Terre di Confine
Autore: Terre di Confine
Secondo volume della rivista di fantascienza Terre di Confine ad opera dell'associazione omonima.
Secondo volume della rivista di fantascienza Terre di Confine ad opera dell'associazione omonima.
Miguel Benasayag riprende la celebre diagnosi formulata con L’epoca delle passioni tristi. La approfondisce, la radicalizza, ma ne fa anche un osservatorio da cui guardare al futuro con speranze inedite. Benasayag descrive un paesaggio sociale devastato dal neoliberismo, dominato dall’individualismo sfrenato, dal mito della prestazione illimitata, dalla competizione senza quartiere. Tutto questo, ci spiega, si traduce in un profondo dolore individuale e in una radicale impotenza collettiva. Siamo vittime di questo malessere, e allo stesso tempo non ce ne rendiamo conto. Se l’individualismo ci divide, Benasayag ci spiega come fare di quella separazione ciò che ci rende prossimi e necessari gli uni agli altri. E l’epoca delle passioni tristi si rivela come il tempo della creazione condivisa.
1116.10
In che modo lo spazio che ci circonda influisce su di noi? In questo libro Claudio Saragosa esplora il complesso legame tra la morfologia del territorio e il nostro benessere e, attraverso uno studio che si muove dall’urbanistica alla genetica e alle neuroscienze, arriva a dimostrare come una progettazione degli spazi che tenga conto dell’ecologia e della reazione neurologica degli individui possa migliorare la nostra qualità della vita. Gli esseri umani rispondono in maniera diversa alle configurazioni spaziali, alcune delle quali, se hanno determinate caratteristiche, contribuiscono più di altre al nostro benessere emotivo. La definizione di queste caratteristiche è frutto di un lungo processo di prove e correzioni degli errori, basato sulla nostra reazione, anche cognitiva, agli spazi e alla progettazione urbana, architettonica e artistica. Quando emergono configurazioni spaziali che soddisfano tali qualità, possiamo dire che si crea un legame empatico tra il soggetto percepente e lo spazio in cui è immerso. Oggi le nostre città hanno perso l’eleganza delle forme che la città tradizionale ci aveva consegnato. In questo volume l’autore applica le nuove idee...
I film sono straordinari dispositivi emozionali: ci attraggono e ci coinvolgono, ci toccano e ci fanno sperimentare passioni spesso laceranti, ci muovono dentro e al fianco dei personaggi sullo schermo, e ce ne fanno condividere la sorte e i sentimenti nella forma di un’esperienza di partecipazione che si prolunga ben oltre l’ultimo fotogramma. All’incrocio tra semiotica e fenomenologia, il libro esplora le complesse dinamiche cognitive ed emotive al centro dell’esperienza cinematografica, rinnovando il dibattito teorico attorno a temi di grande attualità, come quelli delle passioni e del corpo.
Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso culture europee ed extra-europee, passate e presenti, alla scoperta dei simboli e dei significati attribuiti all’olfatto. Una sintesi originale e inedita che consente all’antropologo di cogliere sfere di significato inaccessibili al solo sguardo e al lettore di scoprire quanto le nostre percezioni siano culturalmente influenzate.
Il libro di Mirella, oltre che un omaggio al metodo Costa, riporta il diario delle giornate di lavoro e le testimonianze degli allievi così da entrare nel vivo della mimesi nel suo farsi giorno per giorno ad ogni lezione. Finalmente un libro che parla con semplicità di un tema tanto complesso come la formazione attoriale e che ogni aspirante attore dovrebbe leggere.
L’opera di Menninghaus si pone l’obiettivo di presentare il disgusto in quanto correlato e antagonista di una “cultura estetica” moderna. I fini perseguiti da questo studio sono elencati chiaramente dall’autore nell’Introduzione. Menninghaus intende, per prima cosa, presentare il disgusto attraverso il pensiero di alcuni rilevanti filosofi, estetologi, psicanalisti, che non sono mai stati considerati come dei teorici del disgusto, ma che, affiancati, possono creare una costellazione di problemi che viene a delineare una teoria del disgusto (Mendelssohn, Winckelmann, Lessing, Herder, Kant, Rosenkranz, Nietzsche, Freud, Bataille, Sartre, Elias, Douglas, Kristeva). In secondo luogo, l’autore intende definire la posizione e la funzione del disgusto nell’estetica e nel sistema delle arti a partire dalla loro nascita come saperi autonomi, ossia a partire dal XVIII secolo. Inevitabilmente il disgusto verrà messo a confronto con il giudizio di gusto e con l’ideale di bellezza e troverà uno sviluppo nella psicanalisi freudiana. Menninghaus, in terzo luogo, sottolinea che l’intento originario dell’opera è quello di costruire una contro-storia della letteratura alla...
