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I vizi. Ira

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 71

Secondo la Bibbia, l’omicidio commesso da Caino nasce da una collera repressa, sfociata in un gesto di violenza cieca. L’«ira funesta» accompagna l’esordio dell’Iliade e la guerra di Troia, il gesto tragico della Medea di Euripide e il furioso accanimento di Orlando quando scopre le testimonianze dell’infedeltà di Angelica. Passione complessa e misteriosa che assale come un vento impetuoso, divampa come un fuoco divorante e si abbatte con la violenza di una tempesta, l’ira può essere causata dall’ingiustizia, dall’orgoglio, dal desiderio, dall’inganno, dall’umiliazione. Essa può raggiungere il confine della follia, ma è di solito una perturbazione dell’animo limitata nel tempo, che non si mantiene a lungo e pertanto si distingue dall’odio e dal risentimento. Poiché ha a che fare con le relazioni ed è rivelatrice della nostra vulnerabilità, l’ira consente di conoscere noi stessi e può anche essere un sentimento psicologicamente buono se fornisce un’energia che la sola ragione non può suscitare, se ne fa «buon uso», la si mette al servizio della giustizia, della pace, del bene comune. In passato, anche nella liturgia funebre si cantava la...

e150 | Zum Bild, das Wort I

Autore: Engramma

Numero di pagine: 675

Un motto di Aby Warburg registrato da Gertrud Bing è Zum Bild, das Wort: “All'immagine, la parola!”. L’immagine è l'entitàfisica e luminosa su cui direttamente precipitano e si condensano impressioni e memoria degli eventi culturali, storici e sociali.Dotata di un originario potere di evocazione, di una dose inesauribile di significati, in forza della sua vitalità espressiva l'immagine contendealla parola il ruolo di principale veicolo e supporto della tradizione classica.

I Vizi. Lussuria

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 72

Anche i più santi, come Davide, e i più sapienti, come Salomone, hanno ceduto alla suggestione della lussuria, la passione ardente, il fuoco divorante che getta nel disordine l’ambito della sessualità umana. Come la gola è legata all’istinto di vita, così la lussuria è collegata all’istinto di riproduzione, che permette la sopravvivenza e la continuazione del genere umano. La sessualità è però molto più complessa ed enigmatica poiché rinvia a quanto di più profondo, misterioso e vulnerabile c’è nella persona e coinvolge anche ciò che vi è di più vitale e caratteristico dell’essere umano. Il vizio della lussuria scardina e deforma proprio la relazione tra sesso, eros e amore, designando un comportamento disordinato e sregolato, una distorsione e una deformazione del desiderio e del piacere. Le pulsioni erotiche sfogano la propria natura caotica fino a sommergere l’altro, il cui corpo viene usato strumentalmente, reso oggetto, frammentato. La lussuria rattrista più di quanto dia gioia, è un albero dai frutti amari, che produce ripiegamento su di sé e disgusto. La sua distruttività, come già aveva osservato Tommaso d’Aquino, risiede in un esagerato...

I vizi. Gola

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 66

Un uovo con le zampe, un pollo arrosto, un maiale raffigurato con il coltello che lo sta affettando sono le delizie che si muovono, indisturbate e animate, nel Paese di cuccagna di Bruegel il Vecchio, un paradiso di polenta e di crostate, abitato da personaggi grassi e sguaiati. Se nutrirsi è un atto essenziale per la sopravvivenza, il desiderio eccessivo, disordinato e scomposto genera un vizio, quello della gola, nei confronti del quale si è di solito indulgenti, anche se i Padri della Chiesa lo considerano la porta di tutti i pensieri malvagi e di tutte le passioni. Tenuto oggi sotto controllo da medici e dietologi, il piacere del cibo è considerato dalla saggezza biblica un dono di Dio e un segno della sua benedizione, purché gli eccessi della tavola non facciano dimenticare il dovere della carità nei confronti del prossimo, come ricorda la parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro. Atto personale, ma anche sociale e politico, l’atto di mangiare, legato com’è all’oralità e al desiderio, investe pienamente la sfera affettiva. A tavola non si condividono solo le pietanze, ma si scambiano parole e discorsi, si nutrono le relazioni e si possono curare ...

