Nel corso del Settecento le antichità campane si erano imposte all’attenzione internazionale anche a seguito di precise scelte della monarchia borbonica, che dichiarava gli scavi archeologici attività complementari ai successi militari del re. Dopo l’Unità Napoli da capitale del Regno, centro di interessi collezionistici e di mercato, divenne zona periferica rispetto al più vasto Stato unitario, con una progressiva marginalizzazione politica ed economica che doveva condizionare anche un settore profondamente legato all’autorappresentazione dei ceti sociali dominanti, come la compravendita di antichità, il collezionismo e la stessa pratica dell’archeologia. Questo lavoro esamina la storia sociale dell’archeologia napoletana, inscindibilmente connessa al fenomeno del commercio antiquario, a partire dagli ultimi anni prima del crollo della monarchia borbonica e sino agli esordi del Novecento, esaminando le trasformazioni culturali, socio-politiche, e conseguentemente istituzionali, che portarono alla necessità della promulgazione di una legislazione dedicata, restrittiva in materia di esportazioni dei Beni Culturali a salvaguardia dei più generali interessi nazionali.
At head of title: Fondazione Camillo Caetani.
Inserito pienamente nel periodo a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, in cui la fotografia ispira nuove modalità costitutive e percettive dell'opera d'arte, il lavoro di Luigi Di Sarro in campo fotografico è caratterizzato da una grande libertà espressiva che si sottrae a qualsiasi tipo di dogmatismo e lo porta a sperimentare materiali e approcci diversi in un progetto di ricerca coerente. Ne risulta un corpus fotografico notevole, indice di un costante esercizio di laboratorio, nonché espressione di una ricerca complessa che, pur interrotta dalla morte prematura, appare coerente e piena. Il carattere "tronco" del percorso di Di Sarro permette solo di immaginarne gli sviluppi e gli esiti e, nel rispetto di ciò, l'analisi del suo lavoro condotta in queste pagine fa parlare i materiali, ponendosi a metà tra la loro lettura e la riesamina critica. Carlotta Sylos Calò, storica dell'arte, si è diplomata presso la Scuola di specializzazione in storia dell'arte di Siena con una tesi su Luigi Di Sarro e la fotografia, da cui è nato questo libro. Attualmente collabora con il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo e svolge un dottorato di ricerca in storia...
Ebbi modo di conoscere e apprezzare la professionalità e lo stile del prof. Massimo Ferrari Zumbini alla fine degli anni novanta, in occasione della istituzione della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università della Tuscia che, con caparbietà e impegno straordinari, ha contribuito a far nascere e poi crescere, curando con particolare attenzione le strutture, il rapporto con gli studenti e quello con il personale.
La collezione fotografica del Museo Centrale del Risorgimento è composta da un insieme di circa 75.000 fotografie databili tra la prima metà dell’Ottocento e il secondo decennio del ’900. Lo scopo di questo repertorio – frutto del lavoro di inventariazione condotto da Dario Ceccuti e Emanuele Martinez e coordinato da Marco Pizzo – è quello di essere uno strumento inventariale utile per orientarsi e studiare questo importante materiale documentario all’interno del quale è possibile distinguere alcuni fondi omogenei: il fondo fotografico ritratti, composto da fotografie che ritraggono personaggi italiani e stranieri legati alla storia e alla cultura dell’Ottocento e del primo Novecento; il fondo stampe e disegni, che conserva rare vedute dell’Italia dell’Ottocento; il fondo fotografico della prima guerra mondiale e alcuni fondi fotografici speciali. La ricca documentazione iconografica posta a corredo di questo volume vuole illustrare tramite alcuni esempi significativi la collezione del Museo Centrale del Risorgimento formatasi sulla base delle varie raccolte archivistiche confluite all’interno dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano.
Il volume raccoglie interventi su questioni quali l'acquisizione, la conservazione, la promozione e la valorizzazione della fotografia alla luce della storia di importanti istituzioni nazionali e internazionali. I contributi presentati potranno offrire proposte e spunti di riflessione utili per la progettazione del Museo della Fotografia di Roma.
