
Candido
Autore: Voltaire
Numero di pagine: 200L’opera più esilarante dell’epoca dei Lumi: un immortale elogio della libertà contro ogni oscurantismo
L’opera più esilarante dell’epoca dei Lumi: un immortale elogio della libertà contro ogni oscurantismo
Introduzione di Renato MinorePostfazione di G.B. AngiolettiTraduzioni di Paola AngiolettiEdizioni integraliAutentico gioiello letterario e filosofico, Candido, l’opera più celebre di Voltaire, è un esempio unico di perfetta congiunzione tra senso dell’ironia, inquietudine, metafisica e perfezione stilistica. La candida domanda «Perché esiste il male in questo mondo?» ha turbato i pensatori di tutti i tempi. Voltaire se la pone in tutta la sua attualità, nel corso del racconto, senza trovare una risposta definitiva, anzi, lasciandoci con il sospetto che questa in realtà non esista affatto. Ma ciò che pare senza dubbio esistere per Voltaire come uno dei piaceri più compiuti dell’umanità è la forza dell’arguzia e dell’intelligenza. Quella stessa forza che è alla base degli altri tre racconti filosofici proposti nel volume, L’Ingenuo, pubblicato nel 1772, Micromegas e Zadig, «curioso, divertente, morale, filosofico, degno di piacere a quelli che odiano i romanzi».VoltaireFrançois-Marie Arouet, che nel 1718 assumerà lo pseudonimo di Voltaire, nacque a Parigi nel 1694. Nel 1718 era già un celebre tragediografo; nel 1726, come conseguenza di un duello,...
I trinariciuti dell'"obbedienza cieca, pronta, assoluta" e del "contrordine compagni"; i racconti del "Mondo piccolo" con don Camillo e Peppone; i non dimenticati "Visto da sinistra, visto da destra", "Lettere al Postero" e "Giro d'Italia". Idee e realizzazioni di disegni, vignette, pagine scritte, fi rmati "Giovannino Guareschi", che costituirono gli elementi portanti della sua attività di direttore e animatore di "Candido". Già, "Candido". Ve lo ricordate? Diciamo per i più in là con gli anni. Lo volete vedere, cioè, ne volete un "campione"? Diciamo per le giovani generazioni. Un "distillato" di quelle pagine famose è rappresentato da questo libro, che s'intitola, appunto, Mondo Candido 1946 1948. Carlotta e Alberto Guareschi hanno operato un'oculata scelta di scritti e disegni delle prime tre annate del famoso settimanale nato sulle ceneri di "Bertoldo", per dare un'immagine, per raccontare una pagina di storia d'Italia dell'ultimo dopoguerra, tormentato, avvelenato dallo spirito di fazione, dagli odi di parte, con intolleranza, minacce, paure, morte. Professare valori come libertà, riconciliazione, democrazia non era facile. Però, Guareschi, che nei lunghi mesi passati ...
Mondo Candido 1948-1951 è la continuazione di uno spaccato di storia italiana del dopoguerra, oltre che dell'attività di scrittore, disegnatore e polemista di Giovannino Guareschi in un periodo ancora non pacificato, come quello compreso tra il 18 aprile 1948 e i primi mesi del 1951. Se, con la sconfitta del Fronte popolare, l'Italia si inseriva nel contesto delle democrazie occidentali, i pericoli per la libertà non erano comunque cessati. Continuavano infatti gli omicidi, le intimidazioni e le violenze dell'estrema sinistra. Perdurava, insomma, un clima che non si conciliava con la libertà. Su questo aspetto, Guareschi non si stancò di insistere. Come non si stancò di impegnarsi nella campagna sui prigionieri italiani in URSS, argomento tornato d'attualità a tanti anni di distanza allorché, con la caduta del comunismo, dalla stessa ex Unione Sovietica emerge quel che allora "Candido" scriveva. Ma non sono soltanto questi gli elementi di polemica e di battaglia che si trovano nel volume realizzato da Alberto e Carlotta Guareschi. Ci sono le preoccupazioni del padre per la corruzione dei politici, per le prime avvisaglie di bustarelle (le future tangenti), e ci sono le...
