Il «Sofista» di Platone
Autore: Martin Heidegger
Numero di pagine: 667Se nei primi anni Venti il giovane Heidegger, ancora assistente di Husserl, aveva interrogato soprattutto Aristotele, divenuto professore a Marburgo inizia, con le dense lezioni universitarie qui raccolte – fondamentali nell'evoluzione del suo pensiero –, un cammino a ritroso che penetra nelle maglie concettuali di Platone. Ed è in questo percorso che matura quell'indagine sulla questione dell'essere che illuminerà, di lì a breve, l'analitica di «Essere e tempo», e rimarrà sempre cifra ispiratrice di tutta la speculazione heideggeriana. Nell'abbordare il problema ontologico per «via negationis», attraverso la ricostruzione dello statuto del non-essere, del nulla – cruciale per tutto l'Occidente sin da Parmenide –, Heidegger mostra come sia dunque di importanza centrale la definizione del «sofista», nucleo dell'omonimo dialogo platonico. Assumendo infatti che egli professi pensieri privi di sussistenza, e affermi cose che non sono, si ammette implicitamente – contro il divieto di Parmenide – la realtà di ciò che non è. Ne consegue l'inevitabilità di una riflessione sul «nulla» – il che obbliga a un fondamentale ripensamento della questione...