Tutto il racconto della vita di un famoso e popolare giornalista del Novecento come GUIDO PIOVENE attraverso le vicende della sua esistenza, le testimonianze di chi l’ha conosciuto bene, brani di diari e lettere. Un altro modo di fare biografia in una serie di eBook ciascuno dei quali dedicato alla storia della vita di famosi giornalisti e scrittori come Luigi Barzini, Arrigo Benedetti, Vittorio Beonio Brocchieri, Enrico Emanuelli, Mario Missiroli, Guido Piovene, Eligio Possenti, Filippo Sacchi, Renato Simoni. E attraverso le vite di questi 10 personaggi ecco l'Italia d'inizio Novecento, il Paese della prima e della seconda guerra mondiale; ci sono gli anni del fascismo, della lotta di Liberazione, e l'euforia del dopoguerra carico di tante promesse; c'è l'Italia degli scandali, della politica che cerca di condizionare giornali e giornalisti. Racconti di vita in cui s'incontrano un po' tutti i personaggi del mondo politico, religioso, artistico e culturale dell'epoca. Da Mussolini a Pio XII, da Croce a D'Annunzio, dalla Duse alla Gramatica, da Mondadori a Mattei, da Prezzolini, a Pannunzio, a Quasimodo... E per costruire questi racconti di vita ecco ricordi (e aneddoti),...
Passano i mesi e gli anni, ma lo spirito battagliero, la forte polemica di Giovannino Guareschi non vengono meno. Così è anche nelle pagine di questo Mondo Candido, che si riferiscono al periodo 1958-1960. Sono gli anni del tramonto dell'esperienza centrista degasperiana e delle forti avvisaglie di un orientamento a sinistra del partito di maggioranza relativa. La polemica guareschiana non prende di mira soltanto il mondo dei partiti, ma un più generale clima di abdicazione al senso di responsabilità personale, di dignità e di onestà che devono essere prima patrimonio del singolo, se vogliono, o devono, poi diventare patrimonio di un popolo, di una nazione. Guareschi si conferma critico del costume, coscienza che avverte al loro nascere fenomeni di crisi: dal pettegolezzo sempre più diffuso e diseducativo sui giornali, sui rotocalchi, all'invadenza della televisione, dall'abbandono dei valori umani a favore di un progresso scientifico che si allontana da quei valori medesimi, allo strapotere della partitocrazia, a scapito della centralità, della funzione, del Parlamento. È polemica sia scritta che disegnata, nel senso che questo Mondo Candido 1958-1960 offre, come i...
Il libro consente di partire dai testi degli scrittori per arrivare ai luoghi del Veneto, il tutto corredato da notizie biografiche sui protagonisti, ovvero gli scrittori veneti, schede sulle loro opere e sulle mete e gli itinerari individuati, circa 250 foto inedite e sarà affiancato da un’applicazione per smartphone e tablet con i luoghi, opportunamente geolocalizzati e con alcune video-interviste originali agli autori. I 27 scrittori di cui si parla nella guida turistico-letteraria: Antonia Arslan, Natalino Balasso, Fernando Bandini, Giuseppe Berto, Dino Buzzati, Ferdinando Camon, Massimo Carlotto, Gian Antonio Cibotto, Dino Coltro, Giovanni Comisso, Fulvio Ervas, Antonio Fogazzaro, Luigi Meneghello, Tina Merlin, Andrea Molesini, Ippolito Nievo, Giacomo Noventa, Alberto Ongaro, Goffredo Parise, Guido Piovene, Mario Rigoni Stern, Emilio Salgari, Tiziano Scarpa, Vitaliano Trevisan, Diego Valeri, Giovanna Zangrandi, Andrea Zanzotto.
Texts of literary criticism on 100 chosen Italian novels, in part already published with the same title in 1986 in the weekly journal L'Europeo.