Giocare tra Medioevo ed età moderna

Autore: Francesca Aceto , Francesco Lucioli

Numero di pagine: 249

I saggi qui pubblicati intendono proporre una nuova riflessione, anche di carattere storiografico, sulla funzione etica attribuita all’attività ludica tra Medioevo ed età moderna, sulle sue molteplici forme di espressione e di rappresentazione, e sulle modalità con le quali il gioco viene interpretato e utilizzato in chiave morale. Il volume ragiona dunque sulle dinamiche di relazione tra donne, uomini e prassi ludica, per analizzare gli spazi, i tempi e le modalità di accesso al gioco nel lungo periodo che va dalla teorizzazione medievale dell’eutrapelia alle riflessioni gesuitiche sull’educazione dei fanciulli. L’analisi di fenomeni di grande interesse antropologico, come quello ludico, merita infatti di essere condotta in un’ottica ampia, tesa a indagare prospettive generali, e capace quindi di individuare elementi strutturali che si ripercuotono a lungo termine e possono così rivelarsi indicatori di cambiamenti significativi negli assetti sociali, istituzionali e culturali delle società medievali e moderne. Il lettore è così condotto a seguire le fila della storia di un’esperienza culturale straordinaria, tra morale e religione, tra etica e politica.

I Vizi. Superbia

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 82

La superbia appare come espressione di un vasto insieme di vizi: orgoglio, tracotanza, boria esteriore, desiderio di abbassare gli altri per emergere, arbitrio. San Tommaso, sulla scia di sant’Agostino, la definisce «desiderio disordinato di eccellenza». Esiste, infatti, in ciascuno di noi il legittimo desiderio di realizzare pienamente se stesso. Si tratta di uno stimolo, potente e positivo, a cercare di dare il meglio nelle diverse situazioni. La forza seducente e il fascino della superbia consistono proprio nell’esaltare il desiderio naturale di eccellere, incentrando in modo assoluto l’attenzione su se stessi e oltrepassando la propria misura. Esistono rimedi? Innanzitutto favorire una sana autostima, virtù laica che si contrappone alla superbia ed è una qualità indispensabile per vivere, e poi trovare il modo di entrare nella complessità propria e altrui, affinando la capacità di ascoltare e la curiosità di capire se stessi e gli altri. La virtù opposta alla superbia è l’umiltà, che non va confusa con la ritrosia, la timidezza, la mediocrità, la vigliaccheria. L’umiltà, infatti, non comanda di esagerare i difetti né di negare le proprie doti né di...

Critica del testo (2011) Vol. 14/2

Autore: AA. VV.

Numero di pagine: 779

Questioni Arianna Punzi, «Animos movere»: la lingua delle invettive nella Commedia (p. 11-42) Rachel Jacoff, Dante and Rome (p. 43-66) Olivia Holmes, Sex and the City of God (p. 67-108) Rodney Lokaj, Dante’s Comic Reappraisal of Petrine Primacy (p. 109-145) Lorenzo Mainini, Schermi e specchi: intorno a Vita nova 2, 6-9 e ad altre visioni dantesche (p. 147-178) Justin Steinberg, Arbitrium: Judicial Discretion and Poetic License in De vulgari eloquentia and Purgatorio 27 (p. 179-198) Giovannella Desideri, Di Pluto e di Fortuna: topica e microcircolarità significative (p. 199-227) Theodore J. Cachey Jr, Cartografie dantesche: mappando Malebolge (p. 229-260) Silvano Peloso, Dante, Iacomo della Lana e il canto 26 dell’Inferno: a proposito di Ulisse e degli estremi limiti dell’ecumene (p. 261-275) Claudia Villa, La fine della storia o la storia senza fine: Ulisse fra Dante e Pascoli (p. 277-291) Ronald L. Martinez, Anna and the Angels Sing Osanna: Palm Sunday and the Cristo-rhyme in Dante’s Purgatorio and Paradiso (p. 293-309) Paolo Cherchi, Selene Sarteschi, Il cielo del Sole. Per una lettura della Commedia a “lunghe campate” (p. 311-331) Giuseppe Mazzotta, Musica e...

