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La notte

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 249

Per lunghi anni, mentre «le autorità politico-religiose» erano «riunite in conclave estetico, per decidere se la letteratura» fosse «fatua o semplicemente criminosa», Giorgio Manganelli esplorò instancabilmente quella che qui viene definita «sostanza notte» – da non confondere con la «notte accidentale» che tutti conosciamo, «cosa senza paragone diversa». Una notte integra e compatta, che ha «forma di parallelepipedo» e non si lascia «ledere»; una sostanza che, sebbene molti vi riconoscano un «muro di tenebre» e una «piaga senza storia» da abolire senza esitazione, pur sempre riesce ad attirare dentro di sé taluni che le si rivolgono nella speranza di poterla modificare. Costoro a volte finiscono addirittura per invaghirsene e infettarsene, fino a diventare «dei notturni periferici, inetti a vivere all’interno di quella notte compatta, e repugnanti a perdurare nel nostro mondo della notte accidentale». A questi esseri, fra i quali vanno annoverati molti dei suoi lettori, Manganelli consegnava cronache e notizie della terra cimmeria in cui ormai costantemente soggiornava, perseguendo un’equa distribuzione di forme: dai travolgenti corsivi destinati...

A cena con Luchino Visconti

Autore: Luca Glebb Miroglio

Ossessione, Senso, Bellissima, Il Gattopardo, La caduta degli dei, Morte a Venezia, Ludwig, sono alcuni dei film di uno dei più grandi registi del cinema italiano: Luchino Visconti. Aristocratico e comunista, fu definito il primo dei neorealisti ma anche l'ultimo dei decadenti; nei suoi film raccontò storie stritolate nella Storia, scandalizzò, al cinema e a teatro, innovando e lavorando con i grandi attori del suo tempo - nella lirica fu lui a creare la diva Maria Callas. Lascia un corpus importantissimo di opere e di insegnamenti che oggi sono patrimonio della civiltà italiana. Attraverso i suoi film - e con un occhio al ruolo che il cibo ha in essi - si rileggono grandi romanzi e momenti della storia europea, si esaminano diverse situazioni sociali e culturali e si apprezza l'abilità descrittiva, l'amore per il particolare e per le psicologie umane di un grande uomo di cultura. Luca Glebb Miroglio ha già pubblicato in questa collana Alla ricerca della madeleine - A tavola con Marcel Proust, Cuoche sull’orlo di una crisi di nervi - A tavola con Pedro Almodóvar e Manhattan a tavola: delicatessen, bistrot, trattorie. Take away e nevrosi - Le ricette dai film di Woody...

Filosofia della commedia di Dante - II Purgatorio

Autore: Franco Ricordi

La poesia fi losofi ca di Dante “alza le vele”: dove non è arrivato Ulisse con la sua febbre metafisica, Dante giunge grazie alla lenta e purificatrice ascesa alla “montagna incantata”. E solo attraverso questa profonda umiltà, pur connessa all’ambizione dell’impresa, il Poeta ci trasmette quel senso di educazione che apre al più grande teatro civile dell’Occidente: al di là delle ideologie, soltanto nel XXI secolo è possibile cogliere la potenza etica del pensiero dantesco.

Carmelo Bene: fonti della poetica

Autore: Leonardo Mancini

All’apice della sua multiforme carriera, estesa dal teatro alla letteratura, dalla radio al cinema e alla televisione, Carmelo Bene propose sulle scene italiane un genere ibrido che era stato senz’altro minore nella storia del teatro europeo, ma sempre presente e gravido di conseguenze per gli sviluppi delle arti della scena e della musica. La stagione dei melologhi fu, da un lato, frutto di intuizioni e di sensibilità condivise con alcuni protagonisti della scena musicale di quegli anni; dall’altro, fu l’esito di percorsi storici e di eredità culturali, oggetto di scavo in questo studio, che consentono di rintracciare alcune fonti inattese nella poetica dell’attore salentino. Il libro si conclude con una sezione dedicata alla rielaborazione da parte di Bene del Manfred di Byron-Schumann, esaminata attraverso l’ampio ventaglio degli strumenti dispiegati dall’attore per esaltare la presenza vocale e la forza espressiva del poema drammatico con musica.

