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Museo è contemporaneità

Autore: Paolo Biscottini , Annalisa de Curtis

Il mondo è negli occhi di chi guarda. Abbiamo bisogno di occhi nuovi e di parole nuove per costruire il presente. Il museo non può sottrarsi a questa responsabilità, a cui lo sguardo a un tempo museologico e museografico vuole sperare di contribuire. La contemporaneità non definisce un’epoca, ma caratterizza il presente, qualunque esso sia. Da questa idea connessa allo scorrere del tempo deriva il tema del cambiamento che ogni museo può coraggiosamente affrontare, riconoscendo a ognuno il diritto di porsi al suo interno come se fosse ogni volta il primo visitatore. Così il museo si trasforma in una realtà viva e dinamica, capace di interpretare il presente nel contesto storico di riferimento, sapendo illuminare lo sguardo della persona che ne attraversa gli spazi, suggerendole l’esperienza dell’opera d’arte o del frammento esposto, non solo in senso genericamente conoscitivo o estetico, ma personale.

L'immagine diario del silenzio

Autore: Paolo Biscottini

La lettura dell’immagine scava nelle profondità dell’animo e ne disvela il sentire. è memoria che silenziosamente riveste il presente, dilatandolo oltre i confini del tempo. La riflessione su alcune opere d’arte e una breve digressione su Rothko, visto per la prima volta a sedici anni, conducono l’autore al misterioso “farsi” della poesia e dunque dell’arte, dove ritrovarsi e scoprire con uno sguardo nuovo il mondo intero. Paolo Biscottini vive a Milano dove dirige il Museo Diocesano, di cui è stato uno dei fondatori alla fine degli anni Novanta. È stato direttore dei Musei Civici e della Villa Reale di Monza e di Palazzo Reale a Milano. Attualmente affianca alla direzione del Museo l’insegnamento di Museologia e di Istituzioni di Storia dell’Arte all’Università Cattolica di Milano, dove dirige un Master in Museologia e Museografia. Ha realizzato mostre di arte moderna e contemporanea, e pubblicato libri, cataloghi e saggi di Storia dell’Arte e di Museologia.

Antonio Piva

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 198

La lunga e intensa attività di Antonio Piva, architetto e docente universitario, documenta un saldo e costante impegno intellettuale sul progetto di architettura, affrontato con sensibilità, misura e senso di responsabilità. In base a un’idea di ragione e di progresso non riducibile a soluzioni autoreferenziali, la sua azione si confronta con le condizioni e le molteplici mediazioni del contesto, introducendo lo stimolo di argomentazioni teoriche innovative come risorse per il progetto. L’attenzione di Piva ai riferimenti della contemporaneità traccia un nuovo indirizzo della cultura del progetto nella "Scuola milanese": l’inserimento dell’atto progettuale alla scala architettonica nel quadro interpretativo dell’attualità, come riflesso delle trasformazioni culturali e sociali. Instancabile organizzatore di eventi nella Facoltà di Architettura di Milano,Antonio Piva può essere definito un vero e proprio operatore culturale che ha aperto il progetto ai grandi temi dell’architettura: la città multietnica, la rete musei-territorio, il rapporto giardino paesaggio, gli archivi di architettura, le relazioni tra architettura e politica. La ricerca dell’integrazione...

Oltre l'architettura. L'ultima pioggia

Autore: Antonio Piva

Numero di pagine: 176

Collana Architettura e Complessità diretta da Antonio Piva "C'è da rifare il tetto. Con l'ultima pioggia nel soggiorno sopra la finestra che guarda il lago, un rigagnolo d'acqua aveva alimentato una pozza che si era allargata sul davanzale e poi si era trasferita sul pavimento di piastrelle verdi formando un alone in movimento progressivo". Così si apre questo strano viaggio dell'autore, un viaggio nello spazio e nella memoria, una continua digressione tra passato e presente, tra storia e immaginazione, tra esperienza e sentimento. Siamo nella casa di Galliate Lombardo, una costruzione progettata da Franca negli anni Cinquanta È da questa straordinaria architettura, ancorata alla terra e protesa verso il lago di Varese, che prende vita il racconto, una narrazione che origina dallo spazio reale e attuale in cui sono sedimentate non solo le tracce di un passato che impelle per riproporsi, ma anche le premesse per accogliere e accompagnare il cambiamento connesso al fluire della vita. È dunque l'architettura il filo conduttore del racconto, un'architettura fatta di spazi e di paesaggi attraversati, abitati, vissuti. E di persone che a quegli spazi si sono indissolubilmente...