Un testo dai molteplici aspetti, questo che ci propone l’autore, che prende spunto dalla sua improvvisa situazione di disabile per poi trasportarci in giro per l’Italia, alla scoperta di affascinanti borghi, o per svariati paesi europei. Un viaggio nell’intimità dell’autore, con racconti inerenti la sua fanciullezza e il “suo amore nero”. Un testo che parla a tutti ma non per questo banale, in quanto ricco di citazioni letterarie, storiche e cinematografiche. Un viaggio quello di Patrizio Placuzzi dentro se stesso ma sempre in giro per il mondo. È il testo del cambiamento, sociale e psicologico, ma è anche il testo che ha, come unico filo conduttore, l’inno alla vita. Patrizio Placuzzi nasce a Cesena nel 1954 da una famiglia di agricoltori e risiede a Rimini dal 1964 che considera la sua città di adozione. Diplomato maestro, si iscrive alla facoltà di magistero, corso di laurea in pedagogia presso l’Università degli studi di Urbino, ma non termina gli studi ed inizia a lavorare. Possiede un’esperienza trentennale nel campo dell’informazione come giornalista pubblicista. Attualmente si occupa di sagre e fiere paesane per un sito internet specializzato. Ama ...
Il volume analizza le complesse e intricate vicende di alcuni componenti della famiglia nobiliare vicentina dei Godi, tra Venezia, gli antichi stati italiani e l’Europa, durante il XVI secolo. La documentazione inedita, proveniente in larga misura da un archivio privato pressoché integro, viene utilizzata con lo scopo di descrivere l’ascesa sociale e il network coltivato dai diversi membri della famiglia in alcuni centri strategici: Venezia, Roma, Milano, Torino, Lione, Vienna e le Fiandre. Le vicende giudiziarie, i rapporti di affari e la vita di corte costituiscono i tasselli principali per una ricostruzione storiografica che analizza in profondità le caratteristiche di una casata appartenente a una città chiave del Rinascimento europeo, animata da una élite che praticava un ambizioso e fervido mecenatismo culturale, il cui frutto principale furono le realizzazioni di Andrea Palladio. Questo studio getta anche nuova luce sul complesso rapporto tra il dominio di terraferma e la Dominante, oltre a offrire un profilo a tutto tondo di una delle più influenti famiglie del Cinquecento veneto.
Attraverso testimonianze "in diretta," brani di diari e lettere, il racconto della vita di dieci famosi giornalisti (ma anche scrittori) - Gaetano Baldacci, Luigi Barzini, Arrigo Benedetti, Vittorio Beonio Brocchieri, Enrico Emanuelli, Mario Missiroli, Guido Piovene, Eligio Possenti, Filippo Sacchi, Renato Simoni - e di un grande editore (ma anche autore di testi teatrali e opere autobiografiche): Valentino Bompiani.
Questo libro colto, insolito, graffiante e mai noioso offre una visione vivace e saporosa del mondo massonico italiano dall'interno e racconta i momenti alti e quelli faticosi del cammino lungo l'incerto sentiero iniziatico dei liberi muratori. Scritto per essere compreso da tutti, Come si diventa libero muratore si legge volentieri e diventa uno strumento prezioso sia per il libero muratore ansioso di crescere, sia per il lettore profano desideroso di capire bene che cosa si fa all'ombra del Grande Architetto dell'Universo.
Parlando di Joseph Cornell, uno degli artisti che più amava, Parise addita nel «colpo d’occhio» la chiave del suo sistema interpretativo. Ma proprio la capacità di racchiudere in un dettaglio la segreta morfologia di un personaggio è la qualità che più colpisce in questi scritti, dove Parise ci parla soprattutto degli autori e dei libri che per lui hanno contato (con «incursioni ingiustificate» nel mondo dell’arte, della pittura e del cinema). E ogni volta abbiamo l’impressione che in quel dettaglio di somma densità precipiti in maniera definitiva ciò che volevamo sapere. Dettaglio spesso fisico, corporeo, colto con lo sguardo e con tutti gli altri sensi, al di là di ogni confine tra umano, animale e vegetale: come «l’attenzione-lampo» degli occhi di Montale, perle che intravediamo attraverso «la fessura delle valve»; la «carne lustra e i pori fumanti» di Comisso, «verdura grassa come i cavoli, le verze e l’insalata»; il viso «di diavoletto o di pipistrello» di Kawabata, indizio di una sensualità potente e tragica, tutta mentale – o la folgorante postura in cui viene ritratto Gadda: «E nel capire, convinto invece di far confusione e di non...