La fama delle donne

Autore: Autori Vari

Numero di pagine: 353

Fama e genere, un nesso che rimarca la complessità di una relazione che persiste nei secoli nell’elaborazione giuridica e nella prassi della giustizia, nelle riflessioni dei teologi, nelle parole di predicatori e confessori. La donna è scrutata, disciplinata e controllata. Ma non solo: la donna è desiderata, onorata e imitata. Fama buona e fama cattiva. Fama spesso flessibile e negoziabile. Cattiva fama è quella di meretrici, spie, streghe, convertite e peccatrici, ormai ridotte a categorie e la dogaressa, raro esempio di donna esemplare, è quasi eccedente. Trasgrediscono perché vagano per la città o non assolvono al debito fiscale attentando all’ordine. Di ogni donna, del suo corpo, della sua onestà, dei suoi meriti la società attraverso sguardi, voci, mormorazioni decreta la fama.

Verbum e ius

Autore: Laura Gaffuri , Rosa Maria Parrinello

Numero di pagine: 444

Il tema del rapporto tra Verbum e ius, tra fede, legge naturale e diritto positivo, è stato oggetto nel medioevo di un intenso dibattito. Lungi dal rimanere chiuso nei luoghi del sapere, esso è stato affidato da parte ecclesiastica a pratiche pastorali finalizzate a influire in modo concreto sulla stesura delle leggi e sugli ordinamenti non solo religiosi, ma anche civili e statuali. I saggi raccolti nel presente volume rivolgono l’attenzione a quel dibattito, ponendo al centro della propria indagine la predicazione e i predicatori che trasformarono in “comunicazione pubblica” i discorsi eruditi di esegeti, teologi, giuristi e magistri intorno ai concetti di legge, comunità e fede.

I vizi. Invidia

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 66

«Se l’invidia fosse una malattia, il mondo sarebbe un ospedale». La sapienza popolare, facendo ricorso a proverbi e adagi, ha ripetutamente descritto, beffeggiato e condannato una passione torva e rancorosa che genera soprattutto maldicenze, diffamazioni e calunnie. Figlia della superbia, l’invidia impedisce di essere contenti di ciò che si ha, si rallegra per il male altrui, si angustia e si rattrista per ciò che gli altri possiedono. È un vizio che non procura vantaggio o piacere a chi lo coltiva, ma genera un’acuta e costante sofferenza. Anche se c’è chi la considera il «carburante che fa girare il mondo», perché attiverebbe energie altrimenti sopite incoraggiando l’emulazione, essa è un sentimento triste e infelice che macera e tormenta interiormente, isola dalla realtà e falsifica le relazioni. Vasta è la galleria dei «grandi invidiosi», a partire da Iago nell’Otello di Shakespeare e da Uriah Heep nel David Copperfield di Dickens. Ma anche la Bibbia non è esente: Caino invidia Abele, Esaù invidia Giacobbe, Saul invidia Davide. E persino gli dèi, narrano Erodoto, Eschilo e Pindaro, talvolta soffrono d’invidia per certi mortali troppo felici.

La nobiltà di Seggio napoletana e il riuso politico dell’Antico tra Quattro e Cinquecento

Autore: Monica Santangelo

Numero di pagine: 647

[English]:The specific attention paid to the Florentine «civic humanism» and the success of “republican” paradigm achieved by the Anglo-American historiography are responsible, in various forms, for limiting differently historical interests in the princely and monarchical contexts of the late Middle Ages Italian peninsula. This tendency, joined with the serious documentary loss of the Naples State Archive, put so far the Seggi élites of many Southern mainland cities away on the margins of historical international debate.During the 15th century the reception of the Antiquity transformed the legitimacy languages and the power practices both of the princes and of the whole peninsula urban élites. Which auctores did they inspire to? Which is the relationship between the classicism and the institutional reform proposals? This book tries to answer to these questions, focusing on the Naples context, not deeply investigated, through the study and the critical edition of Pietro Jacopo de Jennaro’s Libro terczo de regimento de l’Opera de le medaglie. It is a book wrote between 1500 and 1504, as free comment in form of medaglie to Livy’s Ab urbe condita libri, in order to...

Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2019

Autore: Giovanna Frosini

Numero di pagine: 294

Il volume Intorno a Boccaccio / Boccaccio e dintorni 2019 nasce dal Seminario internazionale di studi che si è svolto a Certaldo Alta, nella Casa di Giovanni Boccaccio, nei giorni 12 e 13 settembre 2019. Il Seminario, giunto alla sesta edizione, si propone come uno degli appuntamenti più solidi e significativi nell’attività dell’Ente Nazionale Giovanni Boccaccio, e come uno degli eventi che meglio ne caratterizza la missione. Nato per dare voce particolarmente ai giovani studiosi, esso è divenuto negli anni un appuntamento di rilievo, per presentare e discutere ricerche in corso o appena concluse, e sempre aperte a futuri sviluppi. Con questo volume, che accoglie saggi incentrati particolarmente su aspetti filologici, letterari, storico-linguistici e lessicografici, si inaugura una collana guidata da un autorevole Comitato Scientifico.

Divina Commedia

Autore: Dante Alighieri

Numero di pagine: 1184

Come fece notare Jorge Luis Borges, noi conosciamo Dante meglio dei suoi contemporanei, e così anche la sua Commedia, «che continuiamo a leggere e che continua a sorprenderci, che durerà oltre la nostra vita, ben oltre le nostre veglie e sarà resa più ricca da ogni generazione di lettori». Allo stesso modo leggiamo meglio certi canti ai quali i secoli a noi più vicini hanno aggiunto un’aura poetica che la sola esegesi storica non avrebbe mai dato. Dante non è soltanto poeta: pensatore e teologo di acuta intelligenza, nella sua opera ricapitola il Medioevo latino e fonda il nuovo Umanesimo. Per comprendere e ampliare le molte linee interpretative che il poema sottende e chiarirne lo sfondo filosofico, questo nuovo commento mette in campo diverse competenze che consentono, pur nella profonda diversità dell’oggi, di intendere la “visione” della Commedia non riducendola a mera materia di studio. Attraverso introduzioni e commenti puntuali ai singoli canti, il testo fondativo della nostra letteratura rivive in un’esperienza di lettura inedita e sorprendente. Un’opera fondamentale per restituire centralità al testo e alla sua tradizione critica e poetica, che...

I vizi. Avarizia

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 80

Li si chiama avari, ma anche spilorci, taccagni, tirchi, gretti perché attaccati al denaro e alla ricchezza. Sono ossessionati dall’accumulare, conservare e possedere denaro e cose solo per sé, ma poi si trattengono dall’usarne. Ponendo cuore e mente in cose materiali, smarriscono il fine della propria vita, rinunciano a libertà e dignità e vivono nella miseria per paura della miseria, cercando continuamente di rimuovere l’insicurezza di sé, il timore assillante per il futuro, l’incubo della morte. Compendio di tutti i peccati e antitesi del precetto evangelico di amare il prossimo, l’avarizia è vecchia quanto il mondo: dal mitologico Creso, condannato a mutare in oro tutto ciò che tocca, al feroce e ambiguo Arpagone di Molière, dal dickensiano Scrooge al fumettistico Zio Paperone, che nuota nel denaro e conta in continuazione i suoi dollari. Radicale antidoto all’avarizia è la conversione dei desideri, l’esercizio per ristabilire il primato dell’essere sull’avere, la lucida consapevolezza che la vita dell’uomo, come ricorda con intensa semplicità il Vangelo di Luca, non dipende da ciò che possiede.

