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Patrimoni da svelare per le Arti del futuro

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 306

Gli atti del Convegno Patrimoni da svelare per le arti del futuro – tenuto all’Accademia di Belle Arti di Napoli dal 13 al 15 giugno 2013 e promosso dal Miur, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica – si collegano al volume Accademie/Patrimoni di Belle Arti, a cura di Giovanna Cassese, edito da Gangemi nello stesso anno, la prima ricognizione unitaria sui patrimoni materiali e immateriali delle istituzioni di Alta Formazione Artistica. Le Accademie sono da sempre luogo eminente di dibattito sulle arti e ganglio fondamentale nel sistema dell’arte, in cui memoria, identità e futuro si intersecano per formare artisti, designer, scenografi, restauratori ed esperti di didattica dell’arte. Alla mission di formazione universitaria, di didattica, ricerca e produzione, fondata sul laboratorio in cui conoscenza, competenza e capacità esaltano l’eccellenza dei saperi della mano, tra tradizione e innovazione, si unisce quella di essere insieme patrimonio della nazione, perché le Accademie sono cariche di storia e di know-how, di beni materiali e immateriali. Le tre giornate di studio riportano l’attenzione sulle Accademie e i loro preziosi patrimoni, nati nei ...

Il Giardino e l'Arsenale

Autore: Paolo Baratta

Numero di pagine: 480

Che ruolo ha un’istituzione pubblica di cultura? E quale la sua «forma»? Esiste un paradigma, un modello da emulare ed esportare? Paolo Baratta, grande protagonista della Biennale di Venezia per oltre vent’anni, ne scrive il racconto in prima persona, tra memoria culturale, cronaca personale e analisi economico-politica. Al fine di introdurre alle dinamiche di una realtà tanto complessa e affascinante, l’autore delinea le vicende e tratteggia le personalità che l’hanno guidata, restituisce i fermenti e le contraddizioni che l’hanno attraversata e il contesto di alcune opere e artisti che l’hanno segnata e caratterizzata. Non meno importante è l’indagine dei rapporti con la politica e dei cambiamenti istituzionali, dalle origini fino agli anni novanta. La grande riforma del 1998 infatti, che coincide con l’inizio della presidenza Baratta, trasforma la Biennale in un soggetto pubblico imprenditoriale, aprendo la strada a un’autonomia e indipendenza tanto attese dopo decenni di instabilità e incertezze. Tra intuizioni, scelte difficili, battaglie e conquiste, un percorso appassionante in cui si ricostruiscono le tappe del ridefinirsi di un’istituzione che si ...

Il cinema muto italiano

Autore: Gian Piero Brunetta

Numero di pagine: 486

Tra dive e colossal, intellettuali e masse popolari, ambizioni universali e superomismo dannunziano, Quo Vadis e La signora delle camelie, Gian Piero Brunetta traccia la sfolgorante parabola di ascesa e tramonto del cinema made in Italy degli albori. Il cinematografo arriva da noi nel 1896, a pochi mesi dall'invenzione dei fratelli Lumière, ma bisogna attendere il 1905 – con la proiezione romana del film che, in dieci minuti e sette quadri, ricostruisce la Presa di Porta Pia – per festeggiare la nascita ufficiale del cinema italiano. Le nostrane ‘fabbriche delle films’, come vengono chiamate, sono piccole imprese a conduzione familiare che cullano tuttavia ambizioni industriali. Nella scelta dei soggetti si attinge al meglio della letteratura, dell'arte e del teatro, e grandi nomi della cultura del tempo – uno su tutti, Gabriele D'Annunzio – vengono coinvolti nell'ideazione di trame e musiche, o nella riduzione delle proprie opere. Le produzioni sono grandiose: Quo Vadis?, Marcantonio e Cleopatra, Giulio Cesare, Gli ultimi giorni di Pompei e Cabiria. Il cinema fa sognare, infiamma il patriottismo popolare alla vigilia della Grande Guerra, conquista il pubblico...

Snodi di critica

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 338

Gli anni Trenta «non sono un decennio – scrive Elena Pontiggia – sono un secolo». L’epigrafe coglie in pieno il valore di un periodo frastagliato e denso della vita culturale italiana. Un periodo di cui questo volume fornisce un’analisi che, con aperture e affondi, rileva la varietà delle possibili correlazioni critiche tra le dimensioni dei musei, delle mostre, del restauro, delle tecniche e della diagnostica artistica misurate in rapporto alle istanze coeve della compagine internazionale interpretata da un protagonista come Henry Focillon. Dentro un quadro intenso di rimandi si sono colte strategie ed evidenziate incoerenze che intercettano i percorsi culturali dei protagonisti coinvolti da Giovannoni a Giglioli, da Pacchioni a Venturi, a Longhi, Brandi, Mariani, Marangoni, Bottari, Ortolani, Gargiulo, Argan, Pallucchini, Morassi, Ragghianti, Pagano, Persico. Sullo sfondo, il dibattito critico ed estetico che, nelle alterne vicende dell’assimilazione crociana, incontra i contenuti dell’estetica fenomenologica di Antonio Banfi dentro uno scenario denso di contaminazioni e scarti tra i paradigmi disciplinari tradizionali dell’archeologia, della storia dell’arte...

Il viaggio dell'icononauta

Autore: Gian Piero Brunetta

Numero di pagine: 517

Le teorie della visione di Leonardo ed i suoi studi sull'occhio e sulla camera oscura sono una delle tappe della ricerca e riflessione storica sulla visione e l’immaginazione dal Rinascimento alla fine del sec. 19°.

Mario Sironi

Autore: Elena Pontiggia

Numero di pagine: 304

«L’arte non ha bisogno di riuscire simpatica, ma esige grandezza» ha scritto Sironi. Sono parole che si attagliano anche a lui, pittore di periferie inospitali eppure imponenti come cattedrali moderne. Futurista a partire dal 1913, Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961) negli anni venti ha espresso l’aspetto più duro della città e della vita contemporanea, ma insieme ha dato ai suoi paesaggi urbani la forza delle architetture classiche e alle sue figure la solennità dei ritratti antichi. Di una classicità moderna, è stato infatti uno dei maggiori protagonisti tra le due guerre: prima con il movimento del Novecento Italiano, che si forma a Milano nel 1922; poi con il sogno visionario di una rinascita dell’affresco e del mosaico. Amico personale di Mussolini e fascista della prima ora, Sironi ha dato forma nella sua pittura murale degli anni trenta alla dottrina nazionalistica e sociale del regime – non alle leggi razziali che non ha mai condiviso – ma il suo desiderio di ritornare alla Grande Decorazione antica gli era nato già durante la giovinezza trascorsa a Roma, quando, come diceva, passavano davanti ai suoi occhi «gli splendidi fantasmi dell’arte...

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