Il nobile silenzio

Autore: Matteo Nicolini-Zani

Il volume contiene uno sguardo sintetico al tema del silenzio in rapporto alla vita di Buddha e alla vita dei discepoli raccolti nella san ̇ gha, la comunità buddhista. Il non parlare è il parlare del Buddha; il suo è un silenzio terapeutico che ha un carattere pragmatico: la “bramosia metafisica” dei suoi discepoli può solo essere placata e curata da un silenzio che lascia spazio soltanto a quelle poche parole che indicano un sentiero, dunque una pratica umana e spirituale, per arrivare a liberarsi dalla sofferenza. Nel contesto della prassi monastica buddhista, varie sono le declinazioni del “nobile silenzio”: il silenzio come dimensione della vita di rinuncia e di distacco, il silenzio di colui che siede in solitudine, ovvero il silenzio interiore della mente raccolta in sé, e il silenzio come discernimento della parola.

Condannate al silenzio

Autore: Marina Benedetti

Il volume intende indagare luci e ombre sulle eretiche medievali che, quanto più diventano protagoniste di un’avventura di libertà religiosa, tanto più risultano assenti, nonostante una ricca presenza qualitativa e quantitativa nella documentazione. Il percorso parte dal “silenzio” delle eretiche del XII secolo per giungere al rovesciamento del “silenzio” che caratterizza l’attenzione intorno alla creazione del fenomeno della stregoneria.

Un silenzio aurorale

Autore: Silvana Baldini

L’ospedale come luogo di cura e di conoscenza. Come crocevia di linguaggi. I silenzi della giornata ospedaliera. Dove sono e come sono. Nell’elaborazione della diagnosi. In terapia intensiva. A fianco del malato terminale. Nell’ascolto delle storie di vita dei pazienti. Il racconto di un’esperienza pratica. Da una crepa troppo ampia non passa alcuna meraviglia.

Oltre il tempo. Vol. I

Autore: Pietro Bondanini

Numero di pagine: 195

Il cambiamento segue il ritmo dei giorni: quello economico ha il corso degli anni; quello culturale e sociale dura secoli; quello religioso è plurimillenario. Da sempre tentiamo di percepire, con maggior chiarezza, la misura entro la quale si è liberi dal bisogno e, per questo, è auspicata la richiesta di rinnovare la società secondo un paradigma valido, per giungere alla consapevolezza che libertà equivale a qualità di vita.

“E mi coprii i volti al soffio del Silenzio”

Autore: Sergio Daniele Donati

L’ebraico antico, nel descrivere un individuo, raramente conosce il singolare della parola volto. Di un individuo si parla spesso de ”i volti” (Panim), che sono dunque manifestazione di un’identità plurale e collettiva. Di fronte alla manifestazione del Silenzio l’uomo in cammino spirituale si copre dunque “i volti”, in un commovente gesto di pudore e protezione. Ma “guardando e rimirando” l’armonia di quel gesto, mi sono sempre chiesto se la stessa non potesse anche significare un anelito all’unità, o quanto meno all’armonizzazione dei nostri “esseri”. Il Silenzio, specie quello biblico, è un richiamo all’elevazione e all’unità, e al contempo il Silenzio è la memoria della perdita di quella stessa armonia.

Cercatori di silenzio

Autore: Paolo Anselmi

Il taccuino commenta i risultati della ricerca condotta tramite il questionario sul silenzio ospitato nel 2015-2016 sul sito di Accademia. 180 “cercatori di silenzio” raccontano, sulla base della propria personale esperienza, quale valore e quale significato ha questa dimensione nella vita di coloro che con continuità la frequentano. Il silenzio appare come condizione per vivere momenti di semplicità ricca di senso, spazio fertile per la riflessione e l’attività creativa, attitudine che consente l’ascolto consapevole di sé, della natura e degli altri. E anche componente di uno stile di vita più attento, più calmo e più gentile e dunque per più aspetti alternativo a quello oggi dominante.