La giovane narrativa italiana

Autore: Maurizio Pistelli

Numero di pagine: 272

È tra la fine degli anni settanta, primi ottanta che in Italia, grazie ai brillanti esordi letterari dei vari Palandri, Tondelli, De Carlo, si inizia a parlare del cosiddetto fenomeno della «giovane narrativa». Ripudiati alcuni categorici postulati della neoavanguardia, voltate le spalle al totalizzante impegno politico e ai valori collettivistici dei successivi movimenti studenteschi, questa nouvelle vague di autori – che presto si arricchirà di ulteriori interessanti personalità – si caratterizza al contrario per un gioioso ritorno a raccontare, costruire intrecci, trame; per un recupero di storie private, intimiste; per la creazione di testi multimediali, ovvero carichi di suggestioni mutuate non più solo dalla letteratura ma anche e soprattutto da universi paralleli come cinema, musica, teatro, fumetto, internet, tv. Si restringe, fino quasi ad annullarsi, la forbice tra una presunta arte colta, nobile, e una bassa, popolare. Sulla scia delle assimilate teorie postmoderne si impongono così opere «meticciate», comprensibili appieno solo da chi con disinvoltura si muove entro tali variegati ambiti. Ed è proprio a questo ricco, intrigante panorama culturale di fine...

Altre concupiscenze

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 227

«Concupiscenza libraria» ce lo ha confermato: la recensione, «minimo mostriciattolo», può trasformarsi in una magnifica narrazione che ha come personaggi «le parole di un libro», in letteratura sulla letteratura o, se vogliamo, in uno specifico genere letterario, magari ambiguo, arbitrario, «impuro», persino irresponsabile, ma capace di svelare quell’«immagine segreta», quello «strato sotterraneo» in cui risiede la grandezza di un libro. Occorre, certo, che il recensore sia un «animale passionale» e soprattutto uno scrittore, giacché «recensire è scrivere». Inveterato bibliomane, Manganelli ha frequentato i più diversi autori: ma a quali in particolare riservava la sua devozione? Quali considerava «complici di libertà»? E ancora: quale idea della letteratura tale costellazione proietta? Lo scopriremo grazie a questa raccolta, che completa «Concupiscenza libraria»: «... è una prima approssimazione di ciò che cerco: un luogo insieme notturno e labirintico» leggiamo a proposito di Borges. Un luogo unico, dunque, irripetibile, inimitabile: un «incantesimo che agisce in guise occulte tanto che il così detto scrittore non ne sa, non ne saprà mai...

Ti ucciderò, mia capitale

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 372

Avventurandosi in questa silloge di scritti inediti, stesi fra il 1940 e il 1982, chiunque pensasse di conoscere Manganelli dovrà ricredersi, giacché l’intera sua produzione risulta illuminata come da una luce radente – quella che emana da un laboratorio segreto e pieno di sorprese. A partire dal tenebroso racconto che dà il titolo al volume: «M’ero disegnato il suo corpo come una mappa, con vene di strade e arterie di ramblas e avenues carotidee e i crescentes capezzolati e le esedre genitali» leggiamo già inquieti, e non tardiamo a comprendere che si tratta del corpo indifeso e passivo – eppure smisurato e minaccioso – di una donna che dorme. C’è un solo modo per sbarazzarsi di quell’atlante infinito, per evadere dalla casa di carne che lei ha costruito, ci spiega la nitida e allucinata voce narrante: accostarle una rivoltella alla tempia e straziarla: «Ti ucciderò, mia capitale; mio quartiere residenziale; sede del mio deportato governo; mia Stadt; esilio di turbolenti anarchici». E non meno fosca, allarmante è la bellezza degli altri racconti, nutriti di poesia barocca e dei prediletti Swift, Lamb e De Quincey, dove si agitano personaggi-paesaggio...

