Al giorno d'oggi le professioni stanno subendo una profonda trasformazione. I protagonisti, da un lato, sono spesso costretti a misurarsi con un mercato estremamente concorrenziale dove la prestazione intellettuale viene misurata anche in termini di prezzo, dall'altro le loro fila sono aumentate esponenzialmente anche grazie all'innalzamento del generale livello culturale della popolazione. La conoscenza è cresciuta a dismisura così da rendere più facile l'errore in determinati settori. In altri la mancanza di un senso deontologico moderno e affidabile espone i professionisti a 'tentazioni' che possono sconfinare i limiti del lecito fino a giungere alla soglia del delitto. In campo medico poi una, non sempre corretta, informazione ha diffuso l'impressione che i rischi per chi si sottopone ad interventi chirurgici siano piu' consistenti di quanto lo siano in realtà. Tutti fattori, questi, che nell'ultimo ventennio hanno determinato un maggior interesse della giustizia penale verso i professionisti in genere. In questo lavoro vengono prese in considerazione quattro professioni 'storiche' fornendo al lettore spunti pratici e temi di riflessione per eventuali approfondimenti.
Examines Nazi ideology and policy regarding children in general and Jewish children in particular. Discusses the euthanasia program, Nazi education, and the Lebensborn institutions. Describes the situation of children in the ghettos of Warsaw, Łódź, and Theresienstadt, as well as in the concentration camps of Auschwitz, Ravensbrück, and Mauthausen. Pp. 155-170 deal specifically with the deportation of Italian children. Pp. 171-194 contain an interview with Arianna Szörényi, from Fiume, who was deported to Auschwitz together with other members of her family.
È questa un’indagine multidisciplinare sulla natura del male politico, sui modi concreti in cui esso si è manifestato e sulle origini delle pratiche che l’hanno reso sempre più crudele. Attraverso la violenza, la politica assegna determinati valori alla vita e alla morte, decidendo quale funzione assegnare al corpo del nemico suppliziato, violentato, imprigionato, da uccidere, ucciso e da far svanire. Un’antologia dei dolori del mondo prodotti da una politica che mortifica la vita e finanche la morte. È dunque, questo, un lavoro che, smontando la tesi della “belva umana”, secondo la quale lo stato di natura degli esseri umani è violento, spiega che la violenza politica è frutto di atti consapevoli e di utilità programmata per il dominio totale sulle persone. Questo per stimolare il lettore e proiettarlo nella difesa ad oltranza dei diritti umani, dinanzi a qualsiasi politica che si fa criminale, per riconoscersi in valori positivi che devono essere comuni a tutta l’Umanità.
La Shoah, a quasi settantacinque anni dalla sua conclusione, rimane un evento unico nella storia umana per portata, tecnologia, ideologia razzista biologica, durata. Dagli anni ’80 e ’90 si produce un intenso dibattito fra due gruppi di storici: gli “intenzionalisti”, convinti che sin dalle pagine del Mein Kampf Hitler covasse l’idea di sterminare il popolo ebraico; i “funzionalisti”, che invece considerano la distruzione degli Ebrei europei un progetto scandito dagli eventi della Seconda guerra mondiale, anzitutto dall’invasione dell’Unione Sovietica (22 giugno 1941). Esistono poi posizioni più sfumate, come ben esemplificato dallo studioso statunitense Cristopher Browning, che si autodefinisce “funzionalista moderato”. Dagli anni 2000 si è passati a concentrarsi su altre tematiche, ma la querelle resta comunque una pagina fondamentale nello svilupparsi della coscienza storica, della conoscenza culturale e della dimensione inumana di un evento che dovrebbe restare all’insegna del “mai più”.
Se venissimo a sapere di un ordigno collocato in una delle stazioni della metropolitana di una città italiana, saremmo disposti a torturare un soggetto che, con elevate probabilità, potrebbe indicarne l‘ubicazione? Chiederemmo a dei medici sia di collaborare all’interrogatorio perché la tortura abbia efficacia, sia di tutelare la vita del torturato, così che possa continuare a fornire le informazioni necessarie? Come conciliare l’esigenza di sicurezza e il rispetto della persona? In momenti di emergenza servono strumenti eccezionali? Possiamo ammettere un’etica per il tempo di pace e un’etica per il tempo di lotta al terrorismo, nome attuale della guerra? La tortura, così apparentemente lontana, si fa vicina, trova dimora anche tra di noi. Non è più scontato il suo rifiuto, nonostante la normativa internazionale la vieti senza eccezioni. Il volume analizza le argomentazioni a favore e contro la tortura, sia sotto il profilo generale che dal punto di vista del medico, figura paradigmatica nella sua doppia lealtà alla persona che ha promesso di curare e alla società di cui tutela gli interessi.
Deportazione, sterminio, genocidio, shoah, soluzione finale o olocausto: sono solo alcuni dei nomi con i quali si è cercato - a partire dalla fine della seconda guerra mondiale - di definire l’immane tragedia del XX secolo. L’autrice di questo saggio spiega perché sono nate le singole definizioni e come la ricerca di un nome abbia accompagnato l’approfondirsi della conoscenza storica dell’evento. Si comprende così che la scelta del nome ha certamente motivazioni linguistiche, ma anche psicologiche, politiche, storiche e religiose. I nomi, infatti, cercano di definire e delimitare la realtà ma possono essere usati anche per banalizzare, deformare o addirittura a negare la realtà stessa.
Siamo liberi di scegliere se e come curarci. Non esiste soluzione migliore di questa. Come potrebbe qualcun altro conoscere i nostri desideri, sapere qual è il nostro bene, decidere al posto nostro? Cosa succede quando, per motivi di salute, non siamo più in condizione di avere o esprimere un parere?Il perfezionamento delle tecnologie per la sopravvivenza solleva ogni giorno interrogativi morali e dilemmi clinici. Nell’approccio a simili questioni spesso è prevalso un solido paternalismo: credere di essere nel giusto e sentirsi autorizzati a imporre le proprie convinzioni e decisioni a chi non è più in grado di opporsi. Per esempio, di fronte a malati privi di coscienza che, talvolta in modo irreversibile, necessitano di essere nutriti artificialmente mediante un sondino nasogastrico. O di cui sia stata dichiarata la morte cerebrale, in seguito alla completa devastazione del sistema nervoso centrale. O affetti da dolore cronico che richiedano una qualche forma di sedazione. In tutti questi casi, il paradosso è sempre dietro l’angolo: strumenti nati per salvare o migliorare la nostra salute rischiano di ingabbiarci in vite che non avremmo voluto vivere, e un diritto...
“La memoria è un vasto spazio inclinato, che noi pensiamo in perfetto equilibrio, su cui gli oggetti, ovvero tutto ciò che sappiamo del già accaduto, scivolano, a volte in un attimo, verso l’oblio.” Queste parole ricorda Furio Colombo di un incontro avuto con Oliver Sachs, che non ha mai teorizzato il problema (che infatti è politico e non medico) del contagio con cui si può indurre a rapide dimenticanze, si può arrivare all’immensa volgarità di negare la vittima di fronte alla vittima, di negare il delitto mentre si sta compiendo. Nelle pagine di questo libro Furio Colombo e Vittorio Pavoncello vogliono riportare in luce la forza del negazionismo (che resiste bene all’intensità, alla commozione, ma anche alla documentazione della memoria) e l’oscillante debolezza delle istituzioni che non hanno mai saldato la loro autorevolezza con la grandezza del crimine che si erano impegnate solennemente e per legge a non scolorire per non perdere il senso dalla vastità del crimine. Ha fatto scudo la calcificazione del fascismo, che vuole assurdamente continuare a essere opinione legittima come ogni altra opinione. Può esserci una opinione che non risponde del fatto che...
Qual è la missione dell'esercito segreto del Terzo Reich?Dopo il successo di La cattedrale dell'AnticristoIl nuovo grande thriller di Fabio DelizzosÈ l'esercito segreto del Terzo ReichLa sua missione è cambiare il futuroMentre nel pieno della seconda guerra mondiale le nazioni sono impegnate a combattere su tutti i fronti, alcuni agenti segreti specializzati nello spionaggio psichico si danno la caccia senza tregua. Una cellula misteriosa, il Panopticon, ha una missione ai limiti dell’impossibile: scoprire se la Wunderwaffe, l’“arma meravigliosa” dei nazisti, esiste davvero, e impossessarsene. Nel frattempo a Roma, uno scrittore costretto a guadagnarsi da vivere come sensitivo si trova suo malgrado coinvolto in questa pericolosa guerra di spie. Si chiama Lio Rol, e a causa dell’esplosione di una mina ha dimenticato molte, troppe cose. Persino di avere una sorella. Ma chi è davvero Lio Rol? Cosa lega sua sorella Sibylla all’Ordine delle SS? Cosa c’entrano i giganti della Bibbia con la bomba atomica, gli dèi sumeri con Atlantide, un romanzo ottocentesco inglese con la loggia nera che opera segretamente nel Terzo Reich? Lio dovrà mettere da parte la macchina da...
Con l’invasione della Francia da parte dell’esercito di Hitler, in Alsazia vengono aperti due lager: Schirmeck e Natzweiler. Proprio lì, un medico virologo, il dottor Eugen Haagen, praticherà esperimenti medici utilizzando gli internati come cavie, alla ricerca di un vaccino contro il tifo, la febbre gialla e altre malattie infettive. Nel contempo, nei due lager verranno rinchiusi i giovani, non ancora maggiorenni, che hanno dato vita a un’organizzazione di resistenza e di opposizione al nazismo in Alsazia. Le esistenze del dottor Haagen e dei ribelli della “Mano nera”, si incrociano drammaticamente, dando luogo a due modelli di vita in contrasto tra loro: quella di un uomo che, considerandosi uno scienziato al servizio dell’umanità, coglie nella guerra l’opportunità di servire insieme la Germania nazista e la scienza; e quella di un gruppo di adolescenti, che decide di lottare a costo della vita per restituire la libertà alla loro terra. Due storie parallele, dimenticate, che ci consentono di comprendere, non solo il dramma della deportazione ma soprattutto la barbarie di una guerra che puntava a disumanizzare gli esseri umani. Due storie, ricostruite con...
Introduzione di Antonia Arslan KZ Lager è un libro che racconta un percorso, insieme rigoroso ed emotivo, attraverso ventitré campi di concentramento e di sterminio: da Bergen-Belsen a Buchenwald, da Dachau a Mauthausen, sino ad Auschwitz, luoghi dove Davide Romanin Jacur ha accompagnato, in oltre cinquanta viaggi, gruppi di studenti o adulti. Un percorso in cui si intersecano e integrano due strade, una contraddistinta dall’ordine e dalla razionalità con le quali si descrivono i campi: la diversità morfologica, la collocazione, la dimensione e gli strumenti che servivano alla detenzione e all’uccisione dei prigionieri. La seconda è invece riflessiva, definisce la condizione emotiva dell’autore e traccia una sua riflessione personale: di ebreo partecipe della tragedia del suo popolo, e di uomo posto di fronte al mistero della cattiveria umana. Il testo è corredato da fotografie, carte geografiche, e alcuni testi scritti dai ragazzi che hanno partecipato ai viaggi. «Lo stile è duttile, e si piega con sicurezza a rendere i tanti e diversi luoghi, momenti e situazioni di questi itinerari, che infatti sono viaggi della conoscenza prima che della memoria: una conoscenza...
Anno 1945. I nazisti sono in fuga. Chi riesce scappa tramite l’organizzazione Odessa, filando verso il Sud America. Sulle loro tracce si mettono Simon Wiesenthal, gli agenti dell’Oss e quelli del CIC, il controspionaggio americano. Ci vogliono due anni per ricostruire il percorso fatto dai gerarchi, rifugiatisi nei monasteri del Tirolo prima di ricostruirsi un’identità grazie a passaporti della Croce Rossa e del Vaticano. A Genova, poi, Odessa ha messo in piedi una centrale di smistamento che conta sull’appoggio di religiosi croati. Non la conoscono in molti. Ma Herr Wolf, lui sì, lui non può ignorarla: perché è lui il principale ricercato al mondo, che Odessa vuole proteggere. Ma, certo, il suo vero nome è un altro e fa sperare ancora i nazisti, che hanno in mano le armi batteriologiche, inventate da un generale giapponese e testate nello Stato fantoccio del Manchukuo. Chi è dunque il misterioso criminale che deve far resuscitare il Reich? Una sola persona scopre la verità mezzo secolo più tardi, quando si arriverà alla resa dei conti. Tra realtà e fantasia, attraverso una ricostruzione storica tenuta a lungo nascosta, una spy story che tiene incollati fino...
La fuga dei criminali nazisti e la rete internazionale che li ha protetti La cronaca torna puntualmente a occuparsene quando un nuovo nome si aggiunge alla lista di chi non ha pagato per i propri terribili delitti. A più di mezzo secolo dalla fine del nazismo, infatti, ancora non si sa con certezza quanti siano stati i criminali di guerra tedeschi – e i loro alleati in Europa e nel mondo – sfuggiti alla giustizia. Questo libro cerca di ricostruire chi siano questi uomini, quali strutture – dai servizi segreti alleati al Vaticano fino ai gruppi dell’estrema destra – li abbiano protetti, come siano riusciti a lasciare indisturbati il loro Paese e quale nuova patria abbia offerto loro asilo. Grazie a uno scrupoloso lavoro di ricerca, I segreti del Quarto Reich segue la storia di queste persone – ex ufficiali delle SS colpevoli di atroci crimini contro l’umanità, medici responsabili di ogni orrore dei campi di sterminio, collaborazionisti ungheresi, baltici, ucraini, belgi, fascisti italiani e giapponesi – dopo il 1945: spesso celati sotto nuove identità, in molti casi hanno giocato un ruolo di primo piano nella rete internazionale dello spionaggio e...
623 items. Lists books in Italian dealing with the concentration camp experience - testimonies, narratives (i.e. fiction), and research. The appendix (p. 153-218) contains the text of the West German law of 1977, from the "Bundesgesetzblatt" (24 September 1977), recognizing the existence of Nazi concentration camps, and listing all of the camps, including the sub-camps and to which main camp they were attached.