Nelle pagine di Mondo Candido 1951-1953 continuiamo a rivedere momenti della storia d'Italia del dopoguerra. Scorrono così sotto i nostri occhi l'alluvione del Polesine e la crisi governativa, le carenze e le inefficienze dello Stato, i fermenti patriottici dei triestini e la politica opportunista inglese che non voleva spiacere a Tito, gli strascichi della guerra civile con processi e polemiche alle quali Guareschi non si sottrasse, portando, al contrario, un contributo di forte desiderio di pacificazione e di giustizia (si leggano le pagine su Roasio e Moranino, partigiani rossi che si erano spinti oltre pure e semplici "azioni di guerra"), e gli strascichi sulle vicende dei prigionieri di guerra italiani in Russia. E quindi i temi dell'educazione della gioventù, della libertà di stampa, della spettacolarizzazione delle disgrazie, eccetera, eccetera: temi in gran parte ancora irrisolti ai giorni nostri. Il tutto, inframmezzato da spezzoni delle vicende tratte da "Mondo piccolo". Fu quello, infatti, il periodo che vide non soltanto il successo internazionale del primo volume di racconti con protagonisti il sindaco rosso Peppone e il grosso parroco della Bassa don Camillo, ma...
Candido, o L'ottimismo : racconto satirico (Candide, ou l'Optimisme in francese) è un libello allegorico-filosofico, scritto in polemica con Leibniz e il suo "migliore dei mondi possibili", è rimasta l'opera più famosa di Voltaire. A motivare lo scrittore francese fu probabilmente il terremoto di Lisbona del 1755 che distrusse la città e causò molte vittime. Voltaire parte da una visione disincantata del mondo alla quale contribuirono sicuramente le numerose persecuzioni che dovette subire. Nonostante la presa d'atto dell'esistenza del male, non risulta che Voltaire nel Candido voglia esaltare il pessimismo, piuttosto si limita a stigmatizzare la pretesa di "vivere nel migliore dei mondi possibili", precetto cardine della filosofia di Leibniz. Non a caso Voltaire sceglie di incarnare il filosofo tedesco nella figura del precettore Pangloss, intento a istruire il giovane Candido a vedere il mondo che lo circonda con ottimismo, sebbene si succedano in continuazione controversie e disavventure. Nota: gli e-book editi da E-text in collaborazione con Liber Liber sono tutti privi di DRM; si possono quindi leggere su qualsiasi lettore di e-book, si possono copiare su più...
Candido è un giovane ingenuo e sincero. Orfano dei genitori si dice tuttavia sia figlio illegittimo della sorella del barone tedesco nel cui castello è ospitato. Pangloss è il precettore che il barone gli assegna. Candido si innamora, ricambiato, della bella figlia del barone, Cunegonda, che con lui segue le lezioni di Pangloss e per questo viene scacciato dal feudo. Arruolato a forza nell'esercito bulgaro, che ha appena saccheggiato i possedimenti del barone e rapito la bella Cunegonda, viene condannato alla pena capitale per diserzione. Ma il re bulgaro decide di graziarlo e, una volta libero, Candido ritrova il suo precettore Pangloss. I due riparano in Portogallo dove assistono al terremoto di Lisbona del 1755 e dove il povero Pangloss viene condannato a morte dall'Inquisizione. Candido fugge quindi nel Nuovo Mondo e, dopo mirabolanti avventure in tutte le terre conosciute del globo, ritrova Pangloss miracolosamente scampato all'impiccagione e, a Costantinopoli, l'amata Cunegonda. A Costantinopoli Candido e Cunegonda e gli amici conosciuti durante le loro avventure decideranno di vivere in una piccola fattoria perché, alla fine, il migliore dei mondi possibili è soltanto...