È l'alba del novembre 2010. Poco prima che aprano i cancelli ed entrino i visitatori, a Pompei collassa uno degli edifici più celebri, la Schola Armaturarum. La notizia fa il giro del mondo, i giornali italiani e internazionali denunciano a gran voce lo stato di incuria in cui versa il fiore all'occhiello del patrimonio archeologico del nostro Paese. Sono passati quasi dieci anni da allora. Anni intensi e di duro lavoro, che hanno permesso, grazie soprattutto all'avvio del Grande Progetto Pompei, di mettere in sicurezza la maggior parte delle rovine, di riprendere le indagini e gli interventi di scavo, di valorizzare al meglio quello che Chateaubriand definiva "il più meraviglioso museo della Terra". Massimo Osanna, oggi al secondo mandato da direttore generale del Parco Archeologico, è - insieme a una nutrita squadra di collaboratori - uno dei protagonisti della "resurrezione", ed è lui a guidarci in queste pagine tra le nuove scoperte realizzate negli ultimi anni. Affreschi, come la celebre immagine di Leda e il cigno rinvenuta nel 2018; splendidi mosaici come nella Casa di Orione, ricchissime domus rimaste sepolte fino a oggi, e ancora pitture, graffiti, architetture che...
«L'Abruzzo come si offre ai nostri occhi è il risultato non soltanto di fenomeni recenti. In realtà esso affonda alcune sue radici in dinamiche di lunga durata. Ad uno sguardo attento se ne ricava una percezione alquanto diversa da quella agropastorale di derivazione antropologica e letteraria (o anche geografica): di un "segmento" della penisola, cioè, che è permeato anche di cultura industrialista, da spirito d'impresa e volontà di riscatto. E' a questo Abruzzo operoso e innovativo, tutto teso a valorizzare risorse ed energie locali, sempre pronto a cogliere, come dimostrano tra l'altro le eccellenze dell'agroalimentare, le opportunità di mercato, che in buona parte si deve ciò che esso rappresenta oggi...»
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Gli anni Trenta «non sono un decennio – scrive Elena Pontiggia – sono un secolo». L’epigrafe coglie in pieno il valore di un periodo frastagliato e denso della vita culturale italiana. Un periodo di cui questo volume fornisce un’analisi che, con aperture e affondi, rileva la varietà delle possibili correlazioni critiche tra le dimensioni dei musei, delle mostre, del restauro, delle tecniche e della diagnostica artistica misurate in rapporto alle istanze coeve della compagine internazionale interpretata da un protagonista come Henry Focillon. Dentro un quadro intenso di rimandi si sono colte strategie ed evidenziate incoerenze che intercettano i percorsi culturali dei protagonisti coinvolti da Giovannoni a Giglioli, da Pacchioni a Venturi, a Longhi, Brandi, Mariani, Marangoni, Bottari, Ortolani, Gargiulo, Argan, Pallucchini, Morassi, Ragghianti, Pagano, Persico. Sullo sfondo, il dibattito critico ed estetico che, nelle alterne vicende dell’assimilazione crociana, incontra i contenuti dell’estetica fenomenologica di Antonio Banfi dentro uno scenario denso di contaminazioni e scarti tra i paradigmi disciplinari tradizionali dell’archeologia, della storia dell’arte...
Il numero di “Voci” del 2016 è dedicato, nella sua parte monografica curata da Fiorella Giacalone, a I linguaggi del razzismo nell’Europa contemporanea.Il tema prende spunto da una ricerca Europea RADAR – Regulating Anti-Discrimination and Anti-Racism (JUST/2013/FRAC/AG/6271); Fundamental Rights and Citizenship Programme; http://win.radar.communicationproject.eu/, progetto al quale hanno partecipato sei degli autori di questo numero e che ha visto coinvolti diversi Paesi europei (Italia, Finlandia, Grecia, Polonia). Scorrendo il sommario:Il saggio della socio-linguista Gabriella B. Klein (Università di Perugia), curatrice del progetto, specifica come un crimine d’odio non è mai un atto isolato ma è innescato e alimentato dall’incitamento all’odio, ossia da discorsi che esprimono disprezzo, odio, pregiudizio. L’analisi delle interviste effettuate durante la ricerca, compiute da Fiorella Giacalone e Riccardo Cruzzolin, viene effettuata in due saggi. Quello di Giacalone prende in considerazione gli aspetti del “razzismo istituzionale”, con un’analisi a livello storico e giuridico (a livello europeo e nazionale). L’articolo di Cruzzolin illustra le diverse...