La romania di Ceaușescu tra farsa e tragedia

Autore: Armando Rotondi

La tragedia rappresenta uno dei più vasti ambiti di interesse e di indagine dal punto di vista letterario, teatrale e filosofico. Questo volume ricerca, nello specifico, un possibile “sentimento tragico della Storia”, ispirandosi a Miguel de Unamuno. Si guarda a Karl Marx, quindi alla Storia come “tragedia” nell’interpretazione di Arnold Toynbee e di Oswald Spengler, alla dialettica tra tragedia e Storia di Lucien Goldmann – e György Lukács –, sino alla “tragedia del popolo” di Orlando Figes. Attraverso la definizione della Storia come tragedia e farsa, si procede a una doppia lettura di un contesto storico delimitato, quello della Romania di Nicolae ed Elena Ceaus ̨escu, identificando gli atti attraverso cui la tragedia della Storia si struttura, per poi ripresentarsi sotto forma di farsa. In particolare, si considerano la forma della farsa e il teatro delle minoranze magiare in Romania, capaci di rileggere la tragedia della Storia attraverso testi con elementi religiosi o di puro Assurdo, sino al ripresentarsi della Storia e dell’ideologia nella farsa di autori romeni come Staˇnescu, che fanno propri alcuni elementi della “revenge parody” a fine...

ANNO 2022 LA SOCIETA' SECONDA PARTE

Autore: ANTONIO GIANGRANDE

Antonio Giangrande, orgoglioso di essere diverso. ODIO OSTENTAZIONE ED IMPOSIZIONE. Si nasce senza volerlo. Si muore senza volerlo. Si vive una vita di prese per il culo. Tu esisti se la tv ti considera. La Tv esiste se tu la guardi. I Fatti son fatti oggettivi naturali e rimangono tali. Le Opinioni sono atti soggettivi cangianti. Le opinioni se sono oggetto di discussione ed approfondimento, diventano testimonianze. Ergo: Fatti. Con me le Opinioni cangianti e contrapposte diventano fatti. Con me la Cronaca diventa Storia. Noi siamo quello che altri hanno voluto che diventassimo. Facciamo in modo che diventiamo quello che noi avremmo (rafforzativo di saremmo) voluto diventare. Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!

Scelte

Autore: Gabriele Scaramuzza

Non è detto che le scelte avvengano sempre e solo tra termini esclusivi l’uno dell’altro; si danno anche opzioni tra dimensioni che possono conciliarsi. Liliana Segre, in senso diverso Antonia Pozzi, taluni tra quanti ho riunito sotto il titolo di “Cristianesimo profetico” si sono trovati di fronte ad aut aut che mettono in gioco decisioni che impegnano valori “ultimi”, morali, etico-politici, esistenziali: senso e non senso, empatia ed estraneità, coinvolgimento e indifferenza, qualità del vivere e del morire. Possono per converso, e talvolta devono, fecondarsi a vicenda doti umane e abilità tecniche, professionalità ed empatia, bello e non bello, musica e filosofia, meditare e agire. Quali si ritrovano nei capitoli dedicati a eventi estetici e artistici. ​​​​​​​Somiglianze delle scelte: un ossimoro che è falso.