Bibliografia agiografica italiana 1976-1999

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 361

Frutto di sei anni di lavoro e della collaborazione di una ventina di soci dell’Associazione italiana per la storia della santità, dei culti e dell’agiografia (AISSCA), questa Bibliografia agiografica italiana, con le sue 3.638 schede, in gran parte corredate di commento, e con l’ampio indice analitico (con i nomi dei santi, dei luoghi, degli autori e dei personaggi che lo corredano), offre un quadro pressoché completo degli studi internazionali degli ultimi decenni sui santi italiani. La bibliografia, organizzata in nove sezioni, costituisce uno strumento complesso, utile per la conoscenza di una stagione fiorentissima di studi, indispensabile per chiunque si avvicini all’agiografia, ai culti e alla santità, con le innumerevoli problematiche ad essa connesse. Con questo volume l’AISSCA inizia la sezione Strumenti, che si accompagna alla pubblicazione degli Atti dei Convegni, organizzati periodicamente.

Diario di Ponary

Autore: Kazimierz Sakowicz

Piccole strisce di carta infilate in bottiglie di limonata conservano il ricordo delle migliaia di colpi di fucile esplosi nel bosco di Ponary, località nei dintorni di Vilnius, a partire dal luglio 1941 fino al novembre 1943, periodo nel quale oltre 60.000 ebrei polacchi e russi furono lì massacrati e gettati in enormi fosse dai nazisti tedeschi e dai lituani collaborazionisti. A registrare la Shoah della cosiddetta “Gerusalemme di Lituania” fu il giornalista Kazimierz Sakowicz. In un diario sconvolgente e oggettivo, Sakowicz ha annotato il numero delle vittime, la vendita dei loro vestiti agli abitanti del luogo, i flussi di camion che per oltre due anni sono transitati davanti alla sua abitazione trasportando prigionieri diretti al luogo delle loro esecuzioni. Sebbene l’autore non sia sopravvissuto alla Seconda guerra mondiale, queste pagine, tradotte per la prima volta in italiano, arrivano a noi come una delle poche e meglio documentate testimonianze della follia antisemita in terra lituana.

L’esperienza giuridica del silenzio

Autore: Vincenzo Vitale

Dopo un rapido e necessario inquadramento teoretico sul tema del silenzio, anche con riferimento alle dimensioni teologiche, filosofiche, esistenziali che ne accompagnano la consistenza, si presenta una piccola fenomenologia del silenzio, come la si può cogliere all’interno della dimensione giuridica della esistenza umana. Alla fine di questo piccolo viaggio fenomenologico, si potrà apprezzare come – al contrario di ciò che comunemente si pensa – il diritto parli anche, e forse soprattutto, attraverso il silenzio. Un orizzonte di comprensione diverso e originale dunque e molto fecondo anche nella prospettiva della formazione della coscienza giuridica contemporanea.

Emozione, silenzio e parola nell’opera di Louis-Ferdinand Céline

Autore: Elio Nasuelli

Nell’opera e nella poetica di Céline il silenzio riveste una dimensione strutturale: i famosi trois points, i punti di so-spensione, traforano la prosa per diventare la più ricono-scibile delle cifre stilistiche céliniane. Intervalli ritmici che cadenzano la frase musicale e spezzano l’ordine gramma-ticale per restituire l’emozione, prelinguistica e muta. Nell’orizzonte semantico il silenzio si alterna alla parola per significare il non detto; è questa l’intenzione del di-scorso di denuncia, dell’uomo e della società, che percor-re i romanzi per acquistare una evidenza ideologica nei pamphlet antisemiti. In stretta aderenza al testo autorale, lo studio rintraccia le valenze e le figure del silenzio per provare a ricomporre l’immagine intera di un’opera e di uno scrittore riconosciuto oggi come un classico mentre ne ri-mane impedita la conoscenza integrale degli scritti.

La resistenza del silenzio

Autore: Bruna Peyrot

Parole e “cose” sembrano animarsi solo nei rispettivi universi, in un reciproco isolamento che estromette lo stesso individuo che le pratica. L’educazione civica è ormai una lingua antica. L’“altro” non è più un’abitudine della convivenza, cieca ormai al limite umano. Sempre più il pensiero critico è al margine perché poco si cerca l’autenticità e molto l’approvazione. Questo humus culturale prepara forme di totalitarismi sottili che penetrano nelle soggettività delle persone, le quali, ignare delle regole democratiche, sono rese consenzienti a svolte autoritarie. Solo la resistenza del silenzio può arginarle, recuperando la consapevolezza dell’esistere. È un silenzio a due dimensioni. Una, più personale, può incontrare anche la propria spiritualità, l’altra può essere un atto politico, muta denuncia di una condizione d’insopportabilità che nella storia ha molti testimoni (dalla devotio privata ugonotta del XVIII secolo alle “catene del silenzio” di Alessandria d’Egitto...).