Edgar Morin, nato nel 1921, ha scelto di riunire qui tutti i ricordi riaffiorati alla sua memoria che, a 100 anni, è rimasta intatta e gli permette di dispiegare davanti a noi l’epopea viva e caleidoscopica di un uomo che ha attraversato i grandi eventi del XX secolo e che continua a occuparsi con brio e acume di quanto accade nel nuovo millennio. Nel libro, la grande storia è punteggiata degli episodi di una vita traboccante di viaggi, incontri con persone affascinanti, in cui l’amicizia e l’amore rivestono un ruolo centrale. Edgar Morin è il “filosofo della complessità”. Ma è noto e apprezzato in tutto il mondo, dall’Africa all’Asia all’America latina, anche per la sua capacità di enunciare pensieri complessi con una semplicità e una piacevolezza uniche. “Questi ricordi non sono emersi in ordine cronologico. Mi sono venuti incontro a seconda dell’ispirazione e delle circostanze. Interpellandosi reciprocamente, alcuni ne hanno fatti scaturire altri dall’oblio.”
Un “fantasma” sembra aggirarsi nella letteratura francese a partire dagli anni Cinquanta del Novecento e pare destinato a rimanere tale per mezzo secolo, con una latente e, poi, dagli anni Ottanta, con una più riconoscibile capacità di produrre nuove forme o nuovi contesti letterari. Il “fantasma dei sentimenti” da tempo attraversa inquieto le pagine della narrativa, finzionale o autofinzionale, di Francia. Alcuni potrebbero, d’altronde, ipotizzare che questo “spettro” sia stato una presenza attiva, un fermento vitale, seppure dapprima minoritario, sotterraneo e sommesso (ma, forse, neppure troppo clandestino), anche nel periodo più ostile all’espressione in letteratura dei sentimenti. L’inversione di tendenza, nel romanzo francese di questo primo decennio del XXI secolo, appare sempre più netta e riconoscibile e finanche, talvolta, egemonica, se non eccessiva, come spesso succede, quando l’albero è stato troppo piegato, in precedenza, con corde cerebrali e funi ideologiche, nella direzione opposta a quella genetica e costitutiva della scrittura. Quando, come e perché è iniziata questa “riapparizione” dei sentimenti nel romanzo? In quali esperienze...
631.15
La nostra ricerca, condotta nella luce dell’Istruzione Dignitas personae e basata su argomenti scientifici, filosofici e teologici, ha cercato di argomentare: a) che la dignità della persona umana, pur non sfuggendo del tutto ad un’analisi puramente razionale, è meglio fondata in prospettiva teologica e segnatamente cristologica; b) che una lettura strettamente bio-ilemorfica dell’essere umano non ci permette di rendere conto in modo adeguato delle dimensioni trascendenti della persona e, infine, c) che ogni essere umano, incluso l’embrione umano – sano o difettivo – è persona (nel senso boeziano del termine). A nostro avviso, dunque, l’identità personale dell’embrione umano, presupposta dall’insegnamento di Dignitas personae, pur potendo essere intuita in teoria anche in un contesto puramente filosofico, in realtà ha bisogno di essere illuminata dalla cristologia e liberata dalla trappola del naturalismo imperante, per venire adeguatamente proclamata e difesa.
Il percorso storico e teorico che ha portato ai nuovi modelli della mente: dalle prime concettualizzazioni moderne del nesso sensazione-movimento fino agli sviluppi teorici che sono approdati al 'paradigma motorio', sul quale si basano gli approcci più recenti. Il corpo e il movimento, dunque, come punto di partenza e al tempo stesso di arrivo di più di quattro secoli di studio della mente.
Le emozioni sono parte integrante della nostra esistenza. Spesso le consideriamo come pulsioni da cui difenderci o fuggire. Le nascondiamo, le ignoriamo. A volte le temiamo così tanto che impediamo a noi stessi di provarle. Anche la scuola e la società tendono a trascurarle, chiedendoci di migliorare le abilità e competenze razionali, senza capire che proprio nell'intelligenza emotiva sta il segreto per una crescita personale consapevole. In questo libro, Isabelle Filliozat ci indica come gestire le emozioni, come comprendere meglio noi stessi e le nostre relazioni grazie a esse, affrontare cambiamenti e raggiungere obiettivi in qualunque ambito della nostra vita.
Come l’acqua, goccia dopo goccia, scava la pietra dandole nuova forma, così gli studi compiuti nell’ultimo secolo hanno scandagliato gli universi fraseologici e paremiologici rivelandone le peculiarità e il carattere interlinguistico, interculturale e interdisciplinare. Continuando idealmente il cammino tracciato da Bally agli albori del Novecento, il presente volume propone una serie di saggi volti a esplorare le molteplici sfaccettature della fraseologia e della paremiologia, soffermandosi su questioni relative alla natura, la definizione e l’uso delle espressioni polilessicali, e indagando la dimensione lessicografica, contrastiva e traduttologica di tali unità.