"Il presente volume costituisce gli atti del Convegno Internazionale di Studi Pompei e l'Europa. Memoria e riuso dell'antico dal neoclassico al post-classico, che si è svolto nel luglio 2015 al margine della mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli e negli scavi di Pompei. Promosse dalla Soprintendenza e dalla Seconda Università di Napoli, le giornate sono state un'importante occasione di riflessione sul rapporto della cultura moderna con l'antico, fonte di ispirazione formale e insieme modello estetico assoluto, ideale. Disseppellite a partire dal Settecento, sotto il manto di lapilli che l'aveva coperta dopo la sventurata eruzione del 79 d.C, le rovine della città vesuviana hanno contribuito alla nascita dell'archeologia moderna, stimolando altresì gli artisti all'imitazione e reinterpretazione dell'eredità classica. Insieme alle più aggiornate ricerche archeologiche, il volume raccoglie gli interventi di storici dell'arte, della letteratura, della filosofia, del teatro e della musica, per raccontare la storia della seconda vita di Pompei e il suo impatto sulla cultura moderna"
Le demolizioni e gli sventramenti nelle città del XIX° secolo cancellano i palinsesti urbani antichi, sovrapponendo ad essi nuove strutture, moderne e razionali. La fotografia, impiegata in massicce campagne di documentazione, si rivela un mezzo di straordinaria efficacia per l’analisi ed il controllo del paesaggio. La rappresentazione dello spazio urbano in trasformazione non mancherà di influenzare a sua volta l’immagine della città più in generale, vista come un organismo pulsante di vita, anziché come uno statico insieme di monumenti. A Roma, durante i lavori per il Piano Regolatore del 1883, un gruppo di fotografi percorre la città per cinque anni con l’incarico di documentarne i cambiamenti. Questi fotografi, incuriositi di lavorare lontano dai percorsi abituali per la loro professione, cercano nuovi strumenti per documentare una città fino a quel momento vista come un insieme di monumenti archeologici e scenette pittoresche. Il fondo Piano Regolatore 1883, custodito presso l’Archivio Fotografico Comunale di Roma, è una raccolta di spettacolari immagini di trasformazione; fortunate ricerche di archivio hanno permesso di tracciare la storia di queste...
L’arrivo a Taormina nel 1878 del barone tedesco omosessuale Wilhelm von Gloeden è stato considerato l’inizio del turismo moderno della località siciliana. La relazione tra il fotografo e la comunità locale, al di là degli stereotipi e rappresentazioni tendenti a mitizzare gli anni tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, è stata molto più complessa, presentandosi per un verso come la colonizzazione, persino dei corpi adolescenti, da parte degli stranieri omosessuali nei confronti dei ragazzi siciliani; per un altro come l’incorporazione da parte dei locali di modelli culturali “altri” per un uso rovesciato del potere economico e sociale. Non una vicenda di costume, ma un vero e proprio conflitto sociale, dal quale alcuni sono usciti vinti (emigrati o emarginati dal contesto locale) o vincitori (nuovi ricchi, imprenditori turistici, divenuti tali perché aiutati da un facoltoso “amico” straniero). La rappresentazione ideologica attraverso stereotipi legati alla cultura romantica del nord Europa e proiettati sul Sud d’Italia ha, poi, durante tutto il Novecento, creato il mito dei luoghi come Taormina, Capri, Venezia, ritenuti libertari,...
Nella conversazione con Silvia Paoli, Italo Zannier ripercorre – attraverso gli incontri, le collaborazioni, l’insegnamento e le committenze – la sua intera carriera, dagli esordi fino agli scritti più recenti, esito di uno straordinario percorso condotto tra ricerca storica, impegno critico e riflessione militante.
Indice Saggi Hilda Iparraguirre y Graciela Fabián, Entre Imperio y Naciones. La historiografía de la Independencia en América vista desde México (p. 5-23) Rassegne e letture Francesco Traniello, Il modernismo: una questione aperta (p. 25-31). Gadi Luzzatto Voghera, Antisemitismo: un linguaggio politico trasversale (p. 32-34). Ilaria Pavan, Shoah e persecuzioni antisemite (p. 35-39). M. Elisabetta Tonizzi, La Resistenza in Italia. Partigiani, Alleati, usi pubblici della storia (p. 40-44). Daria Gabusi, Rituali politici e memoria (p. 45-47). Giulia Albanese, Prospettive argentine sul fascismo (p. 48-50). Fabio Chisari, Lo sport tra storia e storie (p. 51-53). Paolo Capuzzo, Architettura e spazio urbano nel dibattito storiografico del ’900 (p. 54-56). Altri linguaggi (p. 57-74) Memorie e documenti (p. 75-92) I libri del 2010/1 (p. 93-236) Indice dei recensori (p. 237-239)
La Gazzetta di Gaeta rinasce come pubblicazione trimestrale dedicata alla storia e alla cultura di Gaeta e del suo territorio. I testi, a firma di personaggi che in vari ambiti si occupano di cultura, trattano per disciplina e interessi il tema portante di questo numero: Assedi.