Smarrimento e scrittura

Autore: Gabriele Scaramuzza

Il libro si apre con tre brevi capitoli, che riprendono alcune tematiche costanti del pensiero dell’autore: le radici della cultura nella vita dei soggetti, la comprensione delle cose nella loro complessità, l’ascolto, una scrittura che si confronti con la violenza, ma non per ciò dimentichi il suo essere non indebolimento, ma incremento di vita. A questo va annesso anche il capitolo su Franz Kafka, che permette di riflettere, tra l’altro, sul “nuovo” come categoria estetica. Raccolti sotto il titolo Totalitarismi e scritture sono i capitoli dedicati a Vasilij Grossman, Ludwig Englert, Imre Kertész, che sono stati costretti a misurarsi col negativo del secolo scorso, e col terrore che lo ha percorso. Con ciò si collega idealmente il capitolo finale del libro, Salonicco. Fungono da intermezzo due brevi capitoli dedicati a incontri occasionali, nella fattispecie musicali, non lontani tuttavia da temi di fondo del libro. Non scissa dalle precedenti è la parte concernente rappresentanti della cultura milanese quali Dino Formaggio, Fulvio Papi, Guido D. Neri, Emilio Renzi; e Alfredo Civita, in dialogo con Eugenio Borgna.

L'isola pianeta

Autore: Giorgio Manganelli

Numero di pagine: 321

Per anni, quando i suoi viaggi erano soprattutto quelli dell’autobus romano 60, da via Nomentana a piazza San Silvestro, Manganelli coltivò un sogno temerario: spingersi fino alle isole Fær Øer. Nel 1978, vincendo timori e angosce, con una valigia munita di tutto quanto a un frequent flyer non potrebbe che apparire inessenziale – un Dickens come amuleto e «blande mani chimiche» che sappiano confortare nei momenti difficili –, lo scrittore partì alla volta dell’arcaica Islanda, prima tappa della sua incursione nel grande Nord. L’esito è un reportage indimenticabile, che suscita nel lettore euforia e insieme turbamento: lo sguardo di Manganelli sembra infatti misteriosamente capace di svelare la segreta essenza dell’«isola pianeta», dove il mondo fisico – simile a un gigantesco cadavere pietrificato – è preumano, folle, criptico, quasi appartenesse alla «misteriosa araldica delle origini», e ispira dunque sgomento e paura; dove la solitudine è l’esperimento di «una infinita prigione senza via d’uscita», di una «perdita irreparabile»; dove l’ultima tribù europea, chiusa nel forziere di una lingua infrangibile, offre asilo agli indovini e alle...

La novella del grasso legnaiuolo

Autore: Antonio Manetti

Numero di pagine: 110

Indiscusso capolavoro della letteratura italiana del Rinascimento, sofisticata macchinazione narrativa che ha influenzato larga parte della nostra letteratura contemporanea da Sciascia a Camilleri, La novella del Grasso legnaiuolo è, nella redazione di Antonio Manetti, il cesellato resoconto letterario di una “storia vera”. Nella Firenze del 1409 si svolge la “piacevole congiura” in grande stile ordita da Filippo Brunelleschi ai danni del “legnaiuolo” Manetto Ammannatini, detto “il Grasso”, indotto, con sapiente inganno ed esilaranti audacie, a convincersi di essere diventato un’altra persona. Introduce il testo la lucida analisi di Salvatore Silvano Nigro.

La vita in ordine alfabetico

Autore: Ugo Cornia

“Per molto tempo, senza mai scriverne neanche una riga, ho avuto questa idea di fare una specie di Dizionario ragionato della mia vita, anche per vedere quale ‘mia vita’ ne sarebbe saltata fuori. Ero in cucina a Guzzano col computer davanti, avevo scritto Dizionario della mia vita perché non volevo perdere di nuovo questa frase che ogni tanto mi attraversava la testa, poi mi ero messo a scrivere una lista tipo: cravatte di mio padre, blatte tedesche, cimici, poi cravatte mie, la centoventiquattro special del nonno, la mia Lancia Dedra, sogni fatti a Guzzano tra le 4 e le 6 di pomeriggio in un periodo felice e così via. Era l’elenco delle prime cose che mi venivano in mente. È incredibile quanta roba ci stia in una vita (questo concetto ‘vita’ per fortuna è un concetto quanto più vago possibile, anzi, non è neanche un concetto, ma è questa cosa che ci capita a tutti noi viventi). Ti arriva addosso di continuo qualcosa da dovunque e tutti questi qualcosa quasi sempre non hanno la minima infrastruttura logica che li armonizzi e li renda funzionali a una specie di destino. L’eventuale destino forse lo si vede a posteriori, essendosi ormai perso tutto il ciarpame...