Disabile chi?

Autore: Roberto Cescon

Negli ultimi anni la disabilità è entrata nella retorica mediatica grazie a una serie di libri che ha avuto il merito di raccontare le asperità di quest’esperienza (sdoganando pensieri indicibili in cui persino un genitore è avvolto), e grazie a una maggiore presenza di disabili negli spazi televisivi e nella rete, dove si denunciano discriminazioni sociali e si descrive la dimensione quotidiana di questa condizione. Tuttavia tale esposizione mediatico-letteraria serve solo a estetizzare la disabilità per spingere all’indignazione o per rappresentare una sorta di riscatto consolatorio – “sì, lui è così, ma ce l’ha fatta”. Questo atteggiamento edificante rischia di non rivelare il reale valore della disabilità, che riguarda la vulnerabilità della nostra specie esposta al rischio biologico dei giorni (tra l’altro, un potente rimosso del western way of life). Per evitare l’accettazione fantasma dovremmo ripensare un concetto più fluido di norma solo dopo aver scelto di restare fedeli a questa immanente rottura nell’ordine dell’esistenza.

La fiction e la vita

Autore: Stefano Calabrese

Il volume studia gli effetti della fiction (romanzi, film, serial TV) sul corpo in termini di incremento dell’empatia, diversificazione dei trasmettitori neurochimici, consolidamento del Sé, miglioramento delle capacità di mind reading, terapia dell’autismo, ecc. Si tratta di argomenti che la comunità scientifica internazionale sta scoprendo proprio in questi anni e ancora poco noti in Italia, di cui ha parlato un articolo apparso su “Nature” di recente. Il volume documenta il fatto che oggi le fiction “fanno bene” e ne spiega a lungo le ragioni, mentre in passato gli effetti erano considerati negativi, come appare evidente dal case-study dedicato ai lettori normanni di Madame Bovary e al gioco di identificazioni incrociate cui essi hanno dato luogo.

Silenzio di bosco, rumore di sé

Autore: Nicolò Rubbi

Per alcune persone il silenzio non è un luogo dorato, semmai un lusso che non riescono a permettersi. Quando la sofferenza è forte, lo si cerca come uno spazio edenico irraggiungibile, laddove si farebbe senz’altro meglio ad accettare il proprio rumore e a cercare di conoscerne la provenienza. Quando la terapia psicologica incontra uno sport di endurance, le due discipline si possono fare luce a vicenda. Perché non vi è differenza tra la sopportazione di un dolore fisico e di un dolore psicologico. Così, di chilometro in chilometro, gli strumenti guadagnati grazie all’analisi trovano nel raccoglimento della corsa di lunga distanza un modo per misurarsi con l’inconscio e col suo brusio di fondo, con le sue urla, coi suoi richiami. Incrementando a ogni lunghezza raggiunta la capacità di accettare il proprio chiasso e perfezionando lo sforzo di concertarlo a favore di sé e mai più contro.

Singolare femminile

Autore: Nicoletta Polla-Mattiot

Il silenzio è un attributo femminile da secoli e nelle più diverse culture: una storia del silenzio è sempre una storia delle donne. I proverbi dicono, in tutte le lingue, che “il silenzio è il miglior ornamento di una donna”: parte da qui un viaggio nel tacere femminile scelto e imposto, cercato e subito. E nelle donne che lo incarnano: eroine letterarie, personaggi reali o d’immaginazione, archetipi in cui risuona il destino comune e pur tuttavia l’esperienza singolare femminile. Tacita, Penelope, la Mite, le Sirene, Difred, Maria sono i nomi di migliaia di madri, figlie, spose, esistenze anonime ridotte al silenzio. Che qui tornano a parlare.