Atti del convegno Roma, Palazzo Barberini, 3-4 dicembre 2012 L’idea di questo Convegno nasce all’interno della Soprintendenza speciale per il PSAE e per il Polo museale della città di Roma, in collaborazione con l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, dal desiderio di mettere a disposizione del pubblico più vasto, e del Ministero stesso, uno spaccato di conoscenza dei ricchi e spesso irripetibili patrimoni fotografici contenuti in un campione significativo di Istituzioni culturali della città. Si è voluto in queste giornate dare voce agli stessi conservatori degli archivi, che quotidianamente operano a contatto con i materiali e ne conoscono caratteristiche e problematiche: ciascuno di essi ha tracciato un particolare profilo delle raccolte affidate alle sue cure, a seconda anche dei propri personali interessi e delle occasioni di studio che ha avuto nel corso degli anni.
It is with great pleasure that the Estorick Collection brings a selection of photographs by Vittorio Sella to London for the first time in many years. Sella's images of the mountainous terrain of five continents are some of the most breathtaking and beautiful images of their kind ever taken - as well as astonishing feats from a technical point of view. From a twenty-first century standpoint, they possess an additional power to move the viewer that Sella could not have foreseen, constituting a salutary reminder of the fragility of such landscapes and the threats they face in our modern world. Although Sella's visit to Britain in 1892 resulted in a near-death experience (an accident in a train leaving him with a fractured skull) England, and in particular, London, was to be a key reference point for him throughout his career. His knowledge of the language was sufficient for him to correspond in English, his beautiful, largescale view cameras were ordered from and made in London and his photographs were distributed for sale from the capital. London also played its part in fostering Sella's reputation during his own lifetime. His work was recognised by institutions such as the Alpine...
Parallelamente alle vicende politiche e militari che accompagnarono la creazione dell'unità nazionale corre una atteggiamento di particolare attenzione verso la conoscenza dell'Italia dal punto di vista artistico e paesaggistico. Si vuole rappresentare il paese per farlo conoscere attraverso le sue specifiche peculiarità: si eseguono vedute di città e di paesaggio, secondo la consuetudine consolidata dai Grand Tour, ma, lentamente, si iniziano anche a fotografare monumenti e dipinti, collezioni d'arte e musei e, in particolare è questo aspetto che acquista maggior peso ed importanza legandosi agli ambienti di studio e dei connoisseurs. L'arte viene vista come momento di coesione nazionale e si cerca di divulgare l'idea che l'unità culturale della nazione italiana era preesistente rispetto a quella politica. La fotografia partecipa di questo clima culturale nella deliberata certezza che le opere dei grandi artisti del passato devono di diritto far parte del Pantheon culturale della nazione. [Marco Pizzo] Il volume è a cura di Paola Callegari, Sandra Costa, Marco Pizzo con la collaborazione di Michela Scolaro.
Viaggiare, nel secolo XIX, significava varcare i confini del mondo conosciuto alla ricerca dell'inesplorato e dello straordinario e quale mezzo migliore della fotografia per raccontare, documentare, dare forma e visibilità ai ricordi, permettendo a chiunque di viaggiare "a piè fermo". [Gianni Borgna]
Gli artisti e le Loro opere. I recapiti e le quotazioni. Una selezione dei più importanti artisti italiani con i più eccellenti artisti esteri. Gallerie d’arte, Fondazioni, Musei, Case d’Asta, studi d’artista, e poeti. Impaginazione a cura di Maryory Stefani Costanza; Testi critici e revisione a cura del Dott. Alessandro Costanza Storico dell’Arte, Direttore editoriale dell’azienda “L’occhio del Critico Consulenze ed Eventi Arte”.