I Trenta denari di Giuda

Autore: Lucia Travaini

Numero di pagine: 370

I trenta denari sono il simbolo del tradimento per la transazione più famosa e iniqua della storia. Per trenta denari Giuda vendette Cristo, consegnandolo alla morte. Giuda si pentì, restituì i denari ai sacerdoti e si impiccò. Ormai sporche di sangue innocente, le monete non potevano essere depositate nel tesoro del Tempio e i sacerdoti le spesero per comprare un terreno. La storia dei trenta denari dovrebbe chiudersi con quella compravendita immobiliare, ma, imprevedibilmente, molti (presunti) esemplari furono venerati tra gli strumenti della Passione in chiese e monasteri di tutta Europa nel tardo medioevo e nell’età moderna. Erano parte del “corredo” di reliquie che permetteva di ricreare la Terrasanta in Occidente, e in gran parte furono dispersi quando se ne riconobbe la falsità. Pellegrini e leggende agiografiche, reliquie vere e false, immagini della Passione e indulgenze, antigiudaismo e devozione, ricerca antiquaria e pensiero economico: molti temi sono qui uniti dal filo d’argento della riflessione sulla moneta come misura in tutte le società.

L’uomo con la borsa al collo

Autore: Giuliano Milani

Numero di pagine: 323

Nel corso del medioevo scultori, predicatori, poeti e pittori hanno impiegato l’immagine di un uomo con la borsa attorno al collo punito all’inferno per rappresentare avari, usurai, peccatori, eretici, banditi e scomunicati. Il libro segue le tracce di questa raffigurazione infamante dalla Bisanzio del IX secolo all’Alvernia dell’XI, dalla Digione duecentesca ai comuni italiani dell’età di Dante e Giotto, ricostruendo la vicenda di una figura che, pur rimanendo fedele alla propria funzione, subì una costante evoluzione: un’immagine che, nell’alternarsi delle contingenze e dei contesti, assunse significati sempre più complessi e contribuì alla formazione di un modo condiviso di pensare il male.

Tra antichità e modernità. Studi di storia della filosofia medievale e rinascimentale

Autore: Fabrizio Amerini , Simone Fellina , Andrea Strazzoni

Numero di pagine: 1213

I vizi. Accidia

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 70

Vizio difficile da descrivere, l’accidia è soprattutto incuria e indifferenza, scoraggiamento e disgusto, «male di vivere» e principio di disperazione. Essa si manifesta attraverso il languore inattivo, l’assenza di concentrazione, la lentezza nell’operare il bene, la noia generalizzata, la paura del vivere e del morire. Non è semplice pigrizia, ma debolezza dell’anima e assenza di attrazioni, anche se può manifestarsi come «fuoco inquietante» e umore euforico. Sentimento per sua natura oscuro, complesso, confuso e sfuggente, l’accidia è dunque capace di molteplici manifestazioni, talvolta opposte nella loro apparenza, ma unite dalla medesima radice: l’annebbiamento della gerarchia dei valori, che ricopre tutto di un manto grigio e omogeneo. Gli antichi la definivano «tentazione meridiana», poiché caratterizza soprattutto la metà della giornata, ma anche il mezzogiorno della vita, e in passato era considerata una malattia tipica della vita monastica. Oggi, al contrario, essa viene sempre più considerata come uno stato d’animo universale e moderno, innestato sulle ferite interiori, sull’indecisione e sulla mancanza di desiderio. Sull’incapacità di...

Sincerità

Autore: Andrea Tagliapietra

Numero di pagine: 160

Alla sincerità come franchezza e veridicità la riflessione morale, da Aristotele a Sant’Agostino, da Montaigne a Rousseau e Kant, fino ai contemporanei, ha dedicato pagine fra le più notevoli del canone filosofico. Eppure, la sincerità non nomina il nostro rapporto con la verità se non attraverso la relazione che intratteniamo con gli altri e soprattutto con noi stessi. Nel mondo della vita la sincerità appare modulata in formule e frasi fatte, adattata alla diversità delle situazioni, dei toni e dei gesti. La sincerità è pretesa dagli amanti, giurata nei tribunali, temuta dai traditori, fuggita dai bugiardi e dagli ipocriti, ma anche evocata sia per ingannare meglio sia per testimoniare, se necessario contro tutto e tutti, la dignità del vero e di chi eroicamente gli si affida. Così la sincerità spalanca innanzi ai nostri occhi l’immenso teatro sociale dei ruoli e delle interazioni come spazio simbolico in cui gli individui sono impegnati a costruirsi, cercando la misura della propria autenticità.