La follia del nucleare

Autore: Alfonso Navarra , Luigi Mosca , Mario Agostinelli

Il 7 luglio 2017 si è verificata la svolta storica del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari – TPAN, caratterizzata anche dal successivo riconoscimento, a fine anno, del ruolo della società civile con il premio Nobel per la pace conferito alla Rete ICAN (International campaign to abolish nuclear weapons). Allo stesso tempo sembra però profilarsi all’orizzonte una nuova “guerra fredda” e il rischio di un conflitto nucleare comincia a riaffacciarsi persino nella consapevolezza pubblica, come si legge nella prefazione di Alex Zanotelli e nell’introduzione di Laura Tussi e Fabrizio Cracolici. La spinta propulsiva del “percorso umanitario” verso il disarmo nucleare, sfociato nel TPAN, può subire rallentamenti. Il rilancio, perciò, dovrebbe passare anche per la via di nuovi percorsi complementari, in particolare attraverso la sua integrazione nel percorso di Parigi per il contrasto al cambiamento climatico. È a partire dalla situazione sopra delineata che, in questo libro, gli Autori intendono proporre una riflessione critica ed innovativa sulla “follia” del problema nucleare (detto mediaticamente “atomico”) nei suoi multiformi aspetti tecnici, sociali...

Gli infiniti silenzi di Giacomo Leopardi

Autore: Patrizia Landi

Per un poeta-filosofo come Giacomo Leopardi, in cui il canto, i suoni, la voce occupano un posto assolutamente rilevante, sembra quasi impossibile poter parlare di silenzio, addirittura di tanti e diversi modi di silenzio. Eppure il silenzio in Leopardi rappresenta un momento essenziale di riflessione ermeneutica: su se stesso, sulla propria esistenza e sui propri desideri di gloria; sulla caduta inesorabile delle illusioni giovanili; sulla persistenza, o meglio, sulla provvisorietà della storia, soprattutto quella degli antichi, e dei suoi insegnamenti; sulla natura delle cose, del cosmo e dello spazio; sulla morte e la precarietà degli esseri sensibili (uomini, animali, piante). Infiniti silenzi che mirano tutti, come sempre accade nell’opera di Leopardi, sia in versi sia in prosa, a porre l’umanità di fronte alla propria fragilità e al proprio dolore – “fatali” entrambi – di cui unica responsabile è la Natura, “madre... di parto e di voler matrigna”.

Parole, silenzi e non-detti nelle organizzazioni

Autore: Maria Giovanna Garuti

Il taccuino propone uno sguardo insolito sul mondo organizzativo. L’organizzazione è intesa come spazio antropologico in cui si scambiano beni immateriali e non solo materiali. Si vuole riflettere a partire da situazioni di esperienza professionale sulla natura, il peso e il senso delle parole e dei silenzi che accompagnano e strutturano la vita delle persone al lavoro.

La parola sospesa

Autore: Maristella Bellosta

Il silenzio imposto dall’afasia ci obbliga a prendere coscienza della nostra vulnerabilità. In questa sofferta consapevolezza c’è un dono nascosto: la compiutezza che ognuno di noi cerca per sé. La parola sospesa dell’afasico rappresenta il tempo della possibilità, l’opportunità di rispondere alle richieste impensate e impensabili della vita. Chi è obbligato al silenzio sperimenta la resilienza, lo strenuo coraggio della ri-partenza, la passione per la propria originalità. La negatività, pur affrontata con umanissima furia, induce a superare le soglie, a entrare in uno spazio trasformativo. Sull’altro fronte, chi parla con l’afasico impara ad ascoltare, a valorizzare la sosta e la pazienza, a coltivare l’empatia: deve essere capace di aprire lo sguardo, accogliendo l’altro e scoprendone la preziosa alterità. Questo silenzio ospitale diventa allora uno spazio etico in cui far risuonare la reciproca libertà.

Il silenzio e lo spazio

Autore: Antonio Piva

Il testo affronta alcuni temi legati al silenzio in rapporto allo spazio architettonico, temi e problemi che riguardano la complessità a volte ambigua che ogni epoca, con la propria cultura, tenta di risolvere in modo provvisorio. Luoghi di detenzione, cimiteri, ospedali, lager, sono luoghi poetici che sottolineano le infinite valenze del silenzio che diventa spazio: spazio del pensiero.