Un femminile per bene

Autore: Vincenza Di Vita

Carmelo Bene è l’attore artifex che si nutre di mistica cristiana e di horror fantascientifico per dare vita a parodici travestimenti e grottesche narrazioni. La creazione di artifici e artefatti mimici è costruita attraverso l’imitazione di figure paradigmatiche come Eleonora Duse, Totò ma anche San Giuseppe da Copertino e le donne che appaiono su riviste di cronaca rosa, sfogliate da una santa che, annoiata, fuma una sigaretta con aria distratta, a cui ciondoli in testa una finta aureola. Il confronto con i filosofi e gli intellettuali, contemporanei all’intellettuale, attore, filosofo, viene ricapitolato continuamente per divenire potente strumento d’esercizio speculativo. Esso assume la forma della scrittura scenica, anche in luoghi inconsueti, attraverso una esasperata negazione della Storia. L’apparizione alla Madonna e il volo, quasi fosse un mitologico Mercurio ma in abito talare di santo, e di un santo monaco per giunta, vengono trasfigurati in una dimensione terrena e femminea da cui ha origine l’indagine dell’autrice.

Della dissimulazione onesta - Rime

Autore: Torquato Accetto

Numero di pagine: 160

In bilico fra strumento del potere ed esercizio di libertà, la dissimulazione si pone come una delle arti, e delle armi, più raffinate della politica. In uno dei testi cardine della letteratura barocca, Accetto la descrive come un velo, che copre temporaneamente la verità per proteggerla, per impedire che si manifesti in modo inopportuno. Un capolavoro della pamphlettistica, cui fanno da controcanto le Rime, pubblicate per la prima volta in edizione moderna, che mostra tale conoscenza delle passioni e degli affetti umani da porsi come un gioiello di psicologia morale. Il sapiente commento di Edoardo Ripari guida il lettore attraverso tutto ciò che Accetto, in perfetta sintonia con il suo scritto, aveva scelto di tacere.

Il lavoro teatrale di Luca Ronconi

Autore: Nicholas Vitaliano

Numero di pagine: 192

Il volume intende ricostruire scientificamente e criticamente il quindicennio della direzione artistica di Luca Ronconi al Piccolo Teatro di Milano. L’analisi è condotta attraverso lezioni e incontri con studiosi e collaboratori di Ronconi, oltre che con contributi critici di carattere monografico.

Stravedere la scena

Autore: Donatella Orecchia

Il volume segue il percorso di Carlo Quartucci nei primi venti anni della sua attività teatrale, fra il 1959 il 1979, con uno sguardo fi nale che si spinge fi no ai primi anni Ottanta: dall’esperienza nel teatro universitario di Roma alla Compagnia della Ripresa, al Festival beckettiano di Prima Porta, alla Biennale di Venezia con Zip e alle collaborazioni con la Rai di Torino; dall’incontro con Jannis Kounellis alla prima de Il lavoro teatrale a Venezia, ai viaggi nel Camion bianco per le periferie di mezza Italia e all’avvio della collaborazione con Carla Tatò. Attraverso l’indagine della ricerca “irrequieta” di Quartucci, si incontreranno i grandi temi che hanno acceso il panorama teatrale dell’epoca: l’arrivo di Samuel Beckett sulle scene italiane, il rapporto fra teatro di ricerca e istituzioni, la ridefi nizione del concetto di attorialità e di regia, il montaggio come metodo compositivo di una nuova scrittura scenica, il rapporto con le tradizioni popolari, la defl agrazione del teatro verso altri linguaggi (Radio e TV innanzitutto) e il decentramento teatrale. L’ampio riferimento alle fonti orali raccolte dall’autrice guiderà, inoltre, il lettore...

