Vi siete mai chiesti per quale motivo i Simpson hanno la pelle gialla? E come è nato il personaggio di Homer? O quanto tempo e quante persone ci vogliono per realizzare una puntata dei Simpson? Questo libro vi darà tutte le risposte. Uno straordinario puzzle di dichiarazioni, interviste, testimonianze e aneddoti con cui John Ortved ricostruisce la storia del più longevo serial animato della storia della tv (ma anche, nonostante il successo, uno dei più caustici), e la fortuna del suo creatore Matt Groening, un ex fumettista punk e squattrinato, emigrato da Portland a Los Angeles. A quasi venticinque anni dall’esordio nulla è cambiato. I Simpson sono gli eredi della migliore tradizione satirica americana, da Mad al Saturday Night Live, ma sono soprattutto una famiglia, di quelle che potrebbero tranquillamente abitare nell’appartamento accanto.
Quanti episodi dei Simpson avete visto nella vostra vita? Centinaia? Migliaia? Eppure forse non vi siete mai accorti che tra gli ingredienti segreti di questa serie c'è la matematica! Sparsa a piene mani nei luoghi e nelle circostanze più improbabili, la matematica è disseminata in moltissimi episodi, e in questo volume Simon Singh ripercorre le avventure della famiglia più famosa della tv per svelarci i trucchi degli sceneggiatori: Homer che ci introduce al teorema dello Spaventapasseri indossando gli occhiali di Henry Kissinger; Lisa che ci mostra come un'analisi statistica possa portare alla vittoria le squadre di baseball; il professor Frink che con il suo Frinkaedro indaga la geometria a più dimensioni. E tra una barzelletta ispirata al teorema di Fermat e l'equazione E=mc2 citata tra i giochi di Maggie, questo libro ci accompagna in modo divertentissimo e inedito in un viaggio attraverso i grandi temi della matematica, un viaggio alla fine del quale potremmo scoprire che Bart sarà forse un pessimo studente, ma sa essere uno straordinario insegnante di scienze.
Rappresentare con verità storica, anche scomoda ai potenti di turno, la realtà contemporanea, rapportandola al passato e proiettandola al futuro. Per non reiterare vecchi errori. Perché la massa dimentica o non conosce. Denuncio i difetti e caldeggio i pregi italici. Perché non abbiamo orgoglio e dignità per migliorarci e perché non sappiamo apprezzare, tutelare e promuovere quello che abbiamo ereditato dai nostri avi. Insomma, siamo bravi a farci del male e qualcuno deve pur essere diverso!
Che connessione esiste tra la filosofia e le flatulenze? È accettabile ridicolizzare, in un colpo solo, Islam ed Ebraismo, Scientology e Chiesa cattolica, omosessualità e ambientalismo? È giusto che un cartone animato usi espressioni come «Fotti-zio», «Porca trota», «Figlio di sultana», «Cazzarola»? Il libro che avete tra le mani offre una risposta a queste e a molte altre domande. Unendo cultura pop, divertimento e rigore accademico, South Park e la filosofia raccoglie ventidue saggi filosofici, intelligenti e irresistibili. E racconta il presente in cui viviamo attraverso gli occhi blasfemi e geniali di Stan, Eric, Kyle e Kenny, che restano, dopo oltre quindici anni e numerosi Emmy vinti, i protagonisti della serie tv più censurata e discussa del nostro tempo.
Attraverso brani di Dante, Galileo, Leopardi, Sinisgalli, Calvino, Eco, Høeg, Giordano, il “quaderno” mostra come una solida conoscenza dei concetti di base e della terminologia matematica abbia offerto tutta una gamma di metafore e di analogie che hanno notevolmente arricchito la vena letteraria di questi autori. Ma nel “quaderno” si parla anche di libri di scrittori come Pirandello, Saramago, Poe, Conan Doyle, Sciascia nei quali il lettore, con competenze matematiche, riesce a cogliere aspetti e chiavi di lettura meno immediati. Pure l’impostazione di molti romanzi “polizieschi” lascia intravedere una chiara struttura matematica. È un discorso che termina idealmente con i Simpson: non si tratta di letteratura ma di un “fenomeno” che la letteratura ha subito raccolto. E poi i riferimenti dei Simpson alla Matematica non solo sono frequenti ma anche di buon livello scientifico.
Se il precedente Gli X-Men e la filosofia ha indagato come è essere un mutante, il mutante che dunque siamo, il presente volume intende provare a lasciar raccontare ai fumetti degli X-Men qualcosa riguardo questioni di filosofi a etica: un’etica del desiderio, come vuole Lacan, della responsabilità illimitata, come vuole Derrida, un’etica della libertà, della colpa e, soprattutto, un’etica ingrata, di un eroismo senza grazie (thankless heroism) alla portata però di ogni uomo. Un esercizio di filosofia mutante, per contenuto (i comics degli X-Men) e stile (filosofia e pop culture che si indagano e raccontano, insieme). Una filosofia che assume una nuova forma, contaminata, meticcia, ibrida, non fuggendo di fronte alla cultura popolare, ma ricavandone, invece, un modo per spianare una via nel pensiero, per aprire un cammino.