Un silenzio di voci

Autore: Francesca Panzeri

Il libro indaga sul valore del silenzio attraverso il dialogo con i muri, le case e più in generale con le voci silenziose dei fabbricati che formano la città. I racconti delle case si svelano nell’interpretazione della molteplicità dei loro silenzi, mostrando quanto questi contengano e rivelino. Una riflessione sulle voci degli edifici che si muove attraverso l’ascolto dei loro elementi costitutivi, delle loro forme e dei loro materiali. Attraverso alcuni percorsi urbani, viene restituita una diversa modalità di accostamento e di comprensione dello spazio, dove i silenzi vengono ascoltati, interpretati e descritti, e dove i muri degli edifici diventano pagine di storie silenziose.

Ora e sempre No Tav

Autore: Roberta Chiroli

Numero di pagine: 200

Condannata in primo grado a due mesi di carcere per “concorso morale in violenza aggravata e occupazione di terreni” a causa di una tesi di laurea specialistica. Ha destato grande scalpore la sentenza emessa nel giugno 2016 dalla Procura di Torino nei confronti di Roberta Chiroli, studentessa della Ca’ Foscari, colpevole di aver seguito sul campo le proteste del movimento No Tav per scopi di ricerca. Quel “noi” con il quale Roberta racconta la storia e la crescita della contestazione in Val di Susa, viene utilizzato dai pm come una delle prove di partecipazione morale ai disordini avvenuti nel giugno 2013, aggiungendo un nuovo capitolo al dibattito che chiama in causa libertà di espressione, diritto di cronaca e salvaguardia dell’ordine pubblico.

Silenzio e musica rock

Autore: Gian Luca Barbieri

In che modo il silenzio costituisce una componente essenziale della musica rock? Le risposte emergono da un percorso di riflessioni ed esemplificazioni articolato in diverse tappe. Le molteplici espressioni del silenzio nella produzione di alcuni musicisti esemplari: Neil Young, Lou Reed, Joni Mitchell, Bob Dylan e Frank Zappa. Le metamorfosi del silenzio nel capolavoro di David Crosby, If I could only remember my name. La funzione del silenzio nelle diverse esecuzioni di un brano da parte dello stesso artista. La natura del silenzio nelle performance in studio e on stage. La manipolazione del silenzio nelle cover. Il trattamento del silenzio in alcuni sottogeneri quali il Punk, il Progressive e il Southern Rock. Infine David Sylvian, che nella sua musica ha riservato al silenzio uno spazio sempre più importante.

Tradurre dal silenzio

Autore: Nicolò Terminio

L’esperienza del silenzio è un modo per ritrovarsi autenticamente con se stessi e con gli altri. Il silenzio circoscrive il rapporto con l’Altro, con l’immagine di sé e con il proprio corpo. Altro, immagine, corpo: in ciascuno di questi livelli di esperienza il silenzio si fa segno di una presenza e, al contempo, di un’assenza. In questo taccuino l’autore ci porta dentro l’esperienza psicoanalitica esplorando le vie in cui tale presenzaassenza si manifesta nel rapporto con il proprio inconscio. L’inconscio si rivela infatti come parola e silenzio, come eco del passato e come segno ancora muto che attende di essere tradotto in avvenire. Il viaggio e la relazione psicoanalitica sono un’occasione per mettersi sulle tracce di ciò che era stato già scritto nel destino del soggetto e sulle tracce silenziose che custodiscono ancora un nuovo avvenire.

Il Duomo di Milano

Autore: Giuseppe Valentini

Numero di pagine: 109

L'incredibile storia della costruzione del Duomo di Milano e del suo primo disegnatore, Gabriele Scovaloca, matematicus expertus in artis geometriae.

Le matrici della natura

Autore: Maurizio Clementi

Il secondo dopoguerra, questa è l’osservazione generale che si potrebbe fare, ha accelerato un processo già messo in atto dalla fine dell’Ottocento da quei pochi romanzieri e artisti capaci di critica radicale e atteggiamento libero: la liberazione progressiva dalle pastoie della letterarietà, dallo spiritualismo, dal progressismo, dal soggettivismo, dal moralismo, anche dall’impegno sociale esibito e dalla stessa ideologia libertaria. Un’operazione di drastica riduzione all’essenziale, del resto simile a quella che si sta compiendo nel campo delle neuroscienze sulla base del modello di coscienza neurale proposto da Tononi ed Edelmann, una sorta di potatura dell’albero delle comuni certezze sulla mente umana.

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