Arianna

Autore: Marina Ivanovna Cvetaeva

Scritta a Praga tra il 1923 e il 1924 e pubblicata nel 1927 a Parigi con il titolo di Teseo, Arianna, che doveva essere la prima parte di una trilogia dedicata al celebre eroe greco, rilegge il famoso mito del labirinto e dell’amore infelice tra Arianna e Teseo. Nell’opera di Marina Cvetaeva, il sentimento tragico dell’esistenza peculiare alla tragedia greca rispecchia, e allo stesso tempo si fonde, con il senso di disappartenenza dal mondo e con la legge del “nonincontro” che tanta parte ebbero nella vita dell’autrice (da Rilke a Pasternak). Marina, che si identificava in Arianna e amava a tal punto questo personaggio da dare il suo nome alla figlia primogenita, tratteggia un’eroina appassionata e indimenticabile.

Attori, teatro e un po' di vita

Autore: Maurizio Porro

Questo volume presenta, per la prima volta, un insieme di recensioni, interviste, articoli, dedicati al teatro e allo spettacolo, che Maurizio Porro ha scritto, negli anni, per il “Corriere della Sera”, raccontando fatti, eventi, serate della vita teatrale milanese e italiana. Ne risulta un osservatorio particolare e inaspettato delle nostre scene dal 1974 ad oggi, in grado di offrire, con garbo e piacevolezza, diversi spunti di riflessione, per comprendere opere e artisti che hanno fatto la storia dello spettacolo dell’ultimo mezzo secolo.

Valeria Magli o la poesia ballerina

Autore: Silvia Garzarella

Numero di pagine: 142

Sposando il ritmo e le tecniche compositive della poesia della neoavanguardia italiana e delle avanguardie storiche, Valeria Magli si è ritagliata uno spazio unico nel panorama della “nuova danza”, suggerendo un approccio innovativo sia alla composizione coreografica che alla comprensione del testo poetico. Questo libro, il primo ampio studio dedicato all’innovativa ricerca di Magli, analizza i titoli dedicati all’unione di danza e poesia creati negli anni Ottanta, e, attraverso interviste e ricerche d’archivio, approfondisce i punti di contatto tra le due poetiche. “Poesia ballerina” è diventata nel tempo l’espressione che definisce lo stile di Magli, esito inedito del rapporto millenario tra danza e poesia.

Hölderlin e la questione del padre

Autore: Jean Laplanche

La personalità di Hölderlin, poeta-folle, per il suo carattere eccezionale esige che in un unico movimento si comprenda la sua opera e la sua evoluzione verso la follia. In più di un momento si propone ad Hölderlin la via più diretta della psicosi, dell’essere- psicotico, ma il Poeta riapre, apre la questione. Sicuramente è la questione del padre, di cui tenta di raccogliere i frammenti “caduti da un disastro oscuro”: un fenomeno non sconosciuto nella schizofrenia. Riapre l’assenza del padre? Sì, ma non per designare in questa assenza l’origine dei suoi mali; bensì per indicare che solo questo “difetto” può “aiutarlo”. La poesia e il mito hölderliniani tentano disperatamente di instaurare questa sorta di terzo polo, come carico di una energia negativa. Funzione molto precaria, ma che per un certo tempo mantiene aperto ciò che nella maggior parte degli psicotici si è chiuso in un modo di essere. Hölderlin, poeta perché apre la schizofrenia come questione, apre questa questione perché poeta.