L’Embodied Cognitive Science è un paradigma scientifico e culturale che da alcuni anni ha permeato le menti di molti scienziati. Dalla Filosofia all’Antropologia, dalla Psicologia alle Neuroscienze Cognitive, dalle Scienze dell’Educazione alle Scienze Motorie e Sportive, l’ECS è il frutto di contributi euristici interdisciplinari che, secondo una visione multiprospettica, rappresenta ormai un solido costrutto scientifico. Se la Psicologia Cognitiva classica, infatti, ha lanciato una base forte per dare alla mente il primato della funzione computazionale elaborativa, l’ECS rivisita drasticamente questa lettura scientifica e fonda la sua ragione di esistere su due elementi peculiari del processo di rappresentazione: percezione ed azione. Il presente testo, pertanto, oltre a consentire al lettore di effettuare una corposa degustazione scientifica sull’ECS, si pone come obiettivo l’analisi della situ-azione nell’ambito della didattica, riconoscendo la significatività della fisicità d’aula, nel rispetto della trilogia scientifico-culturale Enattivismo-Neurodidattica-Semplessità. Questi modelli a carattere interdisciplinare, ben illustrati nel terzo capitolo,...
Questo libro chiude una trilogia i cui momenti precedenti sono dati da Un parricidio mancato (2004), dedicato a un’analisi critica eterodossa del rapporto del giovane Marx con i suoi numi tutelari Hegel e Feuerbach, e Un parricidio compiuto (2014), che trattava della relazione ormai risolta del Marx maturo con Hegel. Nei capitoli-saggi che compongono il nuovo volume, l’autore, ampliando il discorso attraverso una lettura attenta di Freud, una ripresa di Spinoza, e con un confronto con la stessa tradizione postidealistica e antiheideggeriana del pensiero italiano (è una perla il capitolo su un maestro dimenticato come Guido Calogero), mette capo a un’originale proposta teorica: quella di un’antropologia filosofica dell’emancipazione basata su una visione bio-psicoanalitica della relazione corpo-mente nell’essere umano. Il fine è di concorrere così alla costruzione di una nuova etica sociale materialistica, al di là del vecchio materialismo storico, capace di sfidare le seduzioni più allettanti dell’individualismo atomizzante del consumo e del mercato. Una prospettiva che interviene direttamente nell’odierna crisi generale della sinistra, mostrando come questa...
La tela di fondo su cui si rappresenta la gamma dei sentimenti sembra mostrare che i territori dell’arte e quelli della letteratura implichino uno spazio di energie in continua tensione, sottoposto ad una trasformazione imprevedibile e ad un continuo scontro tra sentimenti e negazione dei sentimenti. I sentimenti, nella loro audace presenza, paiono diventati degli affidabili segnatempo, riconoscibili nella scrittura, anche attraverso le continue oscillazioni che si riscontrano nel posizionamento della materia artistica e letteraria, questa materia particolare, incompressibile, che sembra estendere la propria influenza nel campo dell’arte, restituendo all’arte la sua dimensione umana e agli uomini una più ampia e profonda sensibilità. I sentimenti, nella loro forma trascritta in arte, appaiono oramai per quel che sono: un’energia sotterranea che produce autenticità creativa e rende credibile la finzione e la giustifica, ne fa uno strumento di immedesimazione e, quindi, di una possibile liberazione. Testi di Wolfgang Asholt, Jeanne Benameur, Nicole Caligaris, Marc Dambre, Giusi Alessandra Falco, Sylvie Gouttebaron, Valeria Gramigna, Hélène Jaccomard, Marie Thérèse...
This book proposes a philosophy of care in a global age. It discusses the distinguishing and opposing pathologies produced by globalization: unlimited individualism or self-obsession, manifested as (Promethean) omnipotence and (narcissistic) indifference, and endogamous communitarianism or an ‘us’-obsession that results in conflict and violence. The polarization between a lack and an excess of pathos is reflected in the distorted forms taken on by fear. The book advocates a metamorphosis of fear, which may restore in the subject an awareness of vulnerability and become the precondition for moral action. Such awareness and the recognition of the condition of contamination caused by the other’s unavoidable presence teach us to fear for rather than be afraid of. Fear for the world means care of the world, and care, understood as concern and solicitude, is a new notion of responsibility, in which the stress is shifted to a relational subject capable of responding to and taking care of the other. From a global perspective, the proposed vision of care also compels us to explore a new paradigm of justice.
Tutto ha inizio con una casa nel bosco. Una casa apparentemente abbandonata. Al suo interno, polvere e muffa dappertutto... a eccezione di alcuni angoli lindi e scrupolosamente ordinati. E poi una maschera demoniaca di cartapesta, il disegno di un bambino che sembra appeso al muro da qualche giorno soltanto – la carta bianca e senza sciupature – e, al piano superiore, una maschera ancora più inquietante, ricavata in una tanichetta opaca. Tutta la casa urla che qualcosa di sinistro accade fra quelle mura, ma cosa? Il protagonista e sua moglie sono appena rientrati per Natale in Italia: vivono a New York, e da poco è nato il loro bambino. Sono immersi nell’atmosfera morbida di quei primi mesi e approfittano delle vacanze per rivedere i vecchi amici. È allora che, seduti al tavolo di un caffè, scoprono la casa misteriosa dal racconto di Diego e Lidia. Lui in particolare li ascolta con attenzione: è uno scrittore in cerca di storie e viene subito attratto dalla possibilità di trovare materia per il suo prossimo romanzo. Durante le vacanze il pensiero torna continuamente a quel luogo, perciò – quando è il momento di rientrare negli Stati Uniti – la moglie gli propone...