French Theory
Autore: Cusset François
Numero di pagine: 426Dalle università francesi ai cultural studies, dai maîtres-à-penser alle battaglie per i diritti civili in America. All’origine della controcultura.
Dalle università francesi ai cultural studies, dai maîtres-à-penser alle battaglie per i diritti civili in America. All’origine della controcultura.
Comprendere l'attualità attraverso le esperienze della follia, della medicina e della sessualità; ridisegnare la storia del presente mettendo in discussione i concetti tradizionali del potere, della soggettività e delle norme sociali: è questa l'avventura intellettuale di Michel Foucault ricostruita in tutta la sua ampiezza, dagli esordi alle ultime lezioni, in una versione riveduta e ampliata.
Il volume propone una raccolta di saggi che indagano da prospettive differenti la “cassetta degli attrezzi”, nonché i principali temi foucaultiani, anche alla luce della produzione meno esplorata. Si tratta di “genealogie nella genealogia” di un’opera che, a un trentennio dalla morte del filosofo, storico o “fabbricatore di libri-bomba” – come preferirebbe esser ricordato –, continua a costituire fonte preziosa per gli studi contemporanei sulle nostre forme di vita, in particolare sui «sistemi impliciti che determinano, senza che noi ne siamo coscienti, le nostre condotte più familiari» (M.F.). Le riflessioni e le critiche sono tese ad aprire nuove piste di ricerca, a partire dalla centralità dei dispositivi giuridico e “parresiastico”. Ogni saggio rintraccia allora, all’interno del labirinto foucaultiano, uno o più fili di quella tela complessa di relazioni che attraversano dimensione giuridica, epistemologia e struttura della verità. «Non però la struttura della verità oggettiva della scienza, ma quella della verità costruita, la verità della organizzazione, del governo delle persone, la verità artificiale del dominio» (Realino Marra). E...
Al momento della sua morte nel 1984, all’età di cinquantotto anni, Michel Foucault si era affermato come una delle menti più brillanti del Ventesimo secolo. Per scrivere la biografia definitiva del grande filosofo, Didier Eribon ha attinto alle interviste che gli aveva fatto personalmente e ai resoconti dei testimoni più vicini a Foucault in tutte le fasi della sua vita: la madre, gli insegnanti di scuola, i compagni di classe, gli amici e nemici nella vita accademica e i celebri compagni di attivismo politico, tra cui Gilles Deleuze e Yves Montand. Eribon ha ripercorso le orme del suo soggetto peripatetico, dalla Francia alla Svezia alla Polonia, dalla Germania alla Tunisia, dal Brasile al Giappone, fino agli Stati Uniti. Il risultato è una narrazione serrata, avvincente e rigorosamente documentata che ci avvicina alla verità sulla vita del pensatore che si sostituì a Sartre nel ruolo dell’intellettuale parigino e cosmopolita. E ci spinge a considerare seriamente l’idea che tutti i suoi libri siano davvero, proprio come Foucault disse alla fine della sua vita, “frammenti di un’autobiografia”. Una grande narrazione di vita e di pensiero, che ricostruisce il...
Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno di maggio 1961 in cui Michel Foucault, dopo molte peripezie, disavventure e smarrimenti, era riuscito finalmente a pubblicare presso le edizioni Plon la sua Storia della follia, un lasso di tempo sufficiente, crediamo, per cominciare a interrogarci sui destini di questo lavoro e per chiederci in particolare come mai questo libro, dalle vicende editoriali tormentate anche in seguito, si sia a sua volta registrato in maniera tanto controversa e contraddittoria nello spazio della nostra cultura e del nostro pensiero. Un lasso di tempo che ha scavato comunque la necessaria distanza storica a partire dalla quale ripensare criticamente la straordinaria inventività e produttività di un libro che, come ha scritto Georges Canguilhem, dovrà essere giudicato essenzialmente come “evento”, in ragione degli “effetti” che avrà prodotto. Effetti (o loro mancata produzione) che abbiamo voluto cominciare a cartografare con questo fascicolo di “aut aut”.
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Michel Foucault, nato a Poitiers nel 1926 e improvvisamente scomparso nel 1984, è stato filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario, professore al Collège de France, e dal 1962 autore di opere di importanza fondamentale per il pensiero contemporaneo. Questi testi, pubblicati in Francia e nel mondo tra il 1978 ed il 1985, offrono al lettore numerose novità tematiche e pongono all'interpretazione considerevoli problemi teorici, distribuiti su tre piani fondamentali. Tra i molti argomenti trattati, le interviste contengono le riflessioni di Foucault sui poteri nella comunicazione contemporanea. Il discorso si muove tra l'analisi di nuove coercizioni, la decifrazione di forme inedite della produzione della verità e l'individuazione di straordinarie possibilità espressive per la libertà degli individui. Questa è la posta in gioco fissata da Foucault tra gli anni settanta e ottanta, e cioè agli inizi dello sviluppo maturo della comunicazione mondiale. Benché sia noto come il teorico della disciplina come forma di dominio più pervasiva della modernità, in questi documenti Foucault ne analizza il compimento. La disciplina è una modalità contingente del potere, dice...
Esiste una relazione tra due autori come Michel Foucault e Friedrich von Hayek caratterizzati da universi di pensiero apparentemente così distanti? In questo libro si cerca di mostrare come un accostamento sia possibile. Se l’interpretazione biopolitica del mercato data da Foucault, in cui l’attore sociale è primariamente definito dal paradigma razional-utilitaristico dell’homo œconomicus, denota grande distanza dal pensiero di Hayek, è sul tema del “governo dei poteri” che i due finiscono per incontrarsi. Per entrambi, infatti, il potere è una costante delle relazioni umane e, prima di essere concettualizzato all’interno di forme giuridico-politiche, viene esercitato nello scambio. Il mercato teorizzato da Hayek e le relazioni di potere in Foucault rappresentano ambiti decisionali policentrici. Per quanto gli uomini siano inevitabilmente coinvolti in molteplici e pluridirezionali relazioni di potere — che si tratti di rapporti sessuali o scambi di mercato — è sempre possibile cambiare tali interazioni e mutare la propria posizione all’interno di esse, affinché il potere non si fissi in situazioni di dominio o in forme stabili di coercizione. Come scrive...