Breve storia della bugia

Autore: Maria Bettetini

Numero di pagine: 176

Ulisse mentì per salvarsi la vita, ma anche per il piacere di farlo. Platone consigliava ai governanti di mentire nell'interesse del popolo. Nel Medioevo si pensava che la bugia fosse un attacco alla parola di Dio, la Verità e gli attori, bugiardi di professione, venivano sepolti fuori dalle mura delle città, insieme a ladri, maghi e falsari. Poi, improvvisamente, la bugia diventò un'arte, attraverso il pensiero di Machiavelli, i manuali dei gentiluomini e l'esplosione dell'"arte di stupire". Questo libro racconta la storia della bugia: le bugie di governanti, giocatori, artisti e bambini, visti dalla parte dei filosofi e poeti, i grandi bugiardi di sempre.

Fragili e perseveranti

Autore: Alceo Grazioli

Numero di pagine: 520

Senza vocazione in un mondo privo di destinazione, l’uomo contemporaneo sembra abbandonato alle proprie scelte e mosso da un disincantato e moderno desiderio di Dio, relegato nell’orizzonte di una sensibilità religiosa personalistica e privata, senza implicazioni di appartenenze religiose o morali concrete. Questa cultura del provvisorio, come l’ha definita papa Francesco, genera un’evidente difficoltà a perseverare in una scelta definitiva di vita consacrata. A partire dai dati statistici sugli abbandoni dei religiosi, lo studio si propone di comprenderne i possibili motivi psico-sociologici. L’autore cerca inoltre di individuare i caratteri propri – delineati dal magistero post-conciliare – della perseveranza dei consacrati e di tracciare un percorso in grado di avviare una «teologia della perseveranza» in dialogo con la cultura di oggi. L’intento è coniugare le fondamenta della tradizione cristiana con alcuni contributi della teologia contemporanea in grado di fondare ancora una scelta che sia «per sempre».

Il cielo sceso in terra

Autore: Jacques Le Goff

Numero di pagine: 354

Un'appassionata ricerca delle comuni radici culturali firmata da uno dei medievisti più illustri al mondo e senza alcun dubbio il più famoso. Nel suo Il cielo sceso in terra Jacques Le Goff accetta la tesi di quegli storici che considerano non tanto Carlomagno come ‘il padre della patria europea', quanto piuttosto il mondo carolingio come una ‘falsa partenza', un'Europa abortita. È stato semmai a partire dal X-XI secolo che il continente ha preso forma. Ed eccola, l'Europa della quale Le Goff è innamorato, la ‘bella Europa' delle città, delle cattedrali, delle università. Una risposta sensibile, articolata e autorevole a un tema che a ogni piè sospinto riemerge ai tempi nostri: perché il Medioevo, magari malinteso, reinventato e tradito, va tanto di moda? Perché, risponde Le Goff, il Medioevo siamo noi.Franco Cardini, "Il Sole 24 Ore"

Inferni medievali

Autore: Andrea Gamberini

Numero di pagine: 217

Come ben sapevano i predicatori medievali, delle due grandi leve del comportamento umano – la paura del castigo e la speranza del premio – la più efficace era la prima. Di qui, allora, lo sviluppo di immagini dell’Inferno che fra Tre e Quattrocento sono sempre più complesse e crude, così da turbare gli animi e smuovere le coscienze. Ma in che direzione? E a quale scopo? La domanda è assai meno scontata di quanto non possa apparire. Dal momento, infatti, che gli exempla negativi avevano senso solo in funzione di quelli positivi, il grande teatro dei reprobi si prestava anche ad una lettura al contrario, in cui le figure dei peccatori, lungi dal costituire solo un terribile ammonimento, indirizzavano il fedele verso atteggiamenti speculari e opposti a quelli puniti. La critica si faceva insomma proposta, complici le scelte iconografiche di artisti e committenti (comunità, privati, confraternite, ordini religiosi, ecc.), che attraverso il tema dell’Inferno potevano esprimere i propri ideali di convivenza civile.

