Il volume riunisce saggi dedicati alla storia sociale e all’evoluzione demografica dell’ampio territorio che va dalle Alpi al Po, dal golfo di Trieste a Bolzano. L’arco di tempo considerato è amplissimo, l’osservazione inizia infatti dalla romanizzazione delle Venezie e si spinge fino a considerare alcuni dei problemi più urgenti del giorno d’oggi. I temi sono declinati senza ricorrere a specialismi, partendo dal punto di vista delle popolazioni e delle loro componenti sociali. Area aperta, per ragioni geografiche, alle contaminazioni e agli scambi, queste regioni hanno attraversato in modo del tutto originale alcune fasi storiche decisive per il nostro Paese, dalla ristrutturazione sociale e demografica del Seicento all’avvio della transizione demografica, dalla grande emigrazione transoceanica ottocentesca alla più recente immigrazione di carattere economico. Una lunga vicenda storica che ha dato vita ad una delle macroregioni più aperte, dinamiche e stimolanti d’Europa.
Il volume tratta dell’assetto della laguna di Venezia nel XVIII secolo, delle modalità di accesso e di uscita dei bastimenti, della navigazione interna, delle regole e degli uomini che garantivano il movimento acqueo, dei mezzi e degli accorgimenti che venivano utilizzati. Infine, traccia un bilancio circa la persistente vitalità dello scalo veneziano nel Settecento e del suo ruolo nell’ambito del commercio globale, nella peculiarità della sua collocazione geo-politica. Il libro è anche utile per leggere dentro le pieghe di una controversa attualità e per riflettere con maggiore lucidità sulla situazione del sistema lagunare odierno. I problemi dell’oggi e le modalità della cosiddetta salvaguardia della laguna si rivelano, come attraverso uno specchio, sorprendentemente invertiti rispetto a quanto accadeva due o tre secoli orsono.
L’Italia ha più storie Un patrimonio culturale generalizzato L'Italia è il paese dei siti e dei musei archeologici che contengono le tracce della presenza di gruppi umani paleolitici e neolitici e della civiltà romana e medievale. L'Italia è il paese dei centri urbani storici di impianto medievale e rinascimentale e ottonovecentesco. L'Italia è il paese delle chiese e dei conventi e di castelli e di palazzi di molte corti principesche. L'Italia è il paese dei paesaggi costruiti durante secoli e rimodellati man mano fino alla fine del ‘900. L'Italia è il paese dei tanti archivi di stato e locali e delle tante biblioteche che conservano edizioni rare. L'Italia è il paese dei teatri e della produzione di tante forme musicali. Tutti i beni culturali sono le tracce della presenza e delle attività svolte dalle comunità che si sono avvicendate nei diversi territori italiani. Storie d'Italia e beni culturali (e patrimonio culturale) sono un'endiadi: la conoscenza delle storie dovrebbe portare alla conoscenza dei beni culturali; la conoscenza dei beni culturali dovrebbe portare a pensare le storie d'Italia. Nell'insegnamento, conoscenza delle storie e conoscenza del...
La creatività all’interno del processo di formazione dei bambini ha svariate ragioni per essere riconosciuta come opportunità importante di crescita e formazione del pensiero autonomo. La storia è una complessa scienza sociale che prova a spiegarci il divenire del mondo e diventa essenziale, soprattutto per i bambini della scuola primaria, comprendere quanto del pensiero divergente e convergente è presente nei mutamenti dell’umanità nel tempo e nella loro ricostruzione come conoscenza storiografica. Il presente volume vuole proporre un’indagine sulla possibilità di coniugare la creatività all’apprendimento della storia nella scuola primaria, offrendo spunti concreti di lavoro in classe e idee per costruire progetti didattici più creativi nell’ambito della disciplina.
La riflessione sul tramonto di un’era, l’era del testimone della Shoah, ha conosciuto un notevole e per certi versi inatteso sviluppo, che ha posto fine a una stagione durata circa mezzo secolo. Il volume nasce dall’esigenza di ridefinire i limiti delle narrazioni della deportazione e persecuzione razziale in un quadro comparativo europeo, con uno sguardo sui modi della rappresentazione oltreoceano e in Israele. Abbiamo tentato di aprire qualche finestra sui modi attraverso i quali la narrazione della Shoah è cambiata o sta cambiando, mossi dal desiderio di procedere per comparazioni fra diverse metodologie, ma anche fra diversi contesti nazionali. Nel Dizionario dei luoghi comuni di Flaubert alla voce Ebraico corrisponde un lemma nel quale si riflette un pregiudizio ancora diffuso ai nostri giorni: «È ebraico tutto quello che non si capisce». Auspichiamo che i contributi raccolti in questo volume aiutino a sconfiggere questo radicato luogo comune.
Il nobile vicentino Filippo Pigafetta (1533-1604), parente del più famoso Antonio, fu a sua volta instancabile viaggiatore, figura emblematica tra politica, affari e cultura del Cinquecento. Lo seguiamo nelle peregrinazioni che compie nel decennio 1576-1587 tra Suez, Londra, Madrid, Lisbona, Roma, Gerusalemme e Venezia, come esploratore, cartografo, informatore, poligrafo e diplomatico tra il mondo cristiano e quello ottomano. Lo rincorriamo, un’udienza dopo l’altra, per le corti di Filippo II, Elisabetta I, papa Sisto V e Ferdinando I de’ Medici. Fino a scoprirlo, per un momento, perno di una possibile alleanza tra le potenze europee per il controllo dell’Egitto, in vista dell’apertura di un canale a Suez per il transito del pepe indiano dal Mar Rosso al Mediterraneo.
In questo libro si ripercorre la storia della Repubblica aristocratica di Venezia nel XVIII secolo e, sulla base della più classica storiografia sull’argomento e degli studi più recenti, si riesce a contrastare ogni visione stereotipata dell’ultimo secolo di vita di un antico stato, del suo territorio e di una società complessa, nei quali non mancarono contraddizioni, nuovi fermenti e antiche debolezze. La Serenissima, infatti, non divenne mai una nazione moderna, nel senso che oggi si dà a questa espressione. La metropoli di Venezia rimase fino all’ultimo e in modo consapevole non una capitale, bensì la Dominante. Particolarismo e policentrismo sono la chiave per capire i limiti e forse l’eredità profonda del suo dominio, da Corfù fino all’Adda. La debolezza della Repubblica di fronte ai grandi stati europei si rivelò nel Settecento tanto più evidente in quanto frutto dell’evoluzione di una città-stato ferma nei suoi caratteri fondamentali a due secoli prima, quando aveva raggiunto il vertice della sua potenza. Tuttavia, se a mancare in larga misura furono le riforme in campo politico e sociale, sul piano socio-economico la Terraferma veneta fu molto meno...