In questo saggio emerge la critica letteraria e di costume di Giuseppe Marotta (Napoli 1902 - ivi 1963), il famoso autore de "L'oro di Napoli". Marotta redige un elenco di scrittori per lui maggiori e minori della letteratura italiana, condannando i metodi della critica accademica. Inoltre affronta anche tematiche sociali, tra le quali sono da ricordare: la parità dei sessi, contro la violenza delle donne, i diritti degli omosessuali, il calcio, la mala sanità, la politica, la stampa, il senso della vita, la fede, l'ateismo.
Apollinaire, Buzzati, Camus, D'Annunzio, Moravia, Sciascia, Ungaretti...Un secolo di memorie letterarie. Ritratti, invidie e ammirazioni, divertimenti e crudeltà, chiacchiere. Una giostra di celebrità da cui emerge una Parigi, capitale spirituale del '900.
«È più facile accettare il crimine sporadico che l’ottusità permanente» ha scritto una volta Guido Ceronetti. Ed è proprio per lottare contro l’ottusità permanente che egli conduce, da decenni e senza mai cedere alla tentazione della rinuncia, una sua inarrestabile battaglia, combattuta con le fragili, potentissime armi del pensiero. Lottare contro l’ottusità sarà allora, in questo libro, interrogarsi ancora una volta sulla Scrittura, ma anche sulla mostruosità delle automobili; ripercorrere le pagine vertiginose di Schopenhauer, ma anche un articolo in cui si liquida una volta per tutte la leggenda romantica degli amanti di Mayerling; affrontare la filosofia di Spinoza da un punto di vista eterodosso (Spinoza si rifiuta di «accogliere il tragico ... ignora i bambini e i pazzi, le donne e i profeti»), ma anche il problema ormai immedicabile dell’inquinamento. Non smetterà mai di sorprenderci, Guido Ceronetti: eccolo lanciarsi in un excursus erudito e paradossale sulla pestis venerea da Giobbe a Gauguin, poi definire il tango «la più primitiva ... e la più raffinata» di tutte le danze – e chiudere con una meditazione sull’amato Blake e la Gnosi della...
Nel mondo della pubblicistica letteraria del ventennio, «Il Convegno» di Enzo Ferrieri è una presenza di indubbio rilievo, che riceve attenzione e critiche già nei suoi primi anni di attività. Quando Prezzolini, nella monografia La coltura italiana (1923), riconosce al mensile milanese il pregio di ospitare il meglio della letteratura contemporanea, senza costringerla nei limiti di una scuola, di un gruppo o di una poetica, indica una caratteristica che avrebbe sempre contraddistinto l’attività della rivista e ne avrebbe condizionato la fortuna anche in seguito. Nato nel 1920, a breve distanza dalla fine della prima guerra mondiale, «Il Convegno» esordisce nel clima confuso e contraddittorio del ritorno all’ordine postbellico. Pur evitando consuntivi di vasta portata e dichiarazioni programmatiche, Ferrieri dà vita a un’attività culturale inesausta che, sotto le sembianze di una generica antologia, intreccia il proprio percorso con le iniziative di alcune delle maggiori riviste italiane del tempo: «La Ronda», «Primo tempo», «Il Baretti», «Solaria», «Orpheus», «La Fiera letteraria» e «I Libri del giorno». Nel clima fervido di una Milano considerata...
Questa è la storia di una dinastia industriale. Partendo dal niente, i Rivetti furono capaci in tre generazioni di costruire la maggiore azienda laniera del Biellese, facendo ricorso a spregiudicati comportamenti padronali, dalla disumana disciplina imposta agli operai, alla costante minaccia ricattatoria di chiudere, già agitata dal personaggio centrale che portò l’azienda al culmine del successo, Oreste Rivetti: «incióu sü tüt», inchiodo tutto. E almeno in parte così alla fine è avvenuto: con i soldi pubblici i Rivetti portarono alcune attività al Sud, dove protagonista fu Stefano, figlio di Oreste, la cui vicenda si intrecciò con quella della Cassa per il Mezzogiorno e coinvolse comunità locali in Calabria e Basilicata. La parabola dei Rivetti permette così di seguire lo svolgersi di una vicenda in cui l’imprenditore si afferma con strenua determinazione, ma subisce anche per questo la tentazione di tradire la “missione” che il capitalismo ha assegnato ai capitalisti, nello specifico contesto italiano di fragilità dello sviluppo economico, sociale e politico.