Teologia morale

Autore: Renzo Gerardi

Numero di pagine: 400

L’oggetto della teologia morale è costituito da quelli che, in lingua latina, sono chiamati mores, i costumi o, meglio ancora, i comportamenti umani. In modo ancor più specifico, la teologia morale riflette sulla condotta cristiana a partire dalla rivelazione e dalla ragione. Nel disegno unitario della teologia sistematica, la morale non è primariamente una dottrina da studiare o un’etica da applicare, è ma lo studio del processo nel quale l’uomo, creato a immagine di Dio e redento dalla grazia, tende alla pienezza della sua realizzazione nel contesto dell’economia della salvezza storicamente attuata nella Chiesa. La teologia morale, così definita a partire dal tardo Medioevo, è dunque «teologia della vita cristiana», riferita all’esperienza, alla concretezza dell’agire o della prassi, ai mores, al bene da compiersi. Essa ha trovato una specificazione anche come «teologia spirituale» poiché una vera intelligenza della spiritualità cristiana ingloba in essa la vita morale evangelica, con tutte les ue concrete fondamentali esigenze. Il volume si colloca in una collana di testi rigorosi e agili a un tempo, rivolti soprattutto al pubblico di università,...

Il codice gestuale nella Commedia

Autore: Mario Cimini

Punto centrale di questa raccolta di studi è l’indagine sulla comunicazione non verbale, ossia sul codice gestuale e prossemico nella Commedia. Si tratta di un tema solo marginalmente toccato dalla critica, che tuttavia può fornire utili indicazioni per illuminare sotto una luce nuova aspetti non trascurabili della poesia di Dante, senza dimenticarne i valori estetico-culturali e il senso della sua attualità. L’analisi si avvale di una metodologia fondamentalmente semiotica, ma che contamina liberamente categorie ermeneutiche a sfondo psicologico, antropologico e linguistico. Cimini inoltre fornisce un’interessante lettura dell’XI canto del Paradiso e propone alcuni interventi che insistono sulla ricezione della Commedia nella cultura italiana ed europea dell’Ottocento. In particolare si sofferma sulla cosiddetta interpretazione esoterica del poema, con un’attenzione precipua alle teorie del suo maggiore sostenitore, Gabriele Rossetti.

Critica del testo (2016) Vol. 19/2

Autore: Autori Vari

Numero di pagine: 281

Il testo ritrovato Speranza Cerullo, Un volgarizzamento inedito dei Dialogi di Gregorio Magno in un codice senese Giuseppe Mascherpa, Annalisa Perrotta, Rarità d’archivio: su alcuni frammenti manoscritti del Falconetto Saggi Ilaria Tufano, L’aldilà di Andrea da Barberino. Dall’ Ugone d’Avernia al Guerrin Meschino Maria D’Agostino, «Un caballero galán / de damas enamorado». La lírica amorosa de Juan Fernández de Heredia, ¿un «reprehensor» de Boscán? Riccardo Tesi, Leonardo Bruni, il sermo vulgaris e la teoria di Castelvetro sul «doppio latino» Cantare, poema, ciclo Dario Mantovani, Cantare, poema, ciclo: il laboratorio della scrittura in ottava rima Franca Strologo, Intorno alla Spagna in rima: questioni di metodo Silvia Rozza, «Raconta il libro e lla storia verace»: i Cantari di Lancillotto e le strategie di ripresa della fonte Eleonora Stoppino, Boccaccio mediatore: narrazioni amazzoniche tra cantare e poema A proposito di... Filippo Conte, Studi sull’Apollonio di Tiro. Un excursus Summaries Biografie degli autori