Il teatro lancia bombe nei cervelli

Autore: Antonio Gramsci

Una raccolta di articoli pubblicati sulle pagine de “l’Avanti” tra il 1915 e il 1920 per riscoprire la produzione di critico teatrale di un allora giovanissimo Antonio Gramsci. Prima di passare il testimone a Piero Gobetti, Gramsci svolse con grande passione l’impegno di cronista teatrale per conto del quotidiano socialista. Durante questo periodo, si distinse come uno dei pochi in grado di porre attenzione e di cogliere i risvolti sociologici e ideologico-politici legati al messaggio culturale che il teatro, per sua natura, genera. Era la fase in cui l’ideologia borghese conosceva in Italia un momento di profonda crisi. Nei suoi commenti, spesso polemici e corrosivi, Gramsci non mancò di evidenziare un rispecchiamento tra la decadenza dello spirito borghese e il conformismo di certe opere teatrali. L’attività di giornalista militante e di acuto pensatore politico, che ha doverosamente consacrato il filosofo sardo come una delle menti più lucide del nostro Novecento, non può dunque essere disgiunta da questa raccolta di scritti, tutt’altro che marginali da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo.

Frammenti di sipario

Autore: Maddalena Mazzocut-Mis

Tratteggiare il limite tra tragedia, commedia, dramma e melodramma è il filo rosso che collega ogni capitolo di questo volume: da Voltaire, che colora il passaggio dalla tragedia al dramma, a Victor Hugo, che mette in scena una peculiare idea di teatro antimelodrammatico; da Victorien Sardou, che spinge ai vertici il melodramma, alla commedia di Eduardo, fino a Romeo Castellucci, che disegna una forma del tutto rinnovata di tragedia. Un percorso attraverso le evoluzioni del teatro, le sue riforme, le sue poetiche e i suoi protagonisti.

L'orologio di Pontormo

Autore: Salvatore Silvano Nigro

Numero di pagine: 176

Questo è un libro sul tempo e sul corpo. Si occupa della scrittura del pittore cinquecentesco Jacopo Carucci detto il Pontormo. E anche della scrittura attorno a lui e su di lui. Racconta la pittura del Pontormo, inevitabilmente; ma come attraversata dal suono della parola e dalla febbre che l’invenzione letteraria vi ha acceso dentro. Pontormo è anche la letteratura che l’ha inventato. E che gli appartiene, come patina del tempo. Se il manierismo è “ricerca della febbre”, come suggeriva Bataille, questo è un libro sul manierismo. Giorgio Manganelli ha scritto: “Il libro mio non è il libro della confessione del Pontormo; al contrario, è il libro del suo silenzio. Si potrebbe dire che è stato scritto seguendo i margini del grande e terribile fragore che stava nel centro della sua testa inquieta, e che era il fragore del Giudizio universale, la fine del mondo, quel mondo di piova ed escrementi, che solo le piaghe di Cristo potevano salvare”. L’ebook presenta il testo completo del Libro mio accompagnato dalla copia anastatica del manoscritto. Il dossier in appendice raccoglie la lettera al Varchi e i versi in burla inviati da Bronzino al suo maestro, preziose...

Visconti

Autore: Marianne Schneider , Luchino Visconti , Lothar Schirmer

Numero di pagine: 313

La figure de Luchino Visconti (1906-1976) traverse le siècle du cinéma européen. Il passa les trente-cinq premières années de sa vie dans le dilettantisme et l’oisiveté. Mais en 1941, à la mort de son père, commence une existence d’infatigable labeur, période de créativité où s’enchaînent les films, les mises en scène d’opéra et de théâtre, jusqu’à sa mort, en 1976. Par une étrange symétrie, cette seconde période dura, elle aussi, trente-cinq ans. Ce livre tente de rendre compte de l’esthétique de Visconti, telle qu’elle se manifeste à travers ses écrits et ses dix-sept films. Comment rendre justice à un artiste prométhéen et perfectionniste, tout en répondant aux besoins du public d’aujourd’hui ? Le premier rôle a été confié à Visconti lui-même: à travers un choix d’écrits autobiographiques, de textes concernant son théâtre, ses acteurs et ses films, l’artiste nous révèle les secrets de son art, de sa personnalité et de sa vision. L’autre intérêt essentiel est la vaste iconographie qui illustre le cinéma de Visconti. Elle doit son authenticité au soin apporté par le cinéaste, des années durant, au choix de...

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