Locus Iste
Autore: Jan Lotichius
Numero di pagine: 396
Nel teatro greco le maschere avevano i tratti del volto accentuati: piangenti nei drammi e sorridenti nella commedia. Questo senso duplice è ben reso dall’etimologia della parola: in latino maschera si dice persona. Successivamente il personaggio uomo diventa personaggio maschera, vissuta dagli uomini con pazienza, rassegnazione, assorbita dalla maschera impregnata di solitudine. Il personaggio e la sua funzione hanno continuamente bisogno della parola e delle forme per restare maschera fino in fondo, restando intrappolata in convenzioni e strutture sociali che la imprigionano, deve continuamente abituarsi alle continue variazioni che le vengono imposte. L’Autore/personaggio, muovendo i fili delle sue creature, inventa e definisce i ruoli, e sono proprio quei personaggi a donare un ruolo all’Autore, perché in assenza di loro non sarebbe tale. In Locus Iste, il personaggio Andrea nasconde la solitudine e la carenza affettiva nella maschera dell’aggressività, Adam nasconde la delusione, l’abbandono familiare e la mancanza di quella genitorialità che tanto anela, nella maschera di difesa, nell’incertezza di una identità sessuale ben definita. Franca, infine, agisce...