Scène, évolution, sort de la langue et de la littérature d’oc

Autore: Rossana Castano , Saverio Guida , Fortunata Latella

Numero di pagine: 1407

Carlos Alvar, Reyes trovadores (p. 15-24). -Gemma Avenoza, Poetas catalanes del XV y trovadores. Pere Torroella y el Perilhos tractat (p. 25-40). -Pietro G. Beltrami, Per una rilettura di Deiostals breus jorns els loncs sers (p. 41-70). -Roberto Benedetti, Un terzo foglio del canzoniere provenzale A’ (p. 71-98). -Maria Pia Betti, Propaggini provenzali alla corte di Alfonso X di Castiglia: suggestioni metriche (p. 99-108). -Eduardo Blasco Ferrer, La désinence de la 3p. du présent de l’indicatif en occitan médiéval (estai, fai, plai, vei). Étude typologique, textuelle et étymologique (p. 109-132). -Luciana Borghi Cedrini, Nuove indagini sulla antica letteratura valdese (p. 133-141). -Michel-André Bossy, Les Capétiens épiés par Guiraut Riquier (p. 143-155). -William E. Burgwinkle, Raimbaut de Vaqueiras et les rites de l’identité (p. 157-165). -Danielle Buschinger, Les troubadours et l’Allemagne à la fin du Moyen Age. Un exemple: la légende du «cour mangé» de Guilhem de Cabestanh à Boccace et Hans Sachs (p. 167-177). -Miriam Cabré, Mors et vita in manibus linguae: la metafora della lingua nei trovatori (p. 179-199). -Francesco Carapezza, Per...

Dante

Autore: John Took

Conoscere Dante significa conoscere la sua opera, ma anche conoscere la sua vita. Non solo gli eventi esterni – gli amori, l’attività politica, gli amici, i nemici, l’esilio – ma anche e soprattutto il suo percorso interiore, quell’universo ricchissimo che Dante sottoponeva a un continuo scandaglio, per verificare scelte, mettere in crisi vecchi convincimenti, saggiare nuove strade da percorrere. Perché Dante – come scrive Piero Boitani nell’Introduzione – «è il primo grande scrittore dell’Occidente a legare la sua poesia a ciò che ha vissuto, a fare poesia della vita, dei suoi sogni, delle sue idee, dei suoi sentimenti, dei suoi fallimenti». È da questo presupposto che muove John Took, dantista tra i più importanti a livello internazionale, che in questo lavoro racchiude i frutti di un’intera vita dedicata al poeta, offrendoci la ricostruzione di una grande biografia intellettuale ed esistenziale. Ed è questo sguardo particolare all’opera di Dante che consente a Took di non trascurare nulla, di tenere assieme tutto, anche le opere «minori», perché ogni singolo verso, ogni singola riflessione trova senso e acquista un nuovo significato...

Critica del testo (2013) Vol. 16/3

Autore: Autori Vari

Numero di pagine: 397

Premessa (p. vii) Problematiche Roberto Antonelli, Il Decameron oggi (p. 3) Charmaine Lee, La cultura a Napoli al tempo di Boccaccio (p. 15) Boccaccio in biblioteca Marco Cursi, Boccaccio architetto e artefice di libri: i manoscritti danteschi e petrarcheschi (p. 35) Carlo Pulsoni, Rassettare il rassettato: le avventure di un postillato del Decameron di Salviati (1582) (p. 63) Boccaccio e i suoi modelli Paolo Cherchi, Gli “inventori delle cose” nelle Genealogie di Boccaccio (p. 85) Roberto Mercuri, Il Proemio del Decameron (p. 119) Filippo Petricca, Ghismonda e Beatrice. Il cuore mangiato e l’idea dell’amore tra Boccaccio e la Vita Nuova (p. 131) Roberto Rea, Dante «passionato» secondo Boccaccio (p. 163) Ilaria Tufano, Boccaccio e la letteratura religiosa: la Prima e la Seconda Giornata del Decameron (p. 185) Letture Valentina Atturo, Passione negata, redenta, riscritta. Boccaccio e le emozioni di Didone (p. 211) Alfonso D’Agostino, Da cappa a cappa. L’autodistruzione di frate Alberto (Decameron, IV 2) (p. 241) Roberta Morosini, «Quell’antica pazzia» di Alessandro e i «passaggi» di Olimpiade. Dal De casibus e De mulieribus alle Genealogie (p. 273) Marco...

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