Elizabeth Pisani è un’epidemiologa, ma quando le chiedono di cosa si occupa nella vita risponde «di sesso, droga e politici morigerati». In una parola di Aids. Per quattordici anni ha viaggiato tra Indonesia, Cina, Africa sub-sahariana e Nord America, esplorando i mondi di cui non si vuole sentir parlare: mercato del sesso, prostitute, rent boy, protettori. Tossicodipendenti, poliziotti, assistenti sociali. Ma soprattutto si è mossa nelle asettiche sale riunioni dell’industria dell’Aids, dove ha scoperto che a rendere difficile la lotta sono le ideologie reazionarie e i grossi investimenti gestiti da mani sbagliate. La saggezza delle prostitute è il racconto secco e incalzante del fenomenale boom di quest’industria e dei suoi meccanismi. Di come sono stati manipolati i dati sul contagio per accendere i riflettori sulla malattia, della tattica del terrore e dell’allarmismo usata per convincere i governi a cercare fondi per prevenire il virus e dello sperpero insensato di soldi da parte delle Ong. Elizabeth Pisani ci dice che viviamo in un mondo in cui nulla si sottrae alle strategie necessarie per competere nel mercato. Neanche la lotta all’Aids.
Un motto di Aby Warburg registrato da Gertrud Bing è Zum Bild, das Wort: “All'immagine, la parola!”. L’immagine è l'entitàfisica e luminosa su cui direttamente precipitano e si condensano impressioni e memoria degli eventi culturali, storici e sociali.Dotata di un originario potere di evocazione, di una dose inesauribile di significati, in forza della sua vitalità espressiva l'immagine contendealla parola il ruolo di principale veicolo e supporto della tradizione classica.
Jack ha 24 anni ed è come se fosse appena nato. Non si è mai ubriacato, non ha mai avuto una ragazza, non si è mai regalato un paio di scarpe. «Jack» non è il suo vero nome, se lo è scelto da solo. Ha passato quasi tutta la vita in prigione, e ne è uscito con un lavoro, una diversa identità e un amico, Terry. Terry è il suo tutore, l’unico che sappia chi sia veramente Jack. Jack cammina libero nella sua nuova vita, mentre la gente si interroga su dove sia, ora, il mostro che anni prima ha compiuto un crimine spaventoso. Che un mostro si nasconda in Inghilterra, e che possa essere stato perdonato, per l’opinione pubblica e i tabloid è qualcosa di intollerabile. Una bomba a orologeria. Indirettamente ispirato a un vero fatto di cronaca del 1993, l’assassinio del piccolo James Bulger per mano di due bambini poco più grandi, Boy A è un romanzo d’esordio struggente e appassionato. Il lucido, spietato racconto di come sia difficile lasciarsi il passato alle spalle. Chi decide a chi è concessa una seconda possibilità?
Mark Trace ha una sola, grande aspirazione: diventare uno scrittore. Ma ciò che gli riesce meglio è imitare alla perfezione lo stile dei grandi autori della letteratura mondiale. Durante un soggiorno a Parigi scrive un finto racconto di Hemingway. Quando il falso verrà dichiarato autentico, Mark avrà l’occasione di risollevare le sorti della Little Review di Londra, la rivista per cui lavora, che naviga in cattive acque. Quello che era nato come un gioco diventa una scelta obbligata, da cui prenderà il via un intrigo molto pericoloso e complesso. In questo romanzo di David Belbin nulla è come sembra e il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. L’inedito di Hemingway è l’appassionante avventura di un falsificatore nato, una storia originale che ha un protagonista su tutti: la letteratura.
PROFILINUS/Alberico Lemme/Andrea Bozzo COPERTINA Mad Oaxaca/Ivan Manuppelli MESSICO E NUVOLE Un tour da profanatori/Alessandro Roveggi Sin titulo/Abraham Diaz Buoni i funghi/Ivan Carozzi Tacopedia Accendi il fuoco re lucertola!/Baro & Lucciola NON È SATIRA/ Se siete in partenza – Se siete in viaggio – Se siete al mare Ai don spic italian, sory (#welovewhales) Valerio Lundini / Guida turistica definitiva di Gatteo Mare Alessandro Gori / Per la rubrica «la prova costume» diamo il benvenuto al palombaro Nicole Balassone / Viaggiare, a casa mia, significa «the best of» me stesso Federico Lai /... e facciamoci del male (pensando al rientro) Marco Perrone INTERVISTA Chiamiamolo puzza!/Niccolò De Mojana POSTER Cochlear Dei-Ode al capitano Totti in versi latini/ Andrea Bozzo/Alvaro Rissa COMEDIANS Sarah Silverman/Giulio D’Antona INTERVISTA Milano malìa – conversazione con Alberto Rollo/ Giulia Cavaliere BEL TEMPO Io puffo, egli puffò e tu pufferai/Ivan Carozzi Fa bene anche ai fiori/Marco Pesatori SIMPSON Storia e filosofia dei Simpson – intervista a David Silverman/ Stefania Carini HOMER & CO. Simpson Beach/Fabio Fanelli FUMETTI Peanuts/Charles M. Schulz Wumo/Wulff &...
Politica, cultura, economia.
Il reddito di cittadinanza è uno degli argomenti del momento. Molti pensano che lo Stato debba farsi carico dei poveri e dei disoccupati e che esso possa rappresentare lo strumento giusto per questo scopo. Ma il reddito di cittadinanza, correttamente inteso, è un trasferimento monetario verso tutti i cittadini, da dare anche a chi è abile al lavoro e sceglie di non lavorare e persino a chi è ricco e di soldi ne ha già in abbondanza. Si tratta di denaro concesso senza alcuna condizione né richiesta. Ma è possibile difendere l’idea di un reddito dato a tutti, ricchi e poveri, stakanovisti e fannulloni? Questo ebook, che si può leggere nel tempo della pausa pranzo, cerca di chiarire i termini essenziali del problema, presenta gli argomenti a sostegno, risponde ad alcune delle critiche più diffuse, mettendo così ordine in un dibattito in cui il reddito di cittadinanza è confuso con altre misure, dal reddito garantito al salario minimo. Un testo che fa riflettere, in un’epoca di generale ripensamento dei sistemi di protezione sociale, quello giusto per farsi un’idea che vada oltre le semplificazioni e gli slogan gridati.