Con "Candido o l'ottimismo", Voltaire replica a Rousseau (Lettre sur la Providence-Lettera sulla Provvidenza) e sopratutto ai filosofi ottimisti, discepoli di Leibnitz e Wolf. Ogni capitolo ci mostra una nuova forma di male: male metafisico, naufragi, terremoti, male proveniente dagli uomini, dalla loro violenza(guerra, fanatismo, schiavitù), dalla loro furbizia, dalla loro falsità. Non sono i ragionamenti dei metafisici che porranno fine a questi mali! Nella conclusione Voltaire ci propone una soluzione di morale pratica: il ritiro del contadino turco e sopratutto il lavoro, sorgente del progresso materiale e morale, che renderà gli uomini più felici. Il filosofo ha infuso in questo romanzo la sua esperienza, la sua ingenuità di giovane uomo, i suoi viaggi, la maturazione del suo spirito, il rifugio a Ferney dove andava a "coltivare il suo orto". "Candido" raggiunge la perfezione nell'arte del romanzo filosofico. Voltaire sa velare, attraverso la varietà e il burlesco della narrazione, la monotonia della tesi. E' in "Candido" che occorrerebbe studiare tutte le sfumature dell'ironia volterriana.
ePub: FL0077; PDF: FL1310
Un imminente futuro fa da cornice a un mondo nel quale la tecnologia, invece di emancipare il genere umano, ha moltiplicato lo sfruttamento e le disuguaglianze sociali a livello esponenziale, arrivando a esercitare un controllo asfissiante sull’esistenza delle persone. Candido non è più il giovane ingenuo del capolavoro filosofico di Voltaire, ma un rider che, per guadagnarsi da vivere, pedala senza sosta su e giù per la città al soldo dei colossi del delivery. Un misterioso algoritmo, che tutto sorveglia e tutto stabilisce, è il sovrano indiscusso, sostenuto con forza da un novello Pangloss che appare come un ologramma sulle facciate dei palazzi, ripetendo in ogni angolo della città il potente mantra: “Tutto va bene”. Ben presto però l’ottimismo di Candido si affievolisce, scontrandosi con la dura realtà quotidiana: un lavoro sfiancante e uno stipendio che non basta mai, una madre di cui occuparsi e una casa che cade a pezzi, un amore virtuale che non può dargli ciò che lui davvero desidera. Una serie di tragicomici eventi fa maturare in lui il disincanto, finché esplode la rabbia di chi si accorge di essere solo la minuscola parte di un ingranaggio di una...
En la quinta del Señor baron de Tunderten-tronck, título de la Vesfalia, vivia un mancebo que habia dotado de la índole mas apacible naturaleza. Víase en su fisonomía su alma: tenia bastante sano juicio, y alma muy sensible; y por eso creo que le llamaban Candido. Sospechaban los criados antiguos de la casa, que era hijo de la hermana del señor baron, y de un honrado hidalgo, vecino suyo, con quien jamas consintió en casarse la doncella, visto que no podia probar arriba de setenta y un quarteles, porque la injuria de los tiempos habia acabado con el resto de su árbol genealógico. Era el señor baron uno de los caballeros mas poderosos de la Vesfalia; su quinta tenia puerta y ventanas, y en la sala estrado habia una colgadura. Los perros de su casa componian una xauria quando era menester; los mozos de su caballeriza eran sus picadores, y el teniente-cura del lugar su primer capellan: todos le daban señoría, y se echaban á reir quando decia algun chiste.
Cándido figura a la cabeza de todas las novelas y cuentos de Voltaire como la pieza indiscutible del arte narrativo del Siglo de las Luces. Es una novela de aprendizaje, y su héroe un optimista que ha asimilado las teorías del providencialismo leibniziano: cree a pies juntillas que el mundo es un paraíso, a pesar de que, desde la primera línea, la realidad se encarga de negarlo.
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