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La cultura storica dell’Italia unita

Autore: Roberto Pertici

Numero di pagine: 353

Nella migliore storiografia italiana è prevalso, per molti decenni, un modello: quello dello «storico-filosofo-filologo-educatore-combattente politico». Non sempre anche i maggiori dei nostri studiosi sono riusciti a incarnarlo compiutamente, ma quello è stato il loro ideale. Questi sono gli storici che interessano maggiormente all’autore di questo volume. Protagonisti della cultura italiana come Giovanni Gentile, Gioacchino Volpe, Federico Chabod, Rosario Romeo, Giovanni Miccoli, Luisa Mangoni, Roberto Vivarelli... Ricostruire le loro fisionomie, i loro rapporti, la loro varia operosità gli consente di comporre quadri non scontati della più generale cultura italiana ed europea, nei suoi rapporti con le vicende politiche dell’ultimo secolo. Un approccio necessariamente critico, ma in cui si avverte una schietta gratitudine per il lavoro di tante generazioni di studiosi italiani.

Memorie da due mondi

Autore: Daniela David , Manuela Cedarmas

Numero di pagine: 224

La vita straordinaria di una donna nata in Cile e vissuta nell’Italia fascista, sfuggita, per un funambolico equilibrio della fortuna, ai massacri della dittatura argentina. Narrata come il lascito di memoria di una formidabile novantenne, la biografia ripercorre la nascita di Stelita a Valparaíso, in Cile, l’infanzia nell’Italia del regime tra un collegio di suore e l’altro, l’università a Urbino durante la guerra, il matrimonio in Inghilterra con un soldato polacco, l’approdo nell’Argentina peronista degli anni Cinquanta. Un percorso itinerante che sembra fermarsi nella grande Buenos Aires, ma che sarà squarciato dalla repressione del regime militare. La persecuzione dei sacerdoti terzomondisti e la scomparsa di amici e persone a lei molto vicini la portano a tentare allo stremo una fuga che si rivelerà tanto surreale quanto salvifica, verso, per ironia della sorte, il Cile del dittatore Augusto Pinochet. Lo straniamento vissuto in Cile la condurrà ancora in Italia e poi verso Cuba, Messico, Panama, a vivere insieme a famiglie di esuli argentini, militanti del movimento Montoneros. Mentre in Argentina torna la democrazia, Stelita è di nuovo in Italia, prima...

L’Italia come storia

Autore: Francesco Benigno , E. Igor Mineo

Numero di pagine: 429

Si può scrivere, oggi, una «storia d’Italia»? È ancora possibile immaginare unitariamente il passato della penisola, dal medioevo a oggi? È sempre più difficile rispondere a queste domande. I rivolgimenti successivi al 1989 hanno cambiato in profondità la prospettiva sulla storia del paese. La «provincializzazione» dell’Italia, e dell’Europa tutta, emerge con grande nitidezza. Cosa rimane allora delle rappresentazioni storiche che precedono quel lungo tornante, così profondamente segnate da una meditazione sofferta sull’ambigua eccezionalità della storia italiana, e sul suo contraddittorio ingresso nella modernità? La storiografia, in Italia come altrove, ha scomposto il canone nazionale, facendo i conti sia con la prospettiva della globalizzazione sia con le sfide identitarie imposte dalla memoria pubblica. L’obiettivo di questo libro non è quello di effettuare una sorta di bilancio storiografico, ma di provare a capire cosa possa significare, in un quadro del genere, una possibile «storia d’Italia» del nostro tempo.

Storica (2016) Vol. 66

Autore: Autori Vari

Numero di pagine: 225

Primo piano Valentina Pisanty, Saul e gli altri: il nuovo cinema sulla Shoah e i dibattiti della memoria 1. Il doppio vincolo della memoria 2. L'istituzionalizzazione della memoria 3. L'era del post-testimone 4. La stanchezza della memoria Filo rosso Luigi Canetti, Il bruco e l'arcobaleno. Nuovi paradigmi per la storia culturale e religiosa dell'alto medioevo 1. Bilanci e nodi tematici 2. Cristianizzazione e Periodisierung 3. Verso nuovi modelli interpretativi Luca Baldissarra, Il lungo dopoguerra. Gli storici e le storie d'Italia 1. La storia come senso reale 2. Nuova cultura, nuova storia, nuova società? 3. Battaglia politico-culturale e pedagogia civile 4. Antifascismo e democrazia 5. Fine del dopoguerra, fine dell'intellettuale Questioni Daniele Di Bartolomeo, Di nuovo la rivoluzione? Pensare il cambiamento nel XXI secolo 1. La rivoluzione come idea 2. La rivoluzione come spazio 3. La rivoluzione come script 4. Rivoluzione, globalizzazione e ripetizione Alessandro Pastore, Antropofagia in chiave storica: prospettive a confronto 1. Una breve premessa 2. Cannibali medievali 3. Da Montaigne agli illuministi 4. Questioni di metodo Contrappunti Dal torchio alla piazza Barbierato...

La Grande Italia

Autore: Emilio Gentile

Numero di pagine: 464

Ideali e ambizioni, speranze e delusioni, dignità e tragedia di una nazione controversa. Alla fine del Novecento, fu annunciata in Italia la 'morte della patria'. Oggi assistiamo alla rinascita del culto della nazione, mentre molti temono tuttora una perdita dell'identità nazionale. Gli italiani, in realtà, non hanno mai avuto una comune idea di nazione, anche se fin dal Risorgimento, per oltre un secolo, il mito di una Grande Italia ha influito sulla loro esistenza. Sono state molte le Italie degli italiani, divisi da ideologie antagoniste, sfociate talvolta in guerra civile. Con un'analisi rigorosa e avvincente, unica nel suo genere, Emilio Gentile narra la storia del mito nazionale nelle sue varie versioni, durante il moto risorgimentale, lo Stato liberale, la Grande Guerra, il fascismo, la Resistenza e la Repubblica, fino a scoprire le ragioni per le quali, dalla metà del secolo scorso, la nazione è scomparsa dalla vita degli italiani per riapparire nell'Italia d'oggi, con un incerto futuro. Una riflessione storica sul passato, per comprendere il presente.

Storia della storiografia italiana

Autore: Giuseppe Galasso

Numero di pagine: 224

Dalle cronache alle più impegnative scritture storiche medievali, l'Italia si dimostra un laboratorio di innovazioni e riflessioni di grande spessore nel contesto europeo. La storiografia umanistica e storici come Machiavelli e Guicciardini non sorgono, quindi, come estemporanee novità, e neppure è casuale il magistero italiano nell'Europa del Rinascimento. Questo alto profilo viene in parte disperso nella 'decadenza' italiana, finché con Vico, Muratori, Giannone si riapre una nuova grande stagione. Dal Risorgimento alla Repubblica il corso della storiografia italiana si fa molteplice e differenziato, in collegamento crescente con i paralleli sviluppi europei. Nel '900 la storiografia italiana è poi sempre più ricca di voci e di esperienze, che ne fanno un documento notevole della cultura contemporanea, pur mantenendo sempre una sua originale cifra di interessi e di metodi. Un ritratto d'autore del volto cangiante della storiografia italiana. Un profilo che definisce la fisionomia e la metodologia dello scrivere di storia nel nostro paese, sottolineandone l'organico rapporto con l'insieme della vita civile e culturale.

Italiani senza padri

Autore: Emilio Gentile , Simonetta Fiori

Numero di pagine: 186

La festa dei centocinquant'anni di unità cade in un'Italia smarrita, un paese che rinnega se stesso e i propri padri fondatori. Ma perché abbiamo un cattivo rapporto con il movimento nazionale che diede origine allo Stato italiano? E per quale ragione ci sentiamo italiani, ma non cittadini di uno Stato nazionale?Emilio Gentile ripercorre un secolo e mezzo di storia italiana attraverso la lente del rapporto con il Risorgimento e nel confronto con le voci più autorevoli della storiografia italiana e straniera. Da una riflessione svolta senza retorica, senza condanne e senza apologie, emerge il ritratto realistico di un popolo continuamente oscillante fra euforia e depressione, orgoglio e avvilimento, presunzione di grandezza e complesso di inferiorità. Una comunità rissosa, incapace di accordarsi su cos'è l'Italia e cosa sono gli italiani.

Italianità

Autore: Silvana Patriarca

Numero di pagine: 348

«Il carattere nazionale è stato un elemento centrale delle riflessioni di una parte importante del mondo intellettuale e politico dal Risorgimento alla Repubblica, e il discorso sui vizi degli italiani è stato anche parte integrante della lotta politica, nel senso che è stato regolarmente messo in campo e utilizzato come strumento nella battaglia per la definizione della nazione». Dai patrioti risorgimentali che volevano che gli italiani prendessero in mano il loro destino, al fascismo che voleva trasformarli in una massa disciplinata e militarizzata, fino all'Italia postbellica, in ogni epoca il discorso sul carattere nazionale ha assunto toni e contenuti differenti. Nel corso del tempo le analisi dell' 'italianità' hanno contribuito a richiamare l'attenzione sulla vita pubblica e la qualità della cittadinanza, ma sono anche state utilizzate dai nazionalisti per i loro scopi sciovinistici, oppure sono servite da alibi per nascondere responsabilità precise. Ricorrenti autostereotipi negativi hanno continuato a circolare anche quando si inventavano le narrazioni dei 'primati' o della 'brava gente'. Ma può esserci davvero una speranza di cambiamento se il carattere di un...

Nazioni d’Italia

Autore: Angela De Benedictis , Irene Fosi , Luca Mannori

Numero di pagine: 301

Tipica «nazione di nazioni», l’Italia della tarda età moderna e del primo Ottocento si caratterizza non solo per l’elaborazione progressiva di una comune identità culturale e politica, ma anche per un parallelo, e non meno vivace, processo di rafforzamento/rinnovamento dei sensi di appartenenza di livello regionale o sub regionale. Talvolta coincidenti con le antiche «patrie» cittadine, talaltra con comunità territoriali più ampie, talaltra ancora con gli spazi segnati dai confini stessi degli Stati, queste nazioni locali non possono essere comunque considerate come un mero tratto recessivo del nostro panorama preunitario. È attorno ad esse, non meno che al soggetto-Italia, che si condensa quel nuovo bisogno d’inclusione e di partecipazione attiva ai processi politici che accompagna un po’ ovunque lo sbiadire della vecchia società di corpi; e poco capiremmo del processo risorgimentale se non tenessimo conto della continua tensione che già alla fine del Settecento si profila tra questi diversi livelli di appartenenza.

Nazionalismi ed esodi Istriani

Autore: Remo Calcich

Il nazionalismo fascista fu la causa principale a partire dagli anni venti degli esodi istriani nelle loro componenti: istro-veneta e istro-croata.

Il confine tradito

Autore: Valentino Quintana

Numero di pagine: 392

Nella Trieste e nella Venezia Giulia del dopoguerra, i fratelli Gherdovich cercano a tutti i costi di salvare la loro terra natia. Tra sete di potere, intrighi e diplomazie, drammi familiari e una situazione internazionale completamente diversa da quella della loro giovinezza, dovranno affrontare grandi sciagure sia politiche che personali, ma l’amore fraterno riuscirà a vincere ogni ideologia.

Storia della Repubblica

Autore: Guido Crainz

Settant’anni di storia: un percorso intenso e tormentato, intriso di speranze e di delusioni, di traumi profondi e di mutamenti inavvertiti. Un percorso cui attingere più che mai, questo è il senso del libro, nei disorientamenti dell’oggi. Nel disagio per il nostro presente. Nell’incombere di scenari internazionali che alimentano le inquietudini del nuovo millennio. Quanto siamo cambiati nei settant’anni della Repubblica? Come sono venuti a confliggere, nel loro scorrere, modi diversi di essere italiani? Come si è passati dalla società sofferente e vitale del dopoguerra, capace di risollevarsi dalle macerie di un regime e dalle devastazioni di un conflitto mondiale (e protagonista poi di uno sviluppo straordinario), all’Italia spaesata di oggi? In un unico sguardo tutte le stagioni della nostra vicenda repubblicana, nel succedersi di scenari sociali e politici, culture, generazioni: il dopoguerra, intenso e tormentato; le trasformazioni, le speranze e le disillusioni del «miracolo economico»; le tensioni e gli umori degli anni settanta, non riducibili al dilagare di conflitti e terrorismi; la grande mutazione degli anni ottanta, vera origine dei processi...

Trieste selvatica

Autore: Luigi Nacci

Numero di pagine: 208

Non più dighe, palazzi di banche, castelli di imperatori. Vorrei dirti di osterie, bordelli, vie in cui gli artisti si sono mischiati a gente di popolo, pellegrini, spettri di soldati senza plotone e finalmente uscire dal centro, spalancare i polmoni in Carso e più in là, nella selva. Trieste è la città di Maria Teresa, di Miramare, di Sissi, delle regate, dei caffè. Tutto vero. Ma c'è un'altra città: quella di Joyce e di chi, come lui, trascorreva le notti in locali malfamati, in mezzo alla calca umana giunta per cercare fortuna in una metropoli che fino a poco tempo prima era stata un anonimo villaggio. C'era e c'è ancora una Trieste di vicoli, di personaggi al limite tra genio e follia. C'è il Carso, non corpo separato, ma parte integrante della città: labirinto di sassi, boscaglie, doline, foibe, trincee. Ci sono boschi e foreste sterminate, luoghi in cui si è combattuto, ci si è vendicati spietatamente, si sono nascoste prove di stragi feroci, e allo stesso tempo rifugi per vagabondi pacifici, viandanti senza bandiera che non conoscono l'odio. Il selvatico batte alle porte del centro. È una forza selvaggia e liberatoria. Siamo disposti a conoscerla?

“Come siamo andati in Libia”. La Guerra Italo-Turca tra politica e cronaca (1911-12)

Autore: Luca Giansanti

Il volume offre una sintesi delle vicende politiche e diplomatiche che hanno portato l’Italia giolittiana ad intraprendere e condurre quella che il maggiore storico italiano, Gioacchino Volpe, definì l’Impresa di Tripoli, assegnando ad essa una importanza decisiva nel lento farsi nazione dell’Italia liberale. Il titolo del volume riprende quello di un’opera di Gaetano Salvemini, fervido oppositore della guerra libica, il quale raccolse in volume una serie di suoi scritti e lavori dai quali sarebbero emerse in modo nitido tutte le falsificazioni e mistificazioni della campagna interventista sia dal punto di vista politico, che economico e militare: il giudizio dello storico di Molfetta fu perentorio: “Sia il quando, sia il perché, sia il come della impresa libica non si spiegano, se non tenendo presenti la incultura, la leggerezza, la facile suggestionabilità, il fatuo pappagallismo delle classi dirigenti italiane”.

La confederazione italiana

Autore: Geminello Alvi

Numero di pagine: 384

Da quando Giacomo Leopardi le dedicò il Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani, la “natura” di questo popolo senza patria e senza nazione si è rivelata come un nodo di problemi irresolubili, un groviglio inestricabile. L’Italia è ormai per definizione un paese “diverso” (anormale) e questa diversità è accettata e subita come un destino, o al più affrontata con amputazioni o metamorfosi (federalismo, secessioni, rivoluzioni), tanto che divenne ricorrente il sogno di “fare” gli italiani che non ci sono, o che come sono non sono abbastanza identificabili da essere una nazione.Geminello Alvi, a conclusione di un bizzarro viaggio attraverso la Russia postcomunista, torna sull’annosa questione con la sapienza di sterminate letture, dalle quali strizza suggerimenti e significati con sobrietà e parsimonia, ma anche con straordinaria intelligenza rabdomantica e con disincantata ingenuità e innocenza, che gli consente di vedere le cose come sinora nessuno le aveva mai colte.Il risultato è un libro imprevedibile e a tratti irriverente, che ci parla di un’Italia diversa da tutte le altre che ci sono state descritte e raccontate, della quale si...

Resistenza senza fucile

Autore: Giovanni Bianchi

Numero di pagine: 245

A più di settant'anni dal 25 aprile la Resistenza è interrogata soprattutto da due problemi: la lotta degli ultimi partigiani con l'anagrafe e la recezione storica dell'epopea patriottica per le nuove generazioni. Un ruolo privilegiato riveste la città di Milano. Una Milano inseparabile dalla sua cintura periferica, dalle grandi fabbriche di Sesto San Giovanni - Stalingrado d'Italia - dagli scioperi delle primavere del 1943 e del 1944, da un protagonismo diffuso che include i tentativi di instaurazione di una nuova democrazia, complementari rispetto alla strategia militare dei combattenti in montagna. Tutto ciò nello sforzo di intendere le stesse operazioni di guerra nella prospettiva dei partigiani senza fucile, di quanti cioè concorsero in diversa maniera alla lotta antifascista, non sui fronti della guerriglia ma nella quotidianità del territorio. Cessando di considerare la vita sotto la dittatura una semplice cassa di risonanza dell'azione strategica e militare. Detto impoliticamente: uno sguardo sugli avvenimenti con l'occhio del paesaggista piuttosto che con quello del ritrattista. E in questa prospettiva che la tanto bistrattata «zona grigia» attribuita ai cattolici ...

Il castello di Montarrenti. Lo scavo archeologico (1982-1987). Per la storia della formazione del villaggio medievale in Toscana (secc. VII-XV) (Premio Ottone d'Assia 2001)

Autore: Federico Cantini

Numero di pagine: 276

Il volume costituisce l’attesa edizione di uno tra i principali scavi dell’archeologia medievale in Italia, quello del castello di Montarrenti. Dopo una paziente opera di recupero ed analisi della documentazione, l’autore ricostruisce le singole fasi della vita dell’insediamento, stabilendo la loro datazione grazie a un dettagliato studio dei reperti. Il sito di Montarrenti nasce come villaggio verso la metà del VII secolo e prosegue la sua esistenza, trasformandosi in castello, nel corso del Medioevo. Arricchiscono il testo e lo rendono ancor più efficace le ricostruzioni realizzate dallo studio InkLink di Firenze. Premio Ottone d’Assia 2001.

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