, Adriá, forse troppo, e lo studio costante lo porta, nel volgere di pochi anni, a imparare tredici lingue e a suonare il violino come un virtuoso. Ma il giorno in cui il padre Fèlix muore assassinato per strada, sarà proprio il violino - un prezioso Storioni del 1700 che il ragazzo ha scambiato con uno strumento di nessun valore - a risvegliare in Adriá il sentimento di una colpa che ha radici lontane, e che forse ci riguarda tutti. Perché sono gli oggetti - lo Storioni, una medaglietta d'oro del Medioevo, un vecchio cencio sporco e strappato - a spalancare le porte del passato, e a convocare i testimoni dimenticati di una storia densa di violenza e sopraffazioni, che dalle torture dell'Inquisizione ai convogli piombati di Auschwitz si ripete inesorabile attraverso i secoli. Autore tra i più letti e celebrati della letteratura europea, Jaume Cabré seduce il lettore con un romanzo trascinante e commovente, che è anche una accorata...
C’è che sono sempre stato convinto che nella vita di ognuno covino entusiasmi nascosti e inaspettati, ma io non avevo il coraggio di andarli a cercare. Poi ho avuto l’incoscienza di osare… Io dico sempre che ognuno di noi è come una bottiglia da un litro che puoi riempire di quello che vuoi. Io avevo riempito la mia vita di Pooh e nel mio litro di vita non c’è stato spazio per nient’altro fino al giorno in cui ho deciso di svuotare la mia bottiglia e lasciarla riempire di nuovi sapori…
In contemporanea con l’uscita del film A private war La vera storia di Marie Colvin Marie Colvin era la repor¬ter di guerra più famosa al mondo, sempre in prima li¬nea e pronta a tutto pur di far bene il suo lavoro. La ferita all’occhio sinistro e la perdita della vista, a causa della quale portava una benda nera, se l’era procurata proprio così, sul campo. Quando il «Sunday Times» la manda in Siria senza visto, insieme con il fotografo Paul Conroy, Marie capisce che si tratta di un viaggio molto pericoloso: lei e Paul dovranno infatti infiltrarsi tra i ribelli della città di Homs, nel cuore del conflitto, per raccontare al mondo intero gli orrori di una guerra senza quartiere. Si ritrovano all’inferno: edifici in fiamme, artiglieria pesante, centinaia di civili morti. Un missile centra la zona dove i due sono nascosti e nell’attacco Paul viene ferito, mentre Marie resta uccisa. In questo libro, Conroy ci racconta non solo la drammatica vicenda umana di Marie Colvin – una donna straordinaria, mossa dall’implacabile desiderio di testimoniare in prima persona atrocità e ingiustizie, e insignita di prestigiosi premi per la sua attività giornalistica, dal...
Dopo La modernità di un antimoderno, che raccoglie gli scritti storico-filosofici di Massimo Fini, pubblichiamo qui i tre libri più personali dell’autore: Di[zion]ario erotico. Manuale contro la donna a favore della femmina, Ragazzo. Storia di una vecchiaia, Una vita. Un libro per tutti. O per nessuno. Arricchisce il volume una lunga introduzione, una sorta di confessione su delle confessioni, al cui centro c’è il Tempo, il padrone inesorabile delle nostre vite, che è l’autentica ossessione di Fini. Questa raccolta chiarisce non solo la controversa e per certi versi deviante personalità di uno dei più singolari intellettuali italiani del nostro tempo, ma anche il suo altrettanto deviante pensiero. Come ha detto Renzo Arbore: «Fini è uno che guarda sempre da un’altra parte».
E’ comodo definirsi scrittori da parte di chi non ha arte né parte. I letterati, che non siano poeti, cioè scrittori stringati, si dividono in narratori e saggisti. E’ facile scrivere “C’era una volta….” e parlare di cazzate con nomi di fantasia. In questo modo il successo è assicurato e non hai rompiballe che si sentono diffamati e che ti querelano e che, spesso, sono gli stessi che ti condannano. Meno facile è essere saggisti e scrivere “C’è adesso….” e parlare di cose reali con nomi e cognomi. Impossibile poi è essere saggisti e scrivere delle malefatte dei magistrati e del Potere in generale, che per logica ti perseguitano per farti cessare di scrivere. Devastante è farlo senza essere di sinistra. Quando si parla di veri scrittori ci si ricordi di Dante Alighieri e della fine che fece il primo saggista mondiale. Le vittime, vere o presunte, di soprusi, parlano solo di loro, inascoltati, pretendendo aiuto. Io da vittima non racconto di me e delle mie traversie. Ascoltato e seguito, parlo degli altri, vittime o carnefici, che l’aiuto cercato non lo concederanno mai. “Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia,...
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