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L'opinione pubblica

Autore: Walter Lippmann

«La creazione del consenso non è un’arte nuova. È un’arte vecchissima, che era stata data per morta quando apparve la democrazia, ma non è morta. La persuasione è diventata un’arte deliberata e un organo regolare del governo popolare. Nessuno di noi è in grado di vederne tutte le conseguenze, ma non è azzardato pensare che la conoscenza dei modi per creare il consenso altererà tutti i calcoli politici e modificherà tutte le premesse politiche». Walter Lippmann In un mondo dominato dal web, dalla bulimia comunicativa e dalle cosiddette «fake news», può accadere di pensare che le ambiguità e le manipolazioni che presiedono alla formazione di un’opinione collettiva nelle nostre società democratiche si siano determinate solo di recente, e solo in funzione delle ultime innovazioni tecnologiche. Non è affatto così. La questione della formazione di un’opinione pubblica – che certo si è fatta più complessa e intricata nel mondo globalizzato di internet – ha origini ben più lontane. Questo libro ne è la più significativa e più consapevole testimonianza. Pubblicato nel 1922, L’opinione pubblica conserva a distanza di cento anni la sua carica profetica, ...

L'onda anonima. Scritti sull'opinione pubblica di Tocqueville, Lippmann, Toennies, Allport, Lazarsfeld, Habermas, Luhmann, Bourdieu, Noelle-Neumann, Landowski

Autore: Stefano Cristante

Numero di pagine: 287

La rivolta delle élite

Autore: Christopher Lasch

Numero di pagine: 256

Pubblicato per la prima volta nel 1995, un anno dopo la morte del suo autore, La rivolta delle élite apparve subito come un libro fondamentale, capace di cogliere, più di qualsiasi testo di politologia, le ragioni profonde della crisi delle moderne democrazie liberali. «Anziché attenersi ai sondaggi», scrisse il Washington Post, «gli analisti politici farebbero meglio a impiegare il loro tempo leggendo l’ultimo libro di Christopher Lasch». Oggi, a oltre vent’anni di distanza, il volume si svela non soltanto come un libro fondamentale, ma come una vera e propria opera profetica, in grado di prefigurare la nascita dei populismi odierni, di quella secessio plebis che si comprende appunto soltanto come una naturale conseguenza della rottura del legame sociale operata tempo fa dalle élite. Il libro ritrae per la prima volta, nei suoi tratti essenziali a noi oggi così familiari, quell’élite liberale e cosmopolita di tecnocrati, manager e agenti della comunicazione che determinano le sorti delle società contemporanee: uomini che si sentono a casa propria soltanto quando si muovono, quando «sono en route verso una conferenza ad alto livello, l’inaugurazione di una...

Una introduzione alla politica

Autore: Walter Lippmann

Numero di pagine: 226

La difficoltà di classificare Lippmann come conservatore o come liberale è sintomatica della sua indipendenza e del suo rigetto di ogni utopismo. La sua filosofia politica può essere comunque seguita lungo un percorso coerente e lineare a partire dalle aurorali premesse di A preface to politics che, come dice lo stesso autore, vuole avere il significato di un inizio, di una prefazione al pensare, non di una conclusione né di un programma politico. Espressione della rivolta contro il ‘formalismo' che caratterizzò la cultura americana degl'inizi del secolo XX, A preface to politics, fu la prima messa a punto del metodo d'indagine che Lippmann avrebbe seguito nel tentativo di stabilire una base filosofica per la ‘scienza politica' e per la politica stessa: in esso sono presenti in nuce i temi, come quelli dell'informazione e della manipolazione del pubblico e degli strereotipi nell'opinione pubblica, che egli svilupperà in Public opinion, o dell'etica pubblica, al centro di A preface to morals, o della democrazia e della buona società, al centro di The Good Society e Essays in the Public Philosophy. Il punto di vista di Lippmann, antideterministico e antimeccanicistico,...

L'onda anonima. Scritti sull'opinione pubblica di Tocqueville, Lippmann, Toennies, Allport, Lazarsfeld, Habermas, Luhmann, Bourdieu, Noelle-Neumann, Landowski

Autore: S. Cristante

Numero di pagine: 287

L’opinione pubblica

Autore: Walter Lippmann

Numero di pagine: 324

Giornalista e saggista, nel 1917 Walter Lippmann ricoprì la carica di sottosegretario aggiunto Usa alla Guerra: un breve interludio, che pure rappresentò uno strategico punto di osservazione delle convulsioni comunicative di una società democratica, apparentemente inconsapevole della propria complessità. Pubblicato nel 1922, L’opinione pubblica conserva la sua carica euristica, la sua lucida provocatorietà e ricchezza descrittiva. L’assunto è limpido: come avviene quel complesso e solo apparentemente «normale» processo attraverso cui le nostre opinioni diventano Opinione pubblica, Volontà nazionale, Mente collettiva, Fine sociale? Come «l’opinione pubblica» costruisce i propri miti, i propri eroi, i propri nemici, strappandoli alla storia e catapultandoli in una leggenda paradossalmente effimera? Lippmann indaga e descrive i meccanismi attraverso cui le immagini «interne» elaborate nelle nostre teste ci condizionano nei rapporti con il mondo esterno, gli ostacoli che limitano le nostre capacità d’accesso ai fatti, le distorsioni provocate dalla necessità di comprimerle, «raccontando» un mondo complicato con un «piccolo vocabolario»; infine, la paura...

Formazione universitaria e mobilità studentesca in Europa. Una lettura sociologica

Autore: Stefano Chessa

Numero di pagine: 178

613.1.13

Il piano Marshall

Autore: Ben Steil

Quando, il 5 giugno 1947, il segretario di Stato George C. Marshall annunciò in un discorso all’Università di Harvard l’ambizioso progetto di ricostruzione dell’Europa che avrebbe preso il suo nome, fu subito chiaro che quella mossa era un punto di svolta nella politica americana verso il continente europeo e per gli equilibri internazionali. Alla fine della seconda guerra mondiale, crollato il progetto di Roosevelt di un «mondo unico» che comprendesse anche l’Urss, si fece avanti con il presidente Truman l’idea di un mondo diviso in due schieramenti. Il conflitto aveva lasciato un’Europa al collasso e sotto la minaccia dell’Unione Sovietica di Stalin: di fronte all’instabilità del Vecchio continente e alla politica di espansione della sfera d’influenza sovietica, gli Usa decisero di fare dell’Europa occidentale il baluardo contro il comunismo. Ma per risanare un’Europa devastata economicamente e socialmente occorreva una nuova strategia che legasse sicurezza economica e militare, promuovendo la ricostruzione con fondi americani di un’Europa integrata e capitalista, supportata sul piano militare da una solida alleanza dei paesi occidentali. Con un...

La grande scommessa

Autore: Michael Lewis

Numero di pagine: 200

Scommettere contro il sistema e guadagnarci. Quattro outsider, quattro speculatori ai margini del mercato, ma con un intuito visionario, prevedono prima delle banche, dei media e dei governi, il collasso finanziario mondiale del 2008: decidono di agire, di sfruttare un sistema in procinto di scoppiare per guadagnare una fortuna, mentre tutti li giudicano dei pazzi incompetenti. La grande scommessa è la storia della crisi che ha travolto il pianeta dal loro punto di vista. Personaggi fuori dagli schemi, sconosciuti ai più ma fondamentali per capire che cosa è successo veramente: una coppia di ragazzi partita con centomila dollari da un garage; un medico che gioca a investire a tempo perso nelle ore libere; un trader arrogante che pensa di saperne più degli altri, e che scoprirà di aver ragione. In comune, una certa "eccentricità" che li ha portati a non ascoltare il senso comune, la droga collettiva che spingeva tutto il resto del mercato a pensare che i rendimenti sui mutui e sui derivati non sarebbero mai finiti. Un gruppo di protagonisti improbabili ma assolutamente reali, su cui Lewis modella una storia avvincente, dimostrando di essere il migliore e più acuto cronista...

Oltre la democrazia

Autore: Massimiliano Di Paolo

Una critica implacabile della democrazia liberale e dei movimenti politici, il comunismo ed il fascismo, che hanno cercato di superarla. Tuttavia occorre andare oltre, verso una società senza Stato che sia veramente libera. Massimiliano Di Paolo è nato a Teramo nel 1967. Laureato in giurisprudenza con lode ha svolto attività didattica e di ricerca nelle università di Teramo e di Padova dal 1991 al 2000. Ha pubblicato 2 romanzi (Samizdat, Nel segno della P38), 2 raccolte di racconti (Il Tempio di Hendrix, Sofòs) e un libro sulle sue esperienze di lavoro (Strisce blu).

Una prefazione alla morale

Autore: Walter Lippmann

Numero di pagine: 274

«La disistima in cui i moralisti oggi sono caduti è dovuta al loro fallimento nel capire che, in un epoca come l'attuale, la funzione del moralista non è di esortare gli uomini ad essere buoni ma di spiegare quale sia il bene... Gli acidi della modernità stanno dissolvendo gli usi e le sanzioni ai quali gli uomini erano abituati. Il moralista, pertanto, non può comandare. Egli può persuadere soltanto e, per persuadere, deve dimostrare che il bene è la vitalità vittoriosa e il male una vitalità sconfitta .... Il moralista è irrilevante, se non intrigante e pericoloso, a meno che... non [dia] una rappresentazione realistica delle scelte che l'esperienza indicherebbe come desiderabili... egli deve aiutare a comprendere i problemi dell'aggiustamento alla realtà... come gli uomini debbano riformare i propri desideri ... Se facesse ciò, egli non avrebbe bisogno di chiamare la polizia né di evocare la paura dell'inferno... In un'età in cui il costume è dissolto e l'autorità è in crisi, la religione dello spirito non è soltanto un modello di vita... il suo principio è quello di ‘civilizzare' le passioni rendendole armoniose e serene... Nel regno dello spirito... non...

Scienza e valori

Autore: Pierluigi Barrotta

Numero di pagine: 256

Nell’Ottocento era comune considerare il bello, il buono e il vero come i valori costitutivi della scienza. Oggi si sta facendo strada la tesi che i fatti e i valori siano connessi e che la bellezza sia una proprietà richiesta dagli scienziati per accettare una teoria. In termini più generali si afferma che il bello, il buono e il vero sono tutti elementi essenziali per comprendere le attività che caratterizzano la scienza. Si tratta di questioni importanti culturalmente e politicamente. Capirle sino in fondo significa comprendere la natura della scienza e il suo ruolo nel mondo d’oggi.

L'arte della diplomazia

Autore: Henry Kissinger

Numero di pagine: 720

Teoria e pratica della diplomazia spiegate da un protagonista d'eccezione della Storia contemporanea attraverso analisi storiche e racconti di vicende vissute in prima persona.

Il nuovo cimento giornale di fisica, di chimica, e delle loro applicazioni alla medicina, alla farmacia ed alle arti industriali

Numero di pagine: 22

La scoperta dell'Italia

Autore: Mauro Canali

Numero di pagine: 496

L’Italia di inizio Novecento si rivelò per i corrispondenti americani, colti alla sprovvista dal suo grande fermento politico, un enigma difficile da decifrare e narrare ai lettori d’oltreoceano. Già profondamente scossi dalle lotte sociali del Biennio Rosso, ai loro occhi veri e propri moti eversivi di derivazione russa, di fronte al sorgere del movimento mussoliniano ebbero reazioni diverse: alcuni, abbandonandosi a illusioni e pregiudizi, azzardarono audaci analogie tra il capo del fascismo e i protagonisti dell’epopea a stelle e strisce; altri si avventurarono in analisi fondate su un immaginario carattere italico, frutto di conoscenze superficiali e stereotipi. Di fatto, fino a metà degli anni trenta Mussolini godette di grande popolarità presso la stampa americana. Gli inviati che giungevano numerosi a Roma per intervistarlo scrivevano articoli apologetici sul giovane dittatore, ne esaltavano l’iperattivismo e la ferrea volontà nell’imporre regole a un popolo che, in fondo, consideravano anarchico. Alcuni credettero addirittura di aver trovato nel fascismo la quadratura del cerchio: una seria riforma del capitalismo con l’aggiunta di elementi di umanitarismo ...

Nel segno dell'esilio

Autore: Edward W. Said

Numero di pagine: 651

A quattro anni dalla morte, il carisma di Edward Said non accenna a diminuire. Critico letterario, musicista, militante palestinese, Said sfugge a ogni tentativo di classificazione: un intellettuale la cui influenza è ben lontana dall'essere confinata al mondo accademico. Nel segno dell'esilio rispecchia questa sua versatilità. È una raccolta di quarantasei saggi, scelti da Said stesso e scritti tra il 1970 e il 2000, su una sorprendente varietà di argomenti: la diaspora palestinese, i ricordi di gioventù al Cairo e Alessandria (con un saggio straordinario dedicato a una famosa danzatrice del ventre), il confronto tra culture, ma anche il machismo di Hemingway e l'epica di Tarzan. E ancora: George Orwell, Giambattista Vico, Naguib Mahfouz, Joseph Conrad, Antonio Gramsci, E. M. Cioran, T. E. Lawrence, W. S. Naipaul, Eric Hobsbawm, in ritratti che confermano Said come uno dei più importanti ed eleganti critici letterari del nostro tempo. Su tutti, il saggio che dà anche il titolo al libro: una riflessione profonda e intensa sull'esilio, il luogo impossibile attorno a cui ruotano la biografia e l'intero percorso intellettuale di Said, esilio che è anche il filo rosso che...

Donne e propaganda internazionale. Percorsi femminili tra Italia e Stati Uniti nell’età della Grande Guerra

Autore: Daniela Rossini

Numero di pagine: 240

Durante la Grande Guerra alcune figure femminili, attraverso le loro nascenti professioni, sono coinvolte nell’attività di propaganda internazionale. Seguire le vicende biografiche di tre di loro – Amy Bernardy scrittrice, Maria Loschi giornalista e Gugli

Dominio

Autore: Marco d'Eramo

Numero di pagine: 256

Dai birrifici del Colorado alle facoltà di Harvard, ai premi Nobel di Stoccolma, Marco d’Eramo ci guida nei luoghi dove una guerra è stata pensata, pianificata, finanziata. Di una vera e propria guerra si è trattato, anche se è stata combattuta senza che noi ce ne accorgessimo. Lo ha riconosciuto uno degli uomini più ricchi del mondo, Warren Buffett: “Certo che c’è guerra di classe, e la mia classe l’ha vinta. L’hanno vinta i ricchi”. La vittoria è tale che oggi termini come “capitalisti”, “sfruttamento”, “oppressione” sono diventati parolacce che ci vergogniamo di pronunciare. Oggi “ci è più facile pensare la fine del mondo che la fine del capitalismo”. La rivolta dall’alto contro il basso ha investito tutti i terreni: non solo l’economia, il lavoro, ma la giustizia, l’educazione: ha stravolto l’idea che noi ci facciamo della società, della famiglia, di noi stessi. Ha sfruttato ogni crisi, ogni tsunami, ogni attentato, ogni recessione, ogni pandemia. Ha usato ogni arma, dalla rivoluzione informatica alla tecnologia del debito. Ha cambiato la natura del potere, dalla disciplina al controllo. Ha imparato dalle lotte operaie